giovedì 13 giugno 2013

Napoli. In due anni 1.200 ore di straordinario

Ma i tabulati del Telepass lo tradiscono. Licenziato


di Daniela De Crescenzo
Accumula 1261 ore di straordinario in due anni (il 2011 e il 2012) ma il telepass dimostra che ha sostenuto il falso e l’azienda lo licenzia.

Si tratta di un dipendente dell’Asub, azienda ora il liquidazione, dove gli sprechi negli anni passati sono stati veramente tanti. Al lavoratore il commissario liquidatore Biagio Giliberti ha contestato una serie di inosservanze, prima tra tutte la mancata firma del cartellino.

Lo stakanovista della firma aveva assegnato a se stesso per due anni, nonostante il blocco degli straordinari, una presenza di dodici ore di lavoro al giorno. Tranne il sabato quando l’azienda è chiusa, ma lui, risulta dai fogli paga, aveva comunque incassato un extra per aver lavorato dalle 8 del mattino alle 16: solo negli uffici anche nel mese di agosto. In totale aveva accumulato, ma sembra solo sulla carta, 381 ore di straordinario nel 2011 e 880 nel 2012.

Nei giorni scorsi l’azienda gli aveva contestato di non aver utilizzato il cartellino di servizio, di risultare assente proprio quando avrebbe dovuto svolgere il lavoro extra e di aver utilizzato impropriamente l’auto di servizio nonostante intascasse 230 euro al mese proprio in cambio del benefit.

A smascherarlo, sostiene la partecipata della Provincia, i tabulati del telepass: questi dimostrano che l’auto era stata utilizzata spesso lungo il tragitto tra Napoli e Torre Annunziata dove non c’era alcun motivo che ne giustificasse il passaggio. Lui si è giustificato rispondendo di essere stato autorizzato alla custodia del veicolo. Cioè a portarselo a casa. Il falso stakanovista risultava a disposizione dell’amministratore unico, Carlo Pandolfi che aveva ricevuto l’8 gennaio una lettera del commissario liquidatore nella quale gli si contestava l’uso improprio delle carte di credito aziendali. Risultavano perfino pagamenti per una cena a Parigi e per l’acquisto di capi d’abbigliamento. Dopo la contestazione l’ex amministratore si è dimesso.

Ma gli sprechi nella partecipata sarebbero stati tanti. A cominciare dai duecentoventi telefonini acquistati per 119 mila euro quando ormai la società era moribonda, per permettere ai dipendenti di comunicare tra di loro e con l’azienda. Costo 19 mila euro. Spese folli che hanno messo a rischio il futuro dei 365 dipendenti incaricati di provvedere alla manutenzione delle scuole e sulle quali ora indaga la magistratura:il fascicolo è all'esame dei pm della sezione «reati contro la pubblica amministrazione», coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco.


L’Asub dovrebbe essere fusa alla Sis (Social innovation Service)per formare una nuova società: l’Armena. Ma anche la Sis non versa in ottime condizioni di salute. Nelle scorse settimane tra lavoratori, Antonio Cacace, Rosario Cercola e Luca Tavano, hanno denunciato al Mattino una serie di sprechi: a partire dai 30 mila euro che l’ex presidente è stato costretto a restituire dopo che la "percezione indebita” era stata denunciata alla Procura dalla società, per passare ai 9 disabili assunti al posto dei 7 previsti, fino ai dirigenti entrati in servizio per chiamata diretta , alle 63 abilitazioni al trasporto pagate quando ne sono state utilizzate solo 10, alla gara pasti assegnata con un incremento di 120 mila euro rispetto al l’anno precedente.

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