venerdì 15 febbraio 2013

Uccisero per essere ammessi nella cosca crotonese

Condannati dopo vent'anni i cugini Bonaventura


Guglielmo dovrà scontare due decenni di carcere. A Luigi, attualmente collaboratore di giustizia, sono stati inflitti 12 anni. Il 14 dicembre 1991, secondo il gup di Catanzaro furono loro ad ammazzare Rosario Villirillo per dimostrare che avevano abbastanza coraggio per poter fare parte della famiglia criminale

UN presunto boss della 'ndrangheta crotonese, Guglielmo Bonaventura, di 42 anni, ed il cugino Luigi Bonaventura, attuale collaboratore di giustizia, sono stati condannati rispettivamente a 20 e 12 anni di reclusione per l’omicidio di Rosario Villirillo, ucciso a colpi d’arma da fuoco 20 anni fa, il 14 dicembre del 1991, nel porto di Crotone. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, davanti al quale si è svolto il processo con rito abbreviato.
Al termine della requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto la condanna di Guglielmo Bonaventura a 30 anni di reclusione e del cugino Luigi a 12 anni. Guglielmo Bonaventura è stato arrestato nell’ottobre del 2011 dagli agenti della squadra mobile di Crotone. Dalle indagini era emerso che Villirillo fu ucciso per testare il coraggio dei due giovani affiliati alla cosca della 'ndrangheta. A Guglielmo Bonaventura gli investigatori sono giunti attraverso le dichiarazioni del cugino e di altri due collaboratori di giustizia, Domenico Bumbaca e Giuseppe Vrenna.
Dalle indagini, coordinate dall’allora sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Salvatore Curcio, era emerso che i cugini Bonaventura ricevettero il mandato ad uccidere Villirillo dai vertici della cosca che volevano così verificare il coraggio dei due ragazzi per accertare se avessero i requisiti per entrare a far parte dell’organizzazione mafiosa.

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