sabato 8 dicembre 2012

Umbria nel terrore, boom di rapine in villa


Anziani sequestrati e pestati in casa per pochi spiccioli. Nel mirino i casolari isolati


luca fiorucci

PERUGIA
«Ho visto la morte in faccia, sono state le ore più brutte della mia vita». Luigi Bico, 79 anni, imprenditore di Todi, non è riuscito neanche a scendere dalla sua macchina. Ha aperto lo sportello e in due lo hanno tirato fuori di peso, picchiato. Lo hanno trascinato in casa e messo in ginocchio vicino alla moglie Mirella. Legati, tenuti sotto la minaccia di una pistola. «Ce l’avevo puntata alla tempia. Cercavano soldi e gioielli. Io e mia moglie non abbiamo potuto fare altro che piangere e disperarci».

La violenta rapina alla famiglia Bico è l’ultima di una serie di colpi in villa che sta gettando l’Umbria nel terrore. Sembravano passate le sanguinose rapine di Ramazzano (in cui Luca Rosi venne trucidato davanti alla madre e alla fidanzata per essersi ribellato ai banditi) e di Cenerente (in cui Sergio Scoscia venne massacrato a colpi di martello mentre la madre Maria Raffaelli veniva colta da malore). Sembrava passata Pietramelina, quando gli stessi rapinatori che avevano ucciso Rosi violentarono la suocera del padrone di casa, un ristoratore, attendendo il suo arrivo per poi prendersi soldi e gioielli. Oggi l’incubo è tornato. Todi, Spoleto e Terni. Ancora prima Città di Castello, Castiglione del Lago, Arrone. Una regione sotto l’assedio dei rapinatori, terrorizzata dalla violenza di banditi pronti a tutto.

La famiglia Bico vive a un passo dal centro storico di Todi, nella stessa via della presidente della Regione, Catiuscia Marini. I rapinatori hanno colpito nel tardo pomeriggio, sapendo che qualcuno in casa avrebbero trovato e che, di lì a poco, sarebbe rientrato dal lavoro anche il capofamiglia. Una coppia di anziani sequestrata e pestata a sangue. Anziana anche la coppia di spoletini che tre malviventi hanno immobilizzato e terrorizzato con un coltello mentre si portavano via 700 euro in contanti e due televisori, usando poi l’auto dei coniugi per fuggire. E a Terni, nella zona residenziale di Piedimonte, sono rispuntate, come a Todi, le armi. Cinque i banditi, come nell’altro caso, entrati in azione nelle prime ore della sera. Hanno minacciato marito, moglie e figlia, hanno picchiato l’uomo, preteso il contenuto di una cassaforte che in casa non c’era. Due hanno continuato a tenere sotto tiro madre e figlia, mentre gli altri hanno ripetutamente percosso il capofamiglia per convincerlo a consegnare qualsiasi cosa di prezioso avesse. Poi li hanno rinchiusi in un ripostiglio e, con quanto sono riusciti a mettere insieme, se ne sono andati via.

Una lunga scia di violenze che riporta a Spoleto, dove marito e moglie, titolari di una storica gioielleria in centro, nei mesi scorsi, erano stati immobilizzati e picchiati per soldi e gioielli. A Città di Castello, invece, i padroni di casa, legati e chiusi in camera, erano riusciti a dare l’allarme. I malviventi avevano speronato un’auto dei carabinieri che ostruiva loro la fuga, rischiando di uccidere i militari. In quattro vennero arrestati. E ancora ad Arrone, dove la badante che accudiva un’anziana inferma, proprietaria di casa, ha avuto la peggio. La donna è stata immobilizzata, malmenata, legata a una sedia. Dopo aver rovistato le stanze, i rapinatori si sono dati alla fuga con pochi spiccioli e qualche monile d’oro. Infine a Castiglione del Lago, dove i malviventi si sono accaniti contro un cliente dell’agriturismo preso di mira. Il turista aveva rimediato una sediata.
Un’escalation, quella di queste settimane, che fa paura. Solo a settembre, il comando provinciale dei carabinieri di Perugia, poteva evidenziare come nel capoluogo sia i furti che le rapine erano diminuite. La differenza tra il periodo gennaio-agosto del 2011 e quello del 2012 era dell’8%. Ma il dato riguarda Perugia città. La provincia, invece, è ripiombata nell’incubo. Soffre maggiormente, anche - hanno più volte sottolineato gli investigatori - in conseguenza all’estensione del territorio e ai tanti insediamenti isolati, «invitanti» per rapinatori, spesso dell’Europa dell’Est. La statistica non è di conforto. L’ultimo studio del Sole24ore sulla qualità della vita, in relazione ai reati commessi, in particolare scippi, borseggi e rapine, colloca Perugia al 72esimo posto tra le 107 province (rispetto al 2011 perde 28 posizioni). Si contano 167 reati ogni 100mila abitanti contro i 55,6 di Terni e i 14,4 di Oristano, la città in vetta alla classifica.

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