sabato 7 febbraio 2009

L' ISOLA CHE NON C' E'



L' ISOLA CHE NON C' E'





LUIGI PUTRONE SI PENTE
( PM. PALMA - DE ROBBIO )


IL BOSS LUIGI PUTRONE COLLABORA CON I MAGISTRATIInviato da : redazione Giovedì, 05 Ottobre 2006 - 19:39 Il boss Luigi PutroneRASSEGNA STAMPA WEB Mafia - Si pente Putrone, condannato per 13 omicidiAGRIGENTO - Luigi Putrone, condannato con sentenza definitiva all'ergastolo per 13 omicidi tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, da alcuni mesi collabora con i magistrati della Dda di Palermo.Le scorse settimane, come riporta il quotidiano 'La Sicilia', sono scattate le misure di protezione per i familiari del boss di Agrigento. Latitante per un lungo periodo, Putrone, che ha due fratelli attualmente detenuti per mafia, era stato catturato nei mesi scorsi nella Repubblica ceca.La sicilia on line27/09/2006Agrigento, 12:02MAFIA: BOSS AGRIGENTINO PUTRONE COLLABORA CON GIUSTIZIAIl boss agrigentino Luigi Putrone, starebbe collaborando con i magistrati della Dda di Palermo. L'ergastolano di 45 anni, gia' capo della famiglia mafiosa di Porto Empedocle, condannato con sentenza definitiva per 13 omicidi, fra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, era stato estradato lo scorso luglio dalle autorita' della Repubblica Ceca e trasferito in Italia dal personale dell'Interpol. In quell'occasione i carabinieri di Agrigento gli notificarono un ordine di custodia cautelare in carcere e due ordini di esecuzione per la carcerazione. L'ordinanza di custodia cautelare era stata emessa il 25 giugno 2002 dalla procura della Repubblica del Tribunale di Palermo per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Il primo ordine di esecuzione per la carcerazione risale al 12 settembre 2003 dalla procura generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Palermo con il quale gli veniva inflitto l'ergastolo per i reati di associazione mafiosa e omicidio premeditato in concorso. Il secondo ordine di carcerazione era stato emesso il 13 ottobre 2004 dalla procura generale di Palermo con il quale gli e' stato inflitto un altro ergastolo per associazione mafiosa, 12 omicidi, sequestro di persona a scopo di estorsione. Putrone, reggente negli anni Novanta del clan Messina-Salemi-Albanese, attivo a Porto Empedocle, latitante dal 20 marzo del '98 e ricercato in campo internazionale dal 15 aprile dello stesso anno, era nell'elenco dei trenta latitanti piu' pericolosi predisposto dal ministero dell'Interno. E' stato detenuto nella Repubblica Ceca, presso la citta' di Usti Nad Labem, dall'11 agosto 2005, quando e' stato arrestato con la collaborazione della polizia locale. Era stato individuato grazie alle intercettazioni telefoniche compiute dalla Sicilia. Il capomafia viveva dal 2000 nella citta' al confine della Germania, sotto l'identita' di Umberto Bonfiglio. Prima dell'arresto, era latitante dal marzo del 1998, quando scatto' ad Agrigento la prima operazione antimafia denominata "Akragas". Si ritiene che Putrone sia, fra l'altro, coinvolto nell'uccisione dell'agente di custodia in servizio al carcere agrigentino, Pasquale Di Lorenzo. Ma soprattutto ebbe un ruolo essenziale anche nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore Mario santo Di Matteo. Il capomafia lo tenne in consegna nelle delicatissime fasi iniziali del sequestro, dal dicembre '93 ai primi mesi del '94, prima di affidarlo a Giovanni Brusca.la repubblica edizione online 27 settembre 2006 Palermo L'agrigentino Putrone, condannato già per 13 omicidi, ha deciso di collaborare con lo StatoSi pente un altro dei killer del piccolo Di MatteoAGRIGENTO – Luigi Putrone, condannato con sentenza definitiva all'ergastolo per 13 omicidi tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, da alcuni mesi collabora con i magistrati della Dda di Palermo. Le scorse settimane sono scattate le misure di protezione per i familiari del boss di Agrigento. Il primo atto del pentimento del superkiller agrigentino è stata la revoca il proprio avvocato di fiducia, nominandone un altro che avrebbe già fra i suoi clienti altri collaboratori di giustizia.Luigi Patrone, 45 anni, mafioso di Porto Empedocle, fu arrestato il 12 agosto del 2005 a Usti Nab Laben, nella Repubblica Ceca, ai confini con la Germania.Il boss, latitante dal 1998, era ricercato per associazione mafiosa e una decina di omicidi. Putrone è ritenuto