sabato 16 febbraio 2013

Camorra, preso boss latitante da 13 anni

Era tra i ricercati più pericolosi
L'uomo ha tentato inutilmente di fuggire quando era già circondato. Il ministro Cancellieri si congratula con i carabinieri


CASERTA - È finita dopo 13 anni la latitanza di Giovanni Esposito, 48 anni, capo dell'omonimo clan detto dei 'Muzzonì. Esposito è stato arrestato dai carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Caserta. I militari lo hanno arrestato mentre si trovava a Roncolise, nel casertano, vicino a Sessa Aurunca, zona dove è egemone il clan Muzzoni.

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LA FOTOSEQUENZA DELL'ARRESTO

Al momento dell'arrivo dei carabinieri, Esposito si trovava in compagnia di una donna di 51 anni e del figlio di 25. Il boss ha tentato di fuggire ma è stato bloccato dai carabinieri che avevano circondato l'intera zona. Esposito è stato trovato in possesso di una pistola calibro 9, l'arma preferita dai killer della camorra. A Esposito sono state consegnate diverse ordinanze di custodia cautelare, una delle quali per omicidio e altre per associazione mafiosa.

L'arresto di Giovanni Esposito è avvenuto in mattinata: il latitante aveva trovato rifugio in un'abitazione su due livelli con un'uscita verso la campagna, un escamotage studiato - è stato sottolineato dal maggiore Alfonso Pannone, responsabile del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Caserta - per avere più possibilità di fuga. Quando i militari dell'Arma hanno capito, attraverso un'attività di osservazione, controllo e pedinamento, che Esposito era in quella casa, è scattato il blitz.

Passando da strade secondarie, per non essere individuati, una quarantina di carabinieri in borghese ha circondato l'abitazione per precludere al latitante ogni via di fuga. A loro, poi, se ne sono aggiunti una trentina in divisa. Esposito ha tentato di fuggire ma ha capito che, ormai, non c'era più nulla da fare e si è arreso. Subito ha comunicato alle forze dell'ordine che in casa aveva una pistola e numerose munizioni. L'uomo, malgrado i 13 anni di latitanza, è apparso estremamente somigliante alle foto segnaletiche.

A differenza di altri latitanti «di caratura», però, non viveva in condizioni di agiatezza: si accontentava di poco e non usava mezzi tecnologici, come telefoni cellulari e computer. Gli ordini li impartiva a voce, proprio per rendere più difficile la sua cattura. Il clan dei Muzzoni ha una sua zona di influenza nell'Alto Casertano e nel basso Lazio.

Il ministro Cancellieri. Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha telefonato al comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, per congratularsi dell'operazione, eseguita dal Nucleo Investigativo del comando provinciale di Caserta, che ha portato alla cattura di Giovanni Esposito, pericoloso latitante dal 2000. «L'arresto di Esposito - ha commentato il ministro Cancellieri - è un altro successo dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata che testimonia l'efficacia e l'importanza della collaborazione tra magistratura e forze dell'ordine»

Il generale Gualdi. «L'encomiabile impegno dei Carabinieri della Campania e, nel caso specifico, del Reparto Operativo di Caserta che, con grande professionalità e diuturno impegno, continuano a conseguire importantissimi risultati operativi nel contrasto alla criminalità organizzata» è stato sottolineato dal Generale di Corpo d'Armata Maurizio Gualdi, Comandante Interregionale Carabinieri 'Ogaden'. Gualdi ha espresso «il più vivo compiacimento» al Comandante della Legione Carabinieri Campania, Generale di Divisione Carmine Adinolfi, ed al Comandante Provinciale di Caserta, Colonnello Giancarlo Scafuri, per la cattura, da parte dei militari di quel Comando Provinciale, di Giovanni Esposito, capo del clan dei «Muzzoni» operativo nella zona di Sessa Aurunca, ricercato da 13 anni per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione e altri reati.

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