venerdì 23 agosto 2013

Frode milionaria per falsi braccianti agricoli

Nel crotonese denunciato imprenditore e 141 operai

Grazie a fittizi contratti di affitto di alcuni terreni, spesso con contratti sottoscritti anche da persone decedute, l'imprenditore dichiarava di assumere gli operai che godevano di tutte le agevolazioni previste. La truffa ha permesso di mettere in piedi un sistema contro Inps e Agea per un importo complessivo di circa un milione di euro


PETILIA POLICASTRO (Crotone) - Sono 142 le persone denunciate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone che, coordinato dalla locale Procura della Repubblica, ha posto fine ad una frode perpetrata da un imprenditore agricolo di Petilia Policastro (KR) ai danni dell’Inps, attraverso la fittizia instaurazione di rapporti di bracciantato agricolo, e dell’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), per ottenere indebitamente contributi comunitari e regionali. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia hanno impegnato i militari in una complessa attività, che si è sviluppata anche attraverso il coinvolgimento diretto degli Enti erogatori. 
Dalle indagini è emerso che l’imprenditore agricolo petilino – accusato dei reati di truffa ai danni dello stato e di falso e ritenuto il principale artefice del sistema di frode – insieme ai 141 falsi braccianti, avrebbe creato i presupposti necessari per accedere sia ai finanziamenti pubblici che ai sussidi erogati dall’Inps, stipulando fittizi contratti di affitto e/o di comodato di fondi rustici, producendo autocertificazioni e dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà, contraffacendo la firma di ignari proprietari terrieri – alcuni di essi, peraltro, deceduti ben prima della data in cui risulta sottoscritto l’atto negoziale.
L’imprenditore stesso, per garantire un’apparente regolarità dei rapporti, non ha esitato a produrre ed esibire documenti di identità risultati falsificati mediante l’alterazione delle date di rilascio e di scadenza del documento. Nel corso delle indagini sono stati acquisiti elementi tali da far ritenere che ci si trovava di fronte ad un’azienda agricola assolutamente priva della disponibilità di terreni agricoli, che assumeva solo “sulla carta” i numerosi braccianti agricoli. Del resto, anche l’esiguo volume d’affari conseguito, secondo una corretta logica imprenditoriale, non poteva in alcun modo giustificare l’oneroso costo del lavoro asseritamente sopportato dal titolare. I successivi approfondimenti, svolti sulla notevole mole di documentazione acquisita, hanno confermato l’esistenza del sistema truffaldino, grazie al quale i fasi braccianti agricoli hanno potuto beneficiare illecitamente di indennità previdenziali ed assistenziali (assegni di maternità, indennità di disoccupazione e di malattia).  
Il sistema fraudolento, incentrato sul diffuso fenomeno del bracciantato fittizio, ha arrecato all’Inps un danno pari ad oltre 653.000 euro erogati a titolo di indennità di malattia/maternità e di disoccupazione agricola nei confronti dei 141 falsi braccianti agricoli; la truffa per il conseguimento delle erogazioni dei contributi in agricoltura a favore dell’imprenditore, fondata sul medesimo meccanismo artificioso, ha cagionato all’Agea un danno per complessivi 365.000 euro. Si è accertato, infine, che per l’assunzione fittizia dei braccianti agricoli, l’imprenditore petilino, non aveva neppure provveduto a versare all’Inps i contributi-previdenziali per un importo complessivo di 116.783 euro.

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