dagli investigatori un esponente di primissimo piano di Cosa Nostra e il suo nome figurava nell'elenco dei trenta superlatitanti italiani diffuso dal Viminale.Secondo gli inquirenti, Putrone, coinvolto in tutte le più eclatanti vicende di mafia dell'Agrigentino, avrebbe assunto per alcuni anni il controllo delle cosche mafiose della provincia, insieme al boss Gerlandino Messina; nel 2003 era stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'Appello di Palermo nel cosiddetto Processo Akragas che prendeva il nome dall'operazione alla quale era sfuggito. In quell'occasione, infatti, il boss riuscì ad evitare la condanna fuggendo in modo rocambolesco dalla finestra di un hotel di Agrigento nel quale lavorava. Il capomafia agrigentino sarebbe stato in stretto contatto anche con i corleonesi, come dimostra il suo coinvolgimento nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, poi strangolato e sciolto nell'acido su ordine di Giovanni Brusca. Il figlio del pentito Santino, nelle delicatissime fasi iniziali del sequestro, fu infatti affidato alla cosca di Putrone, dal dicembre '93 ai primi mesi del '94. Luigi Putrone è inoltre accusato di essere il mandate o l'esecutore di 14 omicidi, nei suoi confronti pendono inoltre due ergastoli e una condanna di 18 anni per pizzo e estorsione. Nel 2001, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario fu indicato come uno dei boss emergenti di Cosa nostra. (re.si.)LA GAZZETTA DEL SUD (giovedì 28 settembre 2006)DUE ARRESTI ECCELLENTI, redazione di Lorenzo BaldoMolto calda l’estate del 2005. Per qualcuno però è stata ancora più dura. A luglio e agosto si sono succedute due catture decisamente eccellenti: il 13 luglio è stato arrestato Joseph Focoso, poco più di un mese dopo, il 12 agosto 2005 è finito in manette Luigi Putrone. Ma andiamo per ordine. A Spiesen-Elsverberg, uno sconosciuto paesino della Germania, viene ammanettato Joseph Focoso, 36 anni, uomo d’onore di Realmonte (AG), pluriomicida condannato all'ergastolo nel processo di mafia denominato Akragas, ritenuto tra gli esecutori dell'omicidio del maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli avvenuto nel 1992 per il quale è stato condannato all'ergastolo. Ingrassato fino a 120 Kg, con barba e capelli lunghi, Focoso si è presentato molto diverso dalla foto segnaletica che lo vedeva fra i 30 latitanti più pericolosi d’Italia. Latitante da sei anni, è stato ammanettato di buon mattino, dopo essere stato svegliato dagli agenti della DIA di Agrigento (il ten. col. Alberto Tersigni e il ten. Tino Piscitello coordinati dal col. Luigi Terrazzano), che hanno operato in collaborazione con la polizia federale tedesca “Bka”. Nella riunione decisiva fra il “Bka” e i due ufficiali della DIA è stato deciso di formare due squadre: una sarebbe intervenuta a casa di Filippo Focoso, fratello del killer e l’altra a casa del padre. Il secondo obiettivo è stato quello giusto. A coordinare le indagini, snodatesi con sempre maggiore vigore negli ultimi 3 anni, è stata la Dda di Palermo. L'attività d'indagine è stata seguita dal procuratore aggiunto di Palermo Annamaria Palma e dal sostituto procuratore Ambrogio Cartosio. Joseph Focoso viveva una vita molto appartata con la moglie e i due figli. Per catturarlo gli investigatori si sono avvalsi delle cosiddette indagini tecniche: microspie, intercettazioni e il satellite. La svolta però è arrivata con le indagini tradizionali fatte di appostamenti, pedinamenti e osservazioni. Fino a quando è stata intercettata una telefonata nella quale è stata registrata in sottofondo la voce di uno dei figli che ha fatto capire quanto il padre fosse “vicino”. Dopo poche settimane dall’intercettazione è scattato il blitz. Un mese e un giorno dopo è stata la volta di un altro boss di Cosa Nostra. Nella Repubblica Ceca, a circa settanta chilometri da Praga, precisamente a Usti Nab Laben (una cittadina al confine con la Germania), è stato arrestato Luigi Putrone, uomo d’onore al vertice della famiglia mafiosa di Porte Empedocle (AG). Nel 2001, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, veniva indicato come uno dei boss "emergenti" di Cosa nostra. Da sette anni era ricercato per associazione mafiosa e omicidio. Putrone aveva contato su un’alleanza solida con i Brusca, di fatto aveva partecipato alla pianificazione del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo (il figlio del collaboratore di giustizia poi sciolto nell'acido) essendo stato per alcuni mesi il suo carceriere. Condannato all'ergastolo, compariva nella lista dei trenta latitanti italiani più pericolosi. Viveva in una palazzina popolare con una compagna ceca, a quanto pare all'oscuro del suo passato mafioso, con la quale gestiva un supermarket nel centro del paese. I carabinieri d'Agrigento, coadiuvati dalla polizia ceca e dall’Interpol l'hanno bloccato all’uscita da un parcheggio davanti a una pasticceria: non era armato e non ha potuto reagire. L’operazione è stata coordinata dalla Dda di Palermo attraverso il procuratore aggiunto Annamaria Palma e i sostituti Fernando Asaro e Costantino De Robbio in stretto contatto con gli uomini del col. Paolo Edera del Comando Provinciale del CC di Agrigento (cap. Cucchini). Luigi Putrone, 45 anni, era ricercato dal 1998 per associazione mafiosa e omicidio; riuscì ad evitare la condanna all’ergastolo fuggendo in modo rocambolesco dalla finestra dell'hotel di Agrigento nel quale lavorava. Cinque anni dopo fu condannato in contumacia all'ergastolo dalla Corte d'Appello di Palermo nel cosiddetto Processo Akragas. L'ultima condanna, Putrone l'aveva collezionata il 20 maggio dell'anno scorso: 18 anni di reclusione per una serie di estorsioni a commercianti e imprenditori dell'agrigentino. A tradirlo sono state le indagini tecniche che hanno consentito ai Carabinieri di Agrigento di avere un sufficiente grado di certezza sulla presenza del Patrone nella Repubblica Ceca Fin qui la cronaca dei fatti. Abbiamo chiesto alla dott.ssa Palma di analizzare per noi le differenti sfaccettature tra Focoso e Putrone prima e dopo la loro cattura. Come siete arrivati all’arresto di Joseph Focoso e di Luigi Putrone?Sono passati ben sei anni prima che noi riuscissimo a catturarli e in tutto questo periodo non abbiamo mai smesso di ricercarli; la cattura è il frutto di indagini complesse, con momenti difficili che potevano anche fare demoralizzare, ma la costanza e la tenacia delle Forze di Polizia che hanno svolto le indagini, ha condotto alla fine ai risultati speratiQuali sono i prossimi sviluppi dopo la cattura di questi due latitanti?Molte indagini sono ancora coperte da segreto, riscontri e accertamenti sono in fase di svolgimento al fine di verificare se vi siano stati favoreggiatori dei due latitanti. Cominciamo ad approfondire i momenti salienti della cattura di Joseph FocosoPer quanto riguarda Focoso indispensabile, come del resto in tutti i casi in cui si appalesi la necessità del collegamento tra forze di Polizia di Stati diversi, è stata la tempestività con la quale l’Interpol ha consentito l’accreditamento della DIA di Agrigento e Palermo in Germania. Focoso è stato monitorato attraverso una serie di attività tecniche che ne hanno consentito la cattura a seguito perquisizione effettuata proprio nell’abitazione dei genitori. Mentre per Luigi Putrone?Per quanto riguarda Putrone occorre ricordare che alcuni suoi familiari di Porto Empedocle appartengono alla criminalità organizzata: un fratello è stato condannato con sentenza divenuta irrevocabile alla pena dell’ergastolo, un altro fratello (già tratto in arresto per il reato di associazione mafiosa e successivamente rimesso in libertà), è un personaggio sicuramente di spessore di Cosa Nostra. Ancora una volta le intercettazioni, che rimangono lo strumento investigativo principe in tutte le indagini e non soltanto per quelle di criminalità organizzata, ci hanno condotto al latitante. Avuta la certezza della presenza di Putrone in una cittadina della Repubblica Ceca (Usti Nab Laben ndr), anche in questo caso, attraverso la preziosa collaborazione dell’Interpol, i Carabinieri di Agrigento accreditati in quello Stato, hanno indicato alla Polizia Ceca il latitante che è stato catturato. Fra Focoso e Putrone che legame troviamo?Non abbiamo elementi per escludere o confermare che fra i due ricercati durante il periodo della latitanza vi siano stati rapporti di frequentazione o collegamenti anche se è da dire che storicamente Focoso è sempre stato un personaggio vicino a Putrone. Quali sono le difficoltà maggiori che avete avuto per averli catturati all’estero?Nel momento in cui si dovrà ottenere l’estradizione di Putrone e Focoso (e sono in corso questi procedimenti) il giudice ceco e il giudice tedesco