sabato 24 novembre 2012

Parete mobile proteggeva la latitanza del giovane boss


NAPOLI - I carabinieri hanno catturato Mariano Abete, 21enne, residente in via Ghisleri, a Napoli, reggente dell'omonimo gruppo camorristico. Il latitante è stato catturato dal nucleo operativo Stella e dalla stazione quartiere 167. Abete era uno dei ricercati per la nuova faida di Scampia.

Il giovane boss è stato scovato in un nascondiglio - ricavato tra due pareti alle quali si accedeva tramite una parete mobile con apertura azionata a telecomando - nella casa della madre.

Proprio mentre i carabinieri si accingevano a sfondare quella parete dietro la quale avevano sentito che c'era del vuoto, è intervenuta la mamma del 21enne con un telecomando fra le mani. Pigiando un tasto ha fatto scattare il meccanismo che apriva la porta ed ha fatto uscire il figlio.

Abete era ricercato per una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli per associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.

L'identikit di Abete era stato diffuso lo scorso 20 ottobre da carabinieri e polizia insieme con gli altri quattro latitanti che secondo gli investigatori hanno un ruolo di primo piano nella riesplosione della faida di camorra a Scampia.

Lo scorso 15 novembre era stato arrestato dalla polizia Rosario Guarino, di 29 anni. Restano ancora liberi Marco Di Lauro, 32 anni, Mario Riccio, di 21 anni, Antonio Mennetta, di 27 anni.


Nuovo nome nella lista delle primule rosse: Antonio Leonardi


di Giuseppe Crimaldi
NAPOLI - Nel giorno in cui uno è stato preso. Mariano Abete, e il suo profilo cancellato, ecco che è stato inserito un altro nome nella lista dei latitanti più pericolosi della faida di Scampia, si tratta di Antonio Leonardi, classe 1960. Da stamattina anche il suo nome e la sua foto entrano nel gruppo degli uomini da catturare ad ogni costo.

Amico da sempre di Paolo Di Lauro, Leonardi è oggetto di ordinanza di custodia cautelare fin dalla scorsa estate con l'accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata al traffico di stupefacenti.

Secondo gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia, Leonardi sarebbe "una delle menti e degli artefici della svolta impressa dal clan Vannella Grassi", i cosiddetti "girati".

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