lunedì 15 luglio 2013


L’inchiesta della Corte dei Conti ha portato al sequestro di beni per 15 milioni: sotto la lente affidamenti diretti senza bandi pubblici

 
 
di FILIPPO PASSANTINO
PALERMO. La pubblicità sarebbe stata acquistata, secondo la Corte dei conti, senza effettuare gare a evidenza pubblica. E anche quando era possibile acquisire uno spazio pubblicitario senza dover redigere un bando non sarebbero state prodotte le delibere di affidamento, richieste dall'Unione Europea. La Corte dei Conti, che ha sequestrato beni per 15 milioni agli ex vertici del Ciapi, scoperchia un sistema messo a punto dall'ente di formazione nell'ambito del progetto Coorap, finalizzato all’orientamento professionale, finito nel mirino degli inquirenti. La pubblicità, sostengono i magistrati contabili, sarebbe stata acquisita col sistema dell'affidamento diretto spesso senza nessuna delibera.
 
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