dovranno necessariamente applicare le proprie norme procedurali e verificare se siano stati rispettati, nello svolgimento dei processi in Italia che hanno condotto alle condanne definitive, i principi dei Trattati internazionali, quale la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e la salvaguardia della Garanzie Costituzionali, attinenti al giusto processo, primo fra tutti la tutela del diritto di difesa. E’ da evidenziare, con riguardo alla cattura di Focoso, che nel corso di questi sei anni di indagini i rapporti con l’autorità giudiziaria tedesca sono stati costanti e continui, non privi di qualche difficoltà correlata alla differente legislazione. L’autorità giudiziaria tedesca ha concesso le rogatorie soltanto in presenza di elementi inequivoci sulla presenza del latitante nel proprio territorio. Sempre la legislazione tedesca consente le rogatorie subordinandole a problemi di “budget”. In ogni caso devo dare atto dell’eccezionale capacità sia della polizia tedesca sia della polizia ceca che hanno proceduto alle due catture, perché sia in Germania che nella Repubblica Ceca tutte le attività di polizia devono essere svolte dalla Polizia del paese straniero, ovviamente con la collaborazione della Polizia Italiana accreditata per le singole operazioni.A cosa si devono queste latitanze fuori dai confini nazionali?Cominciamo con il dire che Joseph Focoso non aveva funzioni di vertice e non possiamo escludere che Luigi Putrone, attraverso i contatti con i propri familiari, abbia mantenuto i suoi collegamenti con Porto Empedocle. Storicamente in Stati come la Germania, il Belgio e altri, sono residenti interi nuclei agrigentini; le origini di questi insediamenti sono correlate ad antiche emigrazioni di nostri connazionali per ragioni di lavoro. Ovviamente si tratta generalmente di comunità sane alle quali nel tempo possono essersi affiancati nuclei familiari con collegamenti con la criminalità organizzata e che, nel tempo si sono prestati ad accogliere e proteggere chi si sottrae alla giustizia italiana. La storia giudiziaria conferma questa mia affermazione se si considera che negli scorsi anni diversi agrigentini ricercati sono stati catturati proprio in Paesi della Comunità Europea ed anche in Stati d’oltreoceano. Un latitante, ad esempio, è rimasto all’estero finchè è maturato il termine di prescrizione della pena da espiare. Ci sono quindi dei meccanismi che i ricercati ben conoscono che consentono loro di sottrarsi alla giustizia italiana. Vi sono poi degli elementi per ritenere che queste latitanze non sarebbero rese possibili senza l’aiuto di fiancheggiatori e della stessa organizzazione criminalealla quale appartengono; mi riferisco anche agli “aiuti” economici che vengono prestati: sia Focoso che Putrone sono stati adeguatamente assistiti nel corso dei processi celebrati nella loro contumacia con nomine di difensori di fiducia; inoltre generalmente le spese della difesa in Cosa Nostra – lo attestano dati processuali - sono a carico della stessa organizzazione. Potremmo ritenere che quanto appena detto si sia verificato anche in questo caso, soprattutto perché i processi sono stati lunghi e costosi. Quasi sempre i latitanti, durante il periodo in cui si sottraggono alla cattura, sono resi edotti di quanto avviene, sotto il profilo criminale, nei territori di appartenenza; ne è conferma il rinvenimento nell’abitazione in cui si nascondeva il Focoso di numerose copie del Giornale di Sicilia (anche non recenti), con la cronaca di Agrigento, che consentivano il costante aggiornato sugli eventi agrigentini.Possiamo azzardare a parlare di una loro auspicabile collaborazione?La collaborazione, secondo la recente legge, deve rispondere a requisiti molto rigorosi, primo fra tutti l’elemento della novità. Sarebbe auspicabile che intervenga, pertanto, al momento della cattura, quando chi si appresta ad iniziare la collaborazione, è in possesso di dati che consentono di intervenire sul territorio con celerità e speditezza anche con funzioni di prevenzione. Il riferimento a fatti del passato ha certamente una utilità soltanto se riguardi dati non ancora processualmente acquisiti. Soltanto in presenza di elementi che vanno valutati con estremo rigore può essere avviata la procedura per attribuire il programma di protezione ed i benefici che la legge consente.* Procuratore aggiunto DDA Palermo



