martedì 8 ottobre 2013

Due carabinieri arrestati per concussione:spuntano altri 4 episodi




BARI – Sono almeno quattro gli episodi "sospetti" nei confronti dei due carabinieri del reparto Radiomobile di Modugno arrestati sabato per concussione, su cui indaga la Procura di Bari. I due militari, Vincenzo Ninivaggi di Altamura e Erasmo Di Pietro del Casertano, sono accusati di aver preteso il pagamento di 800 euro (di cui cento effettivamente consegnati e gli altri 700 promessi) da due ragazzi fermati per un controllo sulla Statale 96 tra Toritto e Palo del Colle il 16 agosto scorso. Il denaro serviva per evitare una denuncia per sfruttamento della prostituzione.
Ma nell’ordinanza di arresto il giudice riporta una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali "che risultano sospette in quanto finalizzate, con toni frettolosi e assertivi, a fissare con altri interlocutori appuntamenti in orari in cui i due militari erano in servizio di pattugliamento". Conversazioni "di tenore simile" a quelle relative all’unico episodio accertato, "certamente funzionali – scrive il giudice – a stabilire luoghi e orari dove sarebbe dovuta avvenire la consegna del denaro indebitamente preteso".

I quattro episodi al vaglio degli inquirenti baresi si riferiscono ai giorni 17 e 30 agosto, 4 e 5 settembre. Le conversazioni sembrerebbero lecite "se non fosse – scrive il giudice – per le condizioni di assoggettamento evidente degli interlocutori, tanto da lasciar supporre l’attuazione di una nuova azione concussiva". Il primo episodio, quello del 17 agosto, è stato anche denunciato dalla presunta vittima. L’uomo, fermato per un controllo nei pressi della stazione ferroviaria di Toritto, sarebbe stato costretto a consegnare a due Carabinieri – le cui caratteristiche somatiche corrispondono agli indagati – 150 euro per evitare una multa per mancanza di contrassegno assicurativo".

Che avessero qualcosa da nascondere, lo si evince anche da alcune conversazioni in cui i due militari dicono uno all’altro: "Sai di cosa ho paura, che questo qua se la canta" e ancora "quella cartellina la devi far sparire". La "cartellina", stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori, conteneva "falsa modulistica, sulla quale annotavano i dati delle persone fermate e successivamente concusse, volta a far credere al malcapitato cittadino controllato che sarebbe stata inoltrata una denuncia nei suoi confronti per non meglio precisati reati o violazioni". I due militari, difesi dall’avvocato Antonio La Scala, sono attualmente detenuti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e saranno sottoposti domani a interrogatorio di garanzia per rogatoria.

Nessun commento:

Posta un commento