venerdì 15 febbraio 2013

Mps, Mussari sentito in procura

All’ingresso insulti e monetine
Contro di lui gridano “ladro, ladro

 
siena
«Ladro», «buffone», «vergognati». Sono alcuni degli insulti rivolti oggi da un piccolo gruppo di persone contro Giuseppe Mussari, ex presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena, al suo arrivo al palazzo di giustizia. E con gli insulti, come in scene già viste in un passato che sembra rivivere in questi giorni a Siena e non solo, su di lui arrivano anche alcune monetine. Il tutto mentre carabinieri e finanzieri cercano di proteggerlo dall’assalto di telecamere e fotografi. Teso in volto, sorride solo quando si deve sorreggere una giornalista che rischia di finire a terra come successo a due operatori tv.

Un passaggio difficile l’ingresso in procura per Mussari, fino a poche settimane fa potente ex presidente del Monte e, poi presidente dell’Abi. Difficile quasi più dell’interrogatorio dei pm che indagano sull’acquisizione di Antonveneta da parte di BMps. Poi, dopo quasi un’ora d’attesa in compagnia dei suoi difensori (gli avvocati Tullio Padovani e Fabio Pisillo), Mussari è entrato e si è seduto davanti ai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. Con loro c’è anche il generale Giuseppe Bottillo, comandante del Nucleo di polizia giudiziaria della gdf che con i suoi uomini ha seguito tutta l’inchiesta.

L’ex presidente, che dieci giorni fa si era avvalso della facoltà di non rispondere per l’assenza di uno dei suoi legali, aveva annunciato di essere pronto a farlo. In realtà l’interrogatorio è durato solo tre ore. Troppo poco, secondo qualcuno, per soddisfare i pm, anche se i difensori dicono che «ha risposto a tutte le domande». Troppo poco anche in considerazione del fermo di ieri, a Milano, dell’ex responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassarri, bloccato perché sospettato di voler fuggire all’estero, ma al quale è anche stata contestata una nuova accusa, «in concorso», per ostacolo alla vigilanza. Il riferimento è al contratto sull’operazione Alexandria, occultato nella cassaforte dell’ufficio dell’ex dg Antonio Vigni e trovato solo nell’i’ottobre scorso. Il «concorso» riguarda proprio Mussari e Vigni, a cui ieri sono stati consegnati nuovi avvisi di garanzia.
All’uscita Mussari trova nel corridoio della procura l’ex responsabile della sua segreteria, Valentino Fanti, oggi responsabile della segreteria del Cda della banca. Fanti è stato convocato dai pm proprio mentre l’ex presidente è davanti a loro. Un breve sguardo tra i due, forse anche un po’ di sorpresa, e poi il sorriso ai giornalisti di Mussari accompagnato fuori da tre ufficiali della gdf ed accolto da una nuova contestazione, e da chi gli urla «hai rovinato la banca».

Ed è solo intorno alle 16 che la giornata, secondo quanto riferito da fonti vicine all’inchiesta, diventa «interessante» per i magistrati che, probabilmente, hanno potuto mettere a confronto, `differito´, le risposte di Mussari con quelle del suo ex segretario, senza il rischio che tra i due ci fossero contatti. Fanti 15 giorni fa era stato ascoltato per circa 7 ore, sempre come persona informata.
Ora i sostituti procuratori senesi attendono il risultato dell’interrogatorio a cui domani il gip di Milano, Alfonsa Maria Ferraro, sottoporrà Baldassarri, da ieri nel carcere di San Vittore. Per lui il pm Angelo Renna ha chiesto la convalida del fermo e la misura cautelare in carcere dopo un confronto con i colleghi senesi titolari dell’inchiesta. Di certo per Mussari, indagato per manipolazione di mercato, truffa, ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto, e da ieri anche per concorso in ostacolo alla vigilanza con Baldassarri, non è stata fissata nessun altra convocazione, come confermato anche dai suoi legali.

A Siena, mentre i pm fanno sapere che da domani inizieranno un’ulteriore fase di studio sulle cose raccolte fino ad oggi, c’è attesa anche per la decisione della Corte dei Conti. Venerdì 21 di febbraio la sezione di controllo, «deciderà sul dpcm sui Monti Bond per Mps», come ha detto il presidente Luigi Giampaolino. Nelle casse della banca devono arrivare 3,9 miliardi di Monti bond. Eventuali problemi, dopo il ricorso del Codacons alla Corte, potrebbero complicare il lavoro dei nuovi vertici che su quei soldi fanno affidamento proprio per coprire anche le perdite causate dalle operazioni sui derivati, circa 730 milioni. Operazioni sulle quali i pm senesi vogliono chiarire la posizione dei vecchi vertici, e capire perché Antonventa venne pagata 9.3 mld di euro.

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