11:51 PM - Thursday 30 November 2006 - Invia un commento
la verita'io sono stato in sicilia come carabiniere,se chiedete ho sempre fatto tutto cio che mi conpeteva con devozione e sincerita,ma nel momento che l'arma non ritenette che il mio servigio era dispensabile ho avuto tutto il vostro ricambio con la distruzione di una vita e con il vostro dire cosa nostra.se potessi ritornare indietro non rifarei piu quel cammino.per il maggiore massimo cucchini.complimenti per la tua carriera e scusa se ti ho distusturbato ne cercarti,pensavo che un apparenenza era la migliore cosa per una persona ma mi ricredo,io sto vivendo un incubo degli sbagli non miei grazie.
pietro crescente - 11:38 AM - Monday 8 October 2007
Congratulazioni Magg. CucchiniSalve Maggiore, Dalle poche notizie via Internet cerco di segurla quanto più mi è possibile. Le invio un caro saluto e le faccio i miei complimenti per la brillante carriera Raffaele C. 204° Corso "Enea Codotto" - Benevento. (Sett. 1996)
Anonymous - 03:58 PM - Monday 5 November 2007


PER CONTATTARMI












09:50 AM - Wednesday 29 November 2006 - Invia un commento

SICANIA POKER
08:50 PM - Saturday 25 November 2006 - Invia un commento
LUIGI PUTRONE ARRESTATO BOSS LATITANTE DA 7 Anni







