martedì 11 giugno 2013

La Rosa, dal Kosovo all’Afghanistan



PALERMO. Era la sua seconda missione in Afghanistan, a settembre sarebbe dovuto tornare a casa, il capitano Giuseppe La Rosa, 30 anni, originario del messinese, morto questa mattina nell'attentato in cui sono rimasti feriti altri tre militari. Dal dicembre dello scorso anno era effettivo nel 3/o Reggimento bersaglieri della Brigata Sassari di stanza a Capo Teulada. "Era un ufficiale solare, sempre disponibile - lo ricorda il suo comandante, il colonnello Corrado Carlini -. Professionalmente preparato, bene si era inserito nella realtà del Reggimento". La Rosa era originario di Barcellona Pozzo Di Gotto, un comune a pochi chilometri da Messina, dove aveva vissuto con i genitori e i due fratelli. Attualmente era addetto all'Ufficio operazioni e addestramento del 3/o Reggimento bersaglieri di Capo Teulada - una delle unità più decorate dell'Esercito composta da un comando di Reggimento, una Compagnia di supporto logistico e un Battaglione bersaglieri - ed era partito a marzo per l'Afghanistan. Una missione all'estero che seguiva le altre tre a cui aveva partecipato. Dal 2007 al 2009 il capitano era andato in missione in Kosovo, due anni dopo la prima puntata in Afghanistan terminata a marzo dello scorso anno, poi a dicembre l'arrivo al 3/o Reggimento bersaglieri e la partenza per la nuova missione.  
Il generale Manlio Scopigno, comandante della Brigata Sassari, a nome di tutti i 'Sassarini', si stringe attorno ai familiari della vittima ai quali ha espresso sentimenti di cordoglio e solidarietà. Sono vicini alla famiglia anche gli ufficiali del 183/o corso Lealtà dell'accademia di Modena. Proprio i compagni di corso ricordano il capitano come un ragazzo dai grandi valori, sempre scherzoso e disponibile nei confronti degli altri. Amava la famiglia, gli amici e il suo lavoro, era infatti entrato giovanissimo all'accademia militare di Modena. La notizia della scomparsa di La Rosa ha sconvolto chi lo conosceva e i compagni di corso: "Mai più di oggi è dura per tutti noi - dicono - andare avanti senza Giuseppe".
 

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