venerdì 28 giugno 2013

Cibi scaduti da tre anni, quindici ristoranti nel mirino. I dettagli dell'inchiesta


La Guardia costiera: controlli intensificati, ma attenzione ai menu soprattutto se i piatti sono a base di pesce


Alimenti scaduti da tre anni e altri tenuti in cattivo stato di conservazione serviti in noti ristoranti del vesuviano.

di Antonella Losapio
Il blitz che ha portato al sequestro di cinquecento chili tra prodotti ittici, carni ed altri alimenti, ha visto in azione gli uomini della capitaneria di porto di Torre del Greco, diretti dal comandante Antonio Cacciatore e dell'ufficio circondariale marittimo di Torre Annunziata, agli ordini del comandante Claudia Di Lucca, in collaborazione con il servizio veterinario dell'Asl Napoli 3 sud - distretto 55 di Ercolano.

Per tali violazioni, sono scattate denunce e sanzioni amministrative. In particolare cinque titolari di ristoranti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria e altri tre multati per un totale di 4.500 euro per non aver saputo fornire le informazioni obbligatorie sulla provenienza e sulla tracciabilità degli alimenti. Quest'ultima è un aspetto importante della sicurezza alimentare, vale a dire la possibilità di seguire e ricostruire il percorso di un alimento, dalla produzione alla distribuzione.

Nel mirino dei militari della Guardia Costiera sono finiti circa quindici tra ristoranti e agriturismi molto frequentati della zona vesuviana, in particolare i controlli a tutela della salute pubblica si sono concentrati nei comuni di Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio. Verifiche che non sono scaturite da segnalazioni, ma che solitamente si intensificano nel periodo estivo per ciò che concerne le attività di ristorazione.

I controlli hanno portato al sequestro di mezza tonnellata di prodotti pericolosi per la salute dei consumatori. Del grosso quantitativo finito sotto chiave, la maggior parte degli alimenti erano tenuti in cattivo stato di conservazione senza il rispetto delle condizioni previste dalla normativa: i militari, infatti, hanno rinvenuto i prodotti in celle frigo, immersi completamente nel ghiaccio o nella brina, che ne alterano lo stato di conservazione. In alcuni casi, invece, i prodotti rinvenuti erano addirittura scaduti dal 2010. Tuttavia, di questi ultimi il quantitativo finito sotto chiave non era tale da determinare la chiusura delle attività secondo il competente servizio dell'Asl.

«I controlli fanno parte della nostra attività istituzionale - dichiara il comandante Cacciatore - che riguarda la verifica di tutta la filiera della pesca, partendo dal peschereccio allo sbarco fino alla vendita (pescatori, grossisti e ristoratori) per garantire la salute del consumatore. Le verifiche presso i punti di ristorazione si intensificano nel periodo estivo anche per la maggiore presenza di turisti nelle nostre zone. Invito i consumatori a prestare particolare attenzione al menù e leggere se il pesce è fresco o congelato, scegliere se possibile direttamente i prodotti esposti nelle vetrine. Si tratta di azioni di buon senso che il consumatore può mettere in atto. Le verifiche - conclude il comandante del compartimento marittimo torrese - proseguiranno nei prossimi giorni anche negli altri comuni di nostra competenza».

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