giovedì 19 dicembre 2013

Tangente da oltre 2 milioni per l'eolico nel Crotonese

Tutti rinviati a giudizio, c'è anche Nicola Adamo

Otto persone e tre società dovranno rispondere davanti al tribunale di una presunta tangente per un valore di circa 2 milioni e 400 mila euro che sarebbe stata parzialmente pagata per la realizzazione del parco eolico di Isola Capo Rizzuto. Tra le persone rinviate a giudizio anche Nicola Adamo


CATANZARO - Il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro ha rinviato a giudizio le otto persone e tre società coinvolte nell’inchiesta denominata "Eolo", connessa al settore dell’energia eolica in Calabria, e in particolare nel filone relativo ad una presunta tangente di due milioni e 400.000 euro che sarebbe stata promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico "Pitagora" di Isola Capo Rizzuto e per l’adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico". 

Il processo avrà inizio il 7 marzo davanti al tribunale collegiale del capoluogo calabrese. 
Il giudice, Abigail Mellace, ha così accolto la richiesta del sostituto procuratore di Catanzaro, Carlo Villani, titolare della lunga inchiesta giunta in aula, dove sono costituiti parte civile associazioni ambientaliste e la Provincia di Crotone. Sotto processo (una sola delle varie contestazioni è caduta in udienza preliminare) sono politici, imprenditori e funzionari regionali calabresi, tra cui l’ex vice presidente della Giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo; l’amministratore e socio della Piloma srl, Saigese spa e Loda service, Giancarlo D’Agni, considerato dalla pubblica accusa stretto collaboratore di Adamo; l’imprenditore Mauro Nucaro e l’ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento economia della Regione, Carmelo Misiti. 
 
L’inchiesta "Eolo" è stata avviata nel lontano 2006 ed è passata per tre diversi Uffici di procura. Le indagini, infatti, hanno preso le mosse da Paola, da dove il relativo fascicolo di oltre cento faldoni fu poi trasmesso a Cosenza per competenza territoriale, e dove venne poi inviato a Catanzaro poichè i presunti reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese. Per altre venti persone indagate nell’inchiesta "Eolo", ma in un secondo filone investigativo che ruota attorno ad autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di diversi parchi eolici in Calabria, in particolare nel Casentino, è in corso l’udienza preliminare che riprenderà il 31 gennaio, quando otto di loro saranno giudicate con rito abbreviato.

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