domenica 19 maggio 2013

Cassintegrato si toglie la vita gettandosi dal ponte a Viterbo

Il ceramista di circa 50 anni, sposato e con tre figli, è morto sul colpo
 
 
viterbo
Era in cassa integrazione da alcuni mesi, ma aveva paura di ritrovarsi a settembre definitivamente senza lavoro. Perché l’azienda in cui lavorava, la Galassia, una delle circa 70 del distretto ceramico di Civita Castellana, su 150 dipendenti ne avrebbe dovuti licenziare 53. Così Gennaro De Luca, 46 anni, e padre di due figli, oggi pomeriggio intorno alle 15,30 ha deciso di togliersi la vita buttandosi dal ponte Clementino. Un gesto di disperazione, l’ennesimo innescato dalla crisi, questa volta nel viterbese. Il ceramista non ha retto alla prospettiva di perdere il lavoro, lui che alcuni anni fa sembra avesse anche avuto bisogno di rivolgersi al Sert per qualche problema di droga. Fragilità che forse si è aggiunta a fragilità in un territorio segnato dalla crisi. Che qui è molto più antica che altrove: si lotta da almeno 15 anni, prima ha quasi annientato il settore delle stoviglierie, quindi ha intaccato pesantemente anche i sanitari.

Il paese in provincia di Viterbo è sotto shock, a cominciare dal sindaco Gianluca Angelelli. Mentre i sindacati sono in trattativa sul fronte della crisi, pare che all’uomo sia arrivata la voce che a settembre avrebbe potuto perdere definitivamente il lavoro. Il sindaco è scioccato. «Qui la situazione non è facile - dice - e questa purtroppo si è andata ad aggiungere ad altre personali». Alcune persone lo hanno visto poco prima che si buttasse. «Era venuto al bar - raccontano alcuni testimoni - qui era molto conosciuto e in giro si vedeva spesso».

I sindacati da una vita si battono per cercare di mantenere in vita il comparto. Il distretto ceramico, istituito alcuni anni fa dalla Regione Lazio, soffre: su circa 70 aziende e tremila addetti, due terzi sono interessati dalla crisi. In oltre 50 di queste, più di duemila lavoratori vivono sulla propria pelle i vari tipi di cassa integrazione, i contratti di solidarietà o la mobilità. Ne sa qualcosa il segretario generale della Cgil di Viterbo, Miranda Perinelli, che ha saputo del suicidio sulla strada del ritorno dalla manifestazione di Roma della Fiom. «Quanto accaduto - commenta - è un cazzotto nello stomaco. Siamo in emergenza, c’è bisogno urgente di lavoro».

La Galassia, dove lavorava De Luca, non è esente da questo scenario: su circa 150 unità di personale, a settembre 53 dovrebbero essere licenziate. E De Luca aveva timore di rientrare tra questi. Pare che l’azienda li avrebbe chiamati a breve personalmente per comunicargli la notizia, ma lui non ha aspettato. I sindacati sono tuttora in trattativa per limitare le perdite, puntano ad allungare la cassa integrazione o far strada ai contratti di solidarietà. Alla Cgil la bocca resta amarissima per quanto accaduto. «Non avrei mai voluto sentire una cosa del genere. I lavoratori in cassa integrazione - conclude Perinelli - sono molti, ma in quelli più fragili si aggiungono situazioni personali che, unite all’insicurezza economica, mettono a dura prova soprattutto chi ha una famiglia. Fino a poco fa abbiamo parlato di diritti negati, di gente che si impoverisce sempre più, di situazioni drammatiche. Poi, sulla strada del ritorno, scopri che sono anche dentro casa tua».  

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