martedì 10 dicembre 2013

I beni della cosca Pesce vanno allo Stato

Confisca da 90 milioni: anche 2 società di calcio

Operazione dei carabinieri che ha permesso di apporre definitivamente i sigilli ai beni del potente clan. Per 11 persone è scattata la sorveglianza speciale. Tra i beni confiscati anche ville di lusso nel reggino e nel vibonese, oltre alle squadre di calcio dove venivano riciclati i soldi
 



REGGIO CALABRIA - La confisca di un patrimonio per un totale di 90 milioni di euro è stata portata a termine stamani dai carabinieri del Ros, unitamente ai militari del comando provinciale di Reggio Calabria e al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che hanno eseguito 12 decreti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione misure di prevenzione. 
Il patrimonio sottoposto a confisca è costituito da beni immobili, beni mobili registrati, attività commerciali e disponibilità finanziarie ritenuti frutto delle attività delittuose commesse dagli capi e dagli affiliati di rilievo della cosca di 'ndrangheta dei Pesce di Rosarno, egemone nella Piana di Gioia con ramificazioni in tutto il territorio nazionale e, particolarmente in Lombardia. 
 
Sono stati sottoposti a confisca imprese e società, comprensive del loro patrimonio aziendale - per totali 14 attività economiche operanti - in regime di monopolio mafioso - nel settore dei trasporti, agrumicolo, della vendita di carburanti e lubrificanti e dell’abbigliamento; 2 società di calcio dilettantistico, alimentate con i proventi delle estorsioni e utilizzate per allargare le conoscenze, le relazioni e gli affari della cosca; vasti appezzamenti di terreno agricolo, coltivati ad agrumeto e kiwi, per un’estensione di oltre 300 mila metri quadri. 
 
E poi: 19 beni immobili tra i quali sono ricomprese due ville di pregio, di cui una al centro di Rosarno e l’altra sul promontorio di Capo Vaticano, nonché un vasto complesso sportivo; numerosi veicoli sia ad uso privato che commerciale, alcuni dei quali già assegnati alle forze di Polizia per il loro utilizzo negli specifici servizi di contrasto al fenomeno mafioso; plurimi rapporti finanziari bancari, postali e assicurativi. 
Nella stesso contesto 11 persone, ritenute al vertice dell’organizzazione, sono state sottoposte al provvedimento della sorveglianza speciale con l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
martedì 10 dicembre 2013 08:24

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