giovedì 6 giugno 2013

Reggio, scomparso il pentito Nino Lo Giudice


Era in località protetta, doveva testimoniare

L'uomo era agli arresti domiciliari in una località segreta, ma non era sottoposto ad alcuna misura particolare di controllo. Avrebbe dovuto testimoniare in aula, ma non ha dato notizie. Vertice in Procura presieduto da Cafiero De Raho; avviate indagini per tentare di ricostruire i movimenti dell'importante pentito


REGGIO CALABRIA - Nino Lo Giudice, tra i più importanti pentiti di 'ndrangheta ed ex boss di Reggio Calabria (LEGGI IL SUO PROFILO), è scomparso. Non si è presentato stamattina ad un processo in cui avrebbe dovuto deporre e secondo quanto è stato possibile ricostruire, di lui non si hanno da martedì sera. E col passare delle ore, ricostruendo la situazione, le facce negli uffici della procura reggina sono sempre più tese. Nulla trapela di ufficiale, ma l'ipotesi che l'uomo possa essersi allontanato spontaneamente sembra convincere poco gli inquirenti. E' una vicenda delicata sulla quale l’ufficio ha avviato le indagini che rientrano nella sua competenza» ha dichiarato all'Ansa il procuratore Federico Cafiero De Raho.
AI DOMICILIARI IN LOCALITA' PROTETTA - Lo Giudice era agli arresti domiciliari in una località protetta, ma non era sottoposto a particolari controlli. Sta scontando la condanna a 6 anni e 4 mesi inflittagli per gli attentati fatti nel 2010 contro la Procura generale di Reggio, la casa del procuratore generale Di Landro e l’intimidazione all’allora procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone. Era stato lui stesso ad accusarsi per la vicenda delle bombe.
TESTIMONE NEL PROCESSO SULLA MULTISERVIZI - Il pentito avrebbe dovuto deporre nel udienza del procedimento Archi-Astrea in corso a Reggio Calabria contro alcuni affiliati alle cosche di 'ndrangheta che gestivano gli appalti in città. Il presidente del Tribunale, Giuseppe Campagna, a proposito della mancata comparsa di Lo Giudice, aveva riferito che c'erano stati problemi tecnici nella traduzione del pentito e il processo è stato rinviato. Si tratta del procedimento sulle attività della Multiservizi, la società mista del Comune di Reggio Calabria controllata dalla cosca Tegano. Le presunte infiltrazioni mafiose nella Multiservizi hanno rappresentato, tra l’altro, uno degli elementi che hanno portato allo scioglimento, per contiguità mafiose, nell’ottobre del 2012, del Comune di Reggio Calabria, tuttora gestito da una Commissione straordinaria. 
VERTICE IN PROCURA A REGGIO - In realtà, gli inquirenti erano al lavoro per capire dove sia finito Nino. In Procura a Reggio Calabria si è svolta una riunione dei magistrati, presieduta da Cafiero De Raho, il quale al termine si è limitato a confermare la notizia. Al vertice hanno partecipato anche i tre procuratori aggiunti, Nicola Gratteri, Michele Prestipino ed Ottavio Sferlazza, ed i sostituti Giuseppe Lombardo ed Antonio de Bernardo. «

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