giovedì 25 luglio 2013

Tangenti al comune di Lampedusa


 Condannato l'ex sindaco De Rubeis



AGRIGENTO. La seconda sezione del tribunale di Agrigento ha condannato l'ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, a 5 anni e 3 mesi di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, per corruzione, induzione alla concussione ed abuso d'ufficio.

Condannati anche l'ex direttore generale del Comune di Lampedusa, Salvatore Caffo e l'ex capo dell'ufficio tecnico Alfonso Averna alla pena di un anno e un mese di reclusione ciascuno (pena sospesa). Assolto l'ex consigliere comunale Santino Brischetto. La sentenza è stata emessa dopo circa tre ore di camera di consiglio. 

Riconosciuto il risarcimento del danno, da quantificare in altra sede, in favore di Legambiente. Il pubblico ministero Luca Sciarretta e l'aggiunto Ignazio Fonzo avevano chiesto la condanna ad 8 anni e 6 mesi di reclusione per De Rubeis, a 6 mesi per Caffo, a 2 anni per l'ex consigliere Santino Brischetto, ed un anno per l'ex capo dell'Utc Averna.

L'inchiesta risale al 2009, a quando alcuni imprenditori che si occupavano dello smaltimento dei rifiuti denunciarono delle pressioni subite e delle richieste di mazzette per ottenere il
pagamento delle spettanze.

«Un processo che è stato un  lungo calvario. La sentenza di primo grado mi condanna a 5 anni  e tre mesi. Sono molto soddisfatto, ringrazio la Madonna di  Porto Salvo, i miei pochi amici rimasti, la mia famiglia e gli  avvocati Silvio Miceli, Vincenzo Caponnetto e Mormino». Lo  scrive, su Facebook, l'ex sindaco di Lampedusa Bernardino De  Rubeis, pochi minuti dopo la lettura della sentenza.  «I pm avevano chiesto una condanna ad 8 anni e 6 mesi per  diversi capi di imputazione - continua De Rubeis - . Assolto per  diversi reati di abuso d'ufficio, assolto per la vicenda acqua  che mi vede imputato anche per danno erariale alla Corte dei  conti. Assolto per il reato di peculato e vicenda canile e  randagismo ed altri reati. Non condannato a risarcimento di  danni ad eccezione di Legambiente. Leggeremo le motivazioni e  andremo in appello. Giustizia è stata fatta - conclude De Rubeis 

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