giovedì 5 settembre 2013

Omicidio Arimare, fermate tre persone nel reggino

Avrebbero ucciso per il furto di una mucca

 
 
Il furto di una mucca sarebbe all'origine dell'omicidio di Giuseppe Arimare ristoratore 62enne di Sant'Eufemia di Aspromonte ucciso nel parcheggio del suo ristorante lunedì scorso. I Carabinieri hanno proceduto al fermo di tre persone su disposizione della procura di Palmi

SANT'EUFEMIA D'ASPROMONTE (RC) - Tre persone sono state fermate dai carabinieri con l’accusa di essere responsabili dell’omicidio di Giuseppe Arimare, di 62 anni, titolare di un ristorante, avvenuto lunedì scorso a Sant'Eufemia d’Aspromonte, nel Reggino. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il movente dell’omicidio, avvenuto al culmine di una lite nel parcheggio del ristorante di Arimare, il "Donna Iolanda", situato in contrada Forestale, sarebbe il furto di una mucca di proprietà di uno dei tre fermati. I fermi sono stati fatti in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi. L'agguato è stato portato a termine alle 16,30. La vittima, che è anche titolare di un maneggio, è stata raggiunta al torace ed è morta all’istante. 
Secondo il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, “per l’ennesima volta l’uso della giustizia 'fai da tè si trasforma in un dramma. Solo che in questa occasione la testimonianza dei parenti delle vittima ha consentito l’identificazione dei responsabili”.
 
I fermati sono Raffaele Surace, di 53 anni, Francesco Laurendi e Stefano Luppino, entrambi di 22 anni. A sparare contro Arimare e contro il genero, Bernardo Princi, di 39 anni, che non è stato colpito, è stato, per sua stessa ammissione, Raffaele Surace, proprietario del vitello il furto del quale, commesso da Princi e per il quale non era stata presentata denuncia, sarebbe stato la causa scatenante della lite al culmine della quale Arimare è stato assassinato e Princi ferito. Altre due persone, accusate di concorso nell’omicidio di Arimare e nel tentato omicidio di Princi e destinatarie anche loro del decreto di fermo emesso dalla Procura di Palmi, risultano irreperibili. Il procuratore Creazzo, nel corso della conferenza stampa, cui ha partecipato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Palmi, capitano Maurizio De Angelis, ha sottolineato l'importanza della collaborazione fornite nelle indagini dai parenti di Arimare e Princi che hanno assistito alla lite culminata nell’omicidio del ristoratore. Secondo la loro testimonianza, Surace, Laurendi e Luppino, una volta giunti nel parcheggio del ristorante, avrebbero iniziato a litigare con Princi. Solo successivamente sarebbe intervenuto Arimare con l'intenzione di fare da paciere. Il titolare del ristorante è stato però raggiunto al torace dal colpo di pistola sparato da Surace, rimanendo ucciso all’istante.

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