Luigi Putrone si era rifugiato in una cittadina della Repubblica CecaCondannato all'ergastolo, era coinvolto nel sequestro del bimbo ucciso nell'acidoArrestato boss latitante da 7 anniFu carceriere del piccolo Di Matteo


PALERMO - Fu il carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del collaboratore di giustizia sciolto nell'acido. Era al vertice della mafia d'Agrigento e di Porte Empedocle. Nel 2001, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario fu indicato come uno dei boss "emergenti" di Cosa nostra. Da sette anni era ricercato per associazione mafiosa e omicidio. Condannato all'ergastolo, compariva nella lista dei trenta latitanti italiani più pericolosi. Ieri è stato arrestato nella Repubblica Ceca. La carriera criminale di Luigi Putrone è terminata in un carcere di Praga. I carabinieri d'Agrigento l'hanno atteso davanti ad un pastificio: non era armato e non ha potuto reagire. Viveva a Usti Nab Laben, una cittadina al confine con la Germania, a circa settanta chilometri dalla capitale ceca. C'era finito per evitare il carcere ma una telefonata ai parenti in Italia l'ha tradito. Viveva in una palazzina popolare con una compagna ceca, a quanto pare, all'oscuro del suo passato mafioso. Appena un mese fa, un altro esponente della famiglia mafiosa di Porte Empedocle, il boss Joseph Focoso, era stato arrestato in Germania, non distante dalla città dove si era rifugiato il latitante siciliano. Per il Procuratore capo di Palermo Piero Grasso, la coincidenza non è casuale: "In Germania ci sono molte colonie di mafiosi ed possibile che in quella terra i latitanti possano godere di protezione". Luigi Putrone, 45 anni, era ricercato dal 1998 per associazione mafiosa e omicidio; riuscì ad evitare la condanna fuggendo in modo rocambolesco dalla finestra dell'hotel di Agrigento nel quale lavorava. Cinque anni dopo fu condannato in contumacia all'ergastolo dalla Corte d'Appello di Palermo nel cosiddetto Processo Akragas. L'ultima condanna, Putrone l'aveva collezionata il 20 maggio dell'anno scorso: 18 anni di reclusione per una serie di estorsioni a commercianti e imprenditori dell'agrigentino.
12 Agosto 2006


08:19 PM - Saturday 25 November 2006 - Invia un commento

L' ISOLA CHE NON C' E'



IL sindaco Tirrito Giuseppe : Il nostro è un paese sereno….
Un’isola felice.


Diamo una risposta all' INTERVISTA dell'EX PRIMO MEMBRO.

1)Come mai non ha dichiarato lutto cittadino?strano forse colui che si auto proclamò primo membro cittadino (a tutti gli effetti) dimentica che a sostenerlo a candidarsi sindaco fu l’impegno principale dei fratelli Angelo , Vincenzo e Salvatore Vaccaro Notte.E dimentica inoltre che nella sua carriera politica prima di essere eletto sindaco, a malapena poteva contare sui circa 60 voti del suo parentato….pertanto il minimo che lui potesse fare come si verifica nelle amministrazioni democratiche e civili dichiarare lutto cittadino, primo perché Salvatore Vaccaro Notte era un suo consigliere nella sua prima candidatura 1993/1998, e poi io Angelo Vaccaro Notte all’epoca dei fatti consigliere comunale all’opposizione(1998/2000 poi mi sono dimesso causa dei fatti criminosi nei confronti della mia famiglia) perché la mia è una famiglia onesta stimata e rispettata che non meritava per nessun motivo questi efferati e barbari “Omicidi”.

2)Riferisce che Sant’Angelo è un paese tranquillo un’isola felice, forse alludeva all’isola Ferdinandea l’isola che non c’è!!!!Ma viveva nel mondo di Peter Pan…!!Risponde che la mafia cerca d’infiltrarsi dove c’è business, che strano, anzi stranissimo….. l’ex consigliere di Alleanza Nazionale Angelo Vaccaro Notte che ha una memoria molto lucida, ricorda molto bene che prima che arrivassero questi imprenditori virtuali con una carriola con la ruota sgonfia, un piccone e una pala…. Forse erano solo questi i mezzi pagati di cui la ditta Vaccaro/Di Raimondo/Iacono erano titolari…..ricordo bene che hanno operato altre ditte efficienti di Favara, Cammarata, San Giovanni Gemini e San Biagio Platani…. strano molto strano, dopo i primi 5 anni dell’amministrazione dell’allora sindaco Tirrito queste ditte non si sa come, ma lascio a voi immaginare sparirono completamente di essere presenti e vincere alcuni appalti o se venivano vinti da queste ditte….strano i lavori venivano effettuati dalla ditta Vaccaro, Di Raimondo e Iacono.
Meno male che non parliamo di infiltrazioni e neanche di corruzione, però tengo a precisare visto l’evolvere dei fatti (motto mio personale…Dio vede e provvede, che il tempo mi darà ragione) ci veniamo a trovare il vice sindaco Giuseppe Vaccaro omonimo e primo cugino di Giuseppe Salvatore Vaccaro presunto mandante degli omicidi dei miei fratelli, il presidente del consiglio Lorenzo Alfano primo cugino del defunto capo mafia Vincenzo Di Raimondo e Antonino Di Raimondo presunti mandanti, posso dedurre che per una forma di rispetto adesso capisco il perché non proclamò il lutto cittadino (per non fare un torto alle famiglie di cosa nostra locali).


3)Riguardo alle agenzie al tempo degli omicidi, mi risulta che le agenzie autorizzate prima era solo una quella di mio fratello Vincenzo, visto che la ditta Capraro (Milioto) se non erro dopo anni di lavoro non in regola regolarizzò la posizione 6/8 mesi dopo dell’apertura dell’agenzia di mio fratello, molto particolari le contraddizioni di questo sindaco, nell’intervista riferisce che le agenzie sono tre….sapete di chi è la terza agenzia? Del primo cugino del sindaco Giuseppe Tirrito e del nipote Sacco Agostino deceduto alcuni mesi fa, e si vocifera morto(impiccato) infarto, anche lui presunto mandante dell’assassinio dei miei fratelli certo che abbiamo un bel mosaico!! Grazie a Dio era un paese sereno e felice….. parla di una fetta di mercato molto scarsa, trenta milioni circa da dividere in tre.. che strano forse lui ha dimenticato che alcuni mesi prima per la dipartita della propria madre, mi risulta che pagò tra i sette/otto milioni per il servizio offertogli dalla ditta Capraro /Milioto, comunque prima dell’evento la ditta Milioto operava con un listino di mercato che oscillava tra i quattro milioni e mezzo ai sette milioni (compresa tangente mortuaria), naturalmente da dividere con alcuni lecchini e altri falegnami….l’agenzia di mio fratello non aveva un listino prezzi così elevato perché noi non pagavamo nessuna tangente mortuaria ma garantivamo un servizio efficiente serio e di qualità…..furono i Milioto a lanciare la sfida che dovevano far fallire mio fratello, e io gli dissi che prima di tutto mio fratello non aveva nessuna cambiale da pagare perché dietro di mio fratello c’ero io che garantivo e che avevo finanziato l’attività commerciale.
Ma visto che lui era conscio e consapevole che i due omicidi portavano dritti all’agenzia di onoranze funebre, strano…molto strano a consigliare al cugino di aprire un’altra agenzia di onoranze funebre, a questo punto nutro il sospetto per non dire certezza che era un bel piano studiato a tavolino.


4)Dal 10 maggio ad oggi il mio cellulare è diventato un centralino, ho ricevuto centinaia di telefonate di amici, conoscenti e parenti che stimavano stimano e mi auguro che stimeranno ancora Angelo Vaