giovedì 2 gennaio 2014

Torna libera per il 2014 l'ex simbolo antimafia

Tribunale revoca i domiciliari per Rosy Canale

Non esistono rischi di fuga o di inquinamento delle prove: per l'ex presidente delle Donne di San Luca disposta la liberazione alla vigilia di capodanno. Restano in piedi accuse gravissime sull'uso dei soldi destinati a progetti per la legalità


REGGIO CALABRIA - Il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato nell'ultimo giorno del 2013 gli arresti domiciliari a Rosy Canale, l'ex simbolo antimafia ed ex presidente del movimento Donne di San Luca (LEGGI IL PROFILO) arrestata nelle scorse settimane con l’accusa di malversazione e truffa, nell’ambito di una inchiesta della Dda di Reggio Calabria (LEGGI I DETTAGLI).

I giudici hanno accolto la richiesta avanzata dal legale della donna, l’avvocato Giancarlo Liberati e concesso di inziare il 2014 in libertà. Secondo i giudici non sussistono rischi di inquinamento delle prove né di fuga. Rosy Canale, nel corso dell’udienza davanti al tribunale della libertà, ha risposto anche ad alcune domande fattele dai giudici.
Nei giorni scorsi, la donna aveva annunciato le proprie irrevocabili dimissioni da socia e presidente dell’Associazione Movimento Donne di San Luca e della Locride “al fine di favorire la ricerca della verità e non interferire nell’attività dell’autorità giudiziaria”. Contro di lei restano in piedi accuse gravissime sull'impiego dei soldi che sarebbero dovuti essere destinate a iniziative di promozione della legalità (LEGGI).


«Cacciata da un locale per la gogna mediatica»
La denuncia di Rosy Canale sotto indagine per truffa

La donna, accusata di truffa e malversazine, ha denunciato di essere stata cacciata da un locale per via delle indagini che la vedono protagonista. La donna era stata arrestata lo scorso 12 dicembre e rilasciata alla vigilia di San Silvestro.


REGGIO CALABRIA - Rosy Canale, ex-presidente dell’Associazione Movimento Donne di San Luca, arrestata ai domiciliari lo scorso 12 dicembre per truffa e malversazione nell’ambito dell’operazione "Inganno", poi rimessa in libertà dal Tribunale del Riesame alla vigilia di Capodanno, sostiene di essere stata "additata" come indesiderata all’interno di un locale a causa della "gogna mediatica" cui sarebbe stata sottoposta. La notizia è stata diffusa dal legale della donna, l’avvocato Giancarlo Liberati, il quale ha raccontato che la sua assistita, poco dopo la mezzanotte del primo gennaio si è recata in compagnia di un’amica pittrice in un locale di Reggio Calabria, dove erano in mostra alcune opere. Stando al racconto della stessa Canale, l’amica sarebbe stata chiamata in disparte dall’organizzatore e da altre due persone, che avrebbero comunicato che la presenza della Canale nel locale non era gradita «facendo generico riferimento - rivela l’avvocato - alla vicenda giudiziaria in cui è stata di recente coinvolta». Le donne sono a quel punto uscite dal locale.

La donna da parte sua ha commentato che «il cammino della legalità non si nutre di falsi moralismi né di retaggi culturali di perbenismo ipocrita ma solo di coerenza ed integrità ma ciò che maggiormente sconvolge è che il tessuto sociale ed in particolare i professionisti e la classe dirigente di questa città che sostiene di promuovere la cultura, l’arte, un sano stile di vita e soprattutto l’emancipazione, raggiunga livelli così bassi con tali incomprensibili atteggiamenti che possono essere giustificati solo dal pregiudizio e dall’ignoranza, intesa come assoluta disconoscenza di fatti e circostanze che oggi riguardano la mia persona, ieri hanno riguardato e distrutto altre persone poi risultate innocenti all esito di un giusto processo e domani, chissà potrà riguardare chiunque, compreso chi oggi si è scandalizzato della mia scomoda ed indesiderata presenza nel suo locale».

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