venerdì 10 gennaio 2014

Roma, aiutò il clan Muto: in manette imprenditore

La lettera: «La 'ndrangheta è una scelta di vita»

Si tratta di un noto uomo d'affari calabrese, accusato di legami anche con la banda della Magliana e il clan Casamonica. Avrebbe effettuato investimenti per conto della cosca nel settore turistico. Nel suo computer una missiva nella quale scrive di fratellanza e mutuo soccorso nell'organizzazione criminale



I FINANZIERI del Comando provinciale di Roma hanno arrestato Pasquale Capano, noto imprenditore calabrese da anni residente nella capitale, accusato di legami con la 'ndrangheta e ambienti della malavita locale (banda della Magliana e clan Casamonica). Secondo gli investigatori, l'imprenditore - attraverso società intestate a prestanome - ha effettuato una serie di investimenti nel settore turistico immobiliare agevolando anche indirettamente il potente clan Muto di Cetraro, in provincia di Cosenza.

ARRESTATI ANCHE I FAMILIARI - Nel marzo 2013, il Gico del Nucleo di polizia tributaria, coordinato dalla Dda di Roma, aveva già sottoposto a sequestro preventivo un’importante azienda operante nel settore agricolo-zootecnico, in una nota località turistica lucana, di fatto riconducibile all’imprenditore. La nuova operazione, denominata "Hummer 2", ha portato all’arresto, oltre che del Capano, della moglie e del cognato (entrambi ai domiciliari) e rappresenta l’esito di un complesso iter giudiziario.
Durante le perquisizioni, nel suo pc è stata trovata una lettera indirizzata ad un pregiudicato, una vera e propria lezione di "codice mafioso" in cui si sottolinea come l’affiliazione 'ndranghetista sia "una scelta di vita" e non solo un’opportunità di business.

LA 'NDRINA PER IL "MUTUO SOCCORSO" - In particolare, i giudici del riesame, valorizzando le indagini delle Fiamme gialle e condividendo le motivazioni integrative della Dda, hanno sottolineato la forza probatoria della lettera in cui si spiega come l’essere 'ndranghetisti sia una scelta non più revocabile, che crea un vincolo di sangue ineludibile tra gli associati, chiamati sempre ad un mutuo soccorso anche e soprattutto nell’ipotesi di (prevedibili) "infortuni giudiziari".
«La prima cosa che mi è stata spiegata nelle prime frequentazioni di alcuni ambienti - si legge nel documento - è stata la differenza fra concetto di amicizia e fratellanza... infatti l’amicizia è espressione di una frequentazione abituale, la fratellanza rappresenta un legame». E ancora, «...è proprio su questo principio (fondamento della filosofia massonica) che è stato concepito il 'rituale iniziaticò di accettazione ed ingresso nella sacra famiglia e onorata società, radicato nella storia antica della nostra terra d’origine».

«Il tempo - scrive ancora Capano - ha dato ragione agli uomini d’onore di una volta, che consideravano l’onorata società pari alla sacra famiglia, non come opportunità affaristica ma come scelta di vita che imponeva regole basate sul principio dell’onorabilità e della fratellanza».
PERSINO IL PASSAPORTO DIPLOMATICO - Secondo le Fiamme gialle, «importanti collaboratori di giustizia» e «acquisizioni investigative pregresse» avevano già consentito di individuare in Capano un «soggetto vicino all’organizzazione 'ndranghetista, operativa nella zona di Roma. Capano si poteva muovere addirittura con un passaporto diplomatico; era in contatto con personaggi di spicco della criminalità romana quali Enrico Terribile, vicino al più noto Enrico Nicoletti, entrambi coinvolti in diverse indagini per usura ed estorsione; in affari e responsabile di specifiche condotte usuraie insieme a Luciano Casamonica, altro personaggio di spicco della mala capitolina».

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