domenica 21 aprile 2013

Sabrina e Cosima condannate all'ergastolo



La zia e la cugina della giovane di Avetrana giudicate colpevoli dell'omicidio del 26 agosto 2009


TARANTO - Cosima Serrano e Sabrina Misseri sono state condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi, compiuto il 26 agosto 2010. La sentenza è stata letta dal presidente della Corte di Assise di Taranto, Cesarina Trunfio.

Michele Misseri è stato condannato a otto anni di reclusione per concorso nella soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi e per furto aggravato del telefonino della vittima.

Risarcimento danni alla famiglia di Sarah e al Comune di Avetrana. La Corte di assise di Taranto ha anche condannato Michele Misseri, Cosima Serrano e Sabrina Misseri al risarcimento dei danni, da stabilire in separata sede, alla famiglia Scazzi e al Comune di Avetrana. Nello stesso tempo ha stabilito una provvisionale di 50.000 euro ciascuno ai genitori di Sarah, Giacomo Scazzi e Concetta Serrano, e di 30.000 euro per il fratello Claudio.

Procuratore: è solo la prima sentenza.
«Sembrerebbe che errori macroscopici o grossolani non ne siano stati commessi - ha detto il procuratore di Taranto, Franco Sebastio - Ricordatevi che in Italia vige il principio di presunzione innocenza e questa è solo la sentenza di primo grado. Le sentenze in ogni caso si rispettano e attendiamo di conoscere le motivazioni per fare una valutazione più completa e serena».

La madre di Sarah: chi uccide merita questo. «Speravo in questo, chi uccide merita questo»: così la madre di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, ha commentato la sentenza di ergastolo per sua sorella Cosima e sua nipote Sabrina. Concetta ha ringraziato i suoi avvocati, la procura e i giudici.

Legale Misseri: Michele nervoso per gli ergastoli. «Michele Misseri sta molto male, è nervoso per gli ergastoli - ha detto l'avvocato Luca Latanza, il legale del contadino di Avetrana - Probabilmente non parlerà, si chiuderà in casa e non parlerà».

Legale di Cosima: abbiamo accontentato l'opinione pubblica. «Questa è una sentenza che verrà ribaltata totalmente, con buona pace dei media e di chi invece ritiene che questa accusa abbia fondamento - dice l'avvocato Francesco De Jaco, uno degli avvocati di Cosima Serrano - Abbiamo accontentato l'opinione pubblica perché l'antipatia verso queste donne era forte, ma poi vedremo cosa accadrà. Se ci sono state le richieste del pubblico ministero totalmente accolte, evidentemente qualcosa non ha funzionato nell'analisi. Si sono presi cinque giorni per dire esattamente quello che hanno detto i rappresentanti dell'accusa. Ascoltando la sentenza, Cosima non ha pianto, non ha detto niente, ha solo subito questa ignominia e basta».

Legali famiglia Scazzi: non ha vinto nessuno. «Non ha vinto nessuno, perché Concetta, Giacomo e Claudio hanno perso una figlia e una sorella - ha detto l'avvocato Walter Biscotti, legale di parte civile della famiglia di Sarah Scazzi - E' una sentenza severa ma era attesa perché gli uffici del pm hanno fatto un lavoro esemplare che ha fatto emergere in modo inconfutabile le responsabilità».

«La giustizia umana ha fatto il suo corso». «Concetta chiedeva una giustizia inflessibile. Questa è una storia che ha generato dolore a 360 gradi - dice l'avvocato Nicodemo Gentile, legale di parte civile per la famiglia Scazzi - Una storia che purtroppo ha privato la famiglia Scazzi di una bambina, ma le imputate non hanno fatto alcun passo in avanti, non ci hanno permesso di aiutarle. La giustizia umana ha fatto il suo corso perché doveva essere una sentenza giusta per il reato commesso e i comportamenti avuti. Concetta è in difficoltà per questo. Sicuramente non andrà a brindare al ristorante con la sua famiglia. La prima partita processuale ci dice quello che abbiamo sempre pensato e che ha pensato la procura: ad uccidere Sarah sono state Sabrina e Cosima. Per Concetta oggi la ferita è ancora aperta, c'è tantissimo dolore perché in quella casa in cui Concetta mandava la figlia per proteggerla, purtroppo Sarah ha trovato la morte. È arrivata una sentenza dura, severa però proporzionata alla gravità del fatto e soprattutto alle prove che sono state portate nel processo. Gli imputati hanno avuto un comportamento che ha cercato sempre di assicurare loro impunità e non si è mai preso in considerazione il dolore della famiglia Scazzi e di Sarah».

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