venerdì 15 marzo 2013

XVIII° Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie

XVIII° Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie



Firenze: Semi di giustizia, fiori di responsabilità

Giovanni e Maria Gabriele, Deborah Cartisano, Daniela Marcone, Dario Montana, Bruno Vallefuoco, Tilde Montinaro, Claudia Loi e con loro centinaia di familiari di vittime delle mafie. Madre, padre, sorella, fratello di vittime delle mafie che domani 15 marzo si riuniranno a Firenze per il primo appuntamento della due giorni della diciottesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" promossa da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie e Avviso Pubblico, Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie in collaborazione con la Rai Segretariato Sociale e Rapporti con il Pubblico, con il patrocinio del Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, la Regione Toscana, Comune di Scandicci e sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La Giornata della Memoria e dell'Impegno ricorda tutte le vittime delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata. La giornata tradizionalmente si svolge ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, ma quest'anno viene anticipata al sabato 16 marzo per favorire la massima partecipazione di quanti arriveranno da ogni parte d'Italia.

La due giorni di Libera si apre domani 15 marzo nel pomeriggio con l'incontro di circa 600 familiari di vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di 5000 familiari presso Sala dei 500 a Palazzo Vecchio. Alle ore 18 si svolgerà la veglia di preghiera interreligiosa per le vittime delle mafie presso la Basilica di S. Croce presieduta da Monsignor Mario Meini Vescovo di Fiesole in rappresentanza della Conferenza Episcopale Toscana.
"La comunità di Firenze- dichiara Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera- è pronta ad accogliere queste famiglie. Arrivano cariche di ferite che non sono risanabili. È una memoria che si fa impegno, un momento di confronto e di ascolto per ribadire la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime e alla loro straordinaria forza morale. In Italia non c'e' strage di cui si conosca a pieno la verita'. Il 70% dei familiari di vittime di mafia non conosce ancora la verita' "

E sabato 16 marzo appuntamento con la marcia con partenza da Fortezza da Basso e arrivo spazio antistante Stadio Artemio Franchi. Qui sarà allestito un palco dove saranno letti gli oltre 900 nomi di vittime delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. La piazza si riempirà di fiori colorati di vita, colorati di impegno grazie ai lavori realizzati dagli studenti di tutte le scuole d'Italia in memoria delle vittime. Sui fiori sarà scritto il nome della vittima, una frase, un disegno, per ricordare e far vivere il sacrificio della persona uccisa dalla criminalità mafiosa. Nel pomeriggio si svolgeranno 17 seminari tematici dalla corruzione al doping, dall'intreccio mafia e politica all' ecomafie, dall'educazione ai beni confiscati, dall' informazione all' etica delle professioni. Sono previsti sette spettacoli teatrali.

Libera per la XVIII edizione ha scelto la Toscana, ha scelto Firenze ."Semi di Giustizia, fiori di Corresponsabilità" è lo slogan della manifestazione. Perché Firenze? Le ragioni sono tante. È innanzitutto la città sfregiata dalla strage di via Georgofili, nella notte del 26 e 27 maggio 1993. Vittime del terrorismo mafioso, morirono cinque persone: la famiglia Nencioni al completo, papà Fabrizio e mamma Angela, le figlie Nadia di 9 anni e Caterina di soli 50 giorni. Morì Dario Capolicchio, studente siciliano di architettura trasferitosi in Toscana, amante della montagna e impegnato nella difesa dell'ambiente. Li ricorderemo insieme a tutte le altre vittime innocenti delle mafie, stretti attorno ai loro parenti e famigliari. Firenze è poi la città adottiva del grande Nino Caponnetto - di cui è appena trascorso il decennale della morte - "padre" del pool antimafia di Falcone e Borsellino, ha dato i natali a un altro valoroso magistrato, Pier Luigi Vigna, da poco scomparso, nonché al giudice Gabriele Chelazzi - morto anni fa - che ha lavorato tanto su via dei Georgofili e al quale si devono molti dei risultati dell'inchiesta.

Libera, centomila per le vittime di mafia


La manifestazione parte dalla Fortezza da Basso e finisce allo stadio Franchi


Firenze, 16 marzo 2013 – Centomila nella sfilata promossa da Libera e Avviso Pubblico. C’è chi dice addirittura 150mila. Ognuno in cammino con un fiore di carta colorato per ricordare le vittime di mafia per la diciottesima volta. Volti noti e meno noti si alterneranno nella lettura dei 900 nomi: ci saranno, tra gli altri, la segretaria della Cgil Susanna Camusso, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, ma anche il capo della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore Giancarlo Caselli e il ct della Nazionale Cesare Prandelli, insieme a tanta gente unita nel no alla mafia. Ieri la prima giornata di raduno.
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«Sarebbe bello che il nuovo Parlamento approvasse una vera legge contro la corruzione, che recuperasse non solo soldi, ma anche la dignità», ha detto il sindaco Matteo Renzi, salutando o i familiari delle vittime della mafia nel salone dei ’500. Spiega don Ciotti che «la scelta ha anche un valore simbolico legato a ciò che evoca il nome di Firenze nella mente e nel cuore degli italiani e del mondo intero. Un luogo che è sinonimo di quel Rinascimento che ha prodotto opere di raro ingegno e bellezza nell’ambito delle arti e della letteratura, della scienza e del pensiero politico: la ‘nostra’ Firenze è appa di un necessario Rinascimento morale, sociale, civile».

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Ma Firenze è anche una vittima della violenza mafiosa: il 27 maggio saranno trascorsi 20 anni dalla strage dei Georgofili. «Che peso hanno i nostri morti?» si legge sul manifesto, raffigurante una bilancia che pende dalla parte di 7 «traditori» contro 5 vittime, dell’Associazione fra i familiari delle vittime della strage ai Georgofili per ventennale dell’attentato. Il manifesto cita il procedimento sulla trattativa Stato-Mafia. I traditori, spiega l’Associazione — «salvati dalle mani della mafia?» — sono gli uomini di Stato minacciati da Cosa nostra prima della strage, che fece 5 morti.
«Questo è un incontro di riflessione, di confronto, trasversale ed ecumenico: qui inizia l’abbraccio che Firenze dà ai familiari delle vittime di mafia — ha detto il fondatore di Libera — Quello di domani non sarà il solito corteo: centomila vengono anche per chiedere che questo paese abbia il coraggio di fare scelte più forti e radicali».

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