giovedì 7 novembre 2013

Milano, il caso delle baby-prostitute

Il medico del Fatebenefratelli: «Almeno otto ragazzine coinvolte» Ma il fenomeno sarebbe più vasto
 
Sono otto finora le ragazzine che, secondo l’equipe del professor Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, si prostituiscono a scuola, a Milano, ma il fenomeno, probabilmente è molto più esteso.

I coetanei le chiamano «ragazze doccia» perché fanno sesso quotidianamente: sono adolescenti, quasi sempre già benestanti, che si prostituiscono a scuola, non per soldi ma per beni materiali. Gli istituti frequentati sono prevalentemente privati. Nelle prime ore, domanda e offerta vengono contrattate sui telefonini, poi si passa in bagno dove le ragazze accettano anche più di un cliente a testa, a seconda di quanto possono offrire i loro coetanei. Secondo il professor Bernardo alcuni ragazzi farebbero già da procacciatori di clienti e il timore è che nel giro stiano entrando anche dei clienti adulti.

«Sul fenomeno della baby prostituzione, denunciato dal monsignor D’Ercole in questi giorni, va fatta piena luce». Lo dichiara la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. «Va compresa l’entità di questo fenomeno, quanto sia davvero diffuso tra le adolescenti abruzzesi», spiega, «ma accanto al disagio dei giovani, che rischia di imboccare strade sempre più tortuose, andrebbe stigmatizzata la scelta dei potenziali clienti, adulti e consapevoli sfruttatori di corpi bambini». «Non abbiamo bisogno di paternali moralistiche e bacchettone né di qualcuno che getti altro fango. Semmai occorre vigilanza, serve rafforzare la rete di servizi sociali a favore dei minori, servono politiche specifiche per gli adolescenti», chiede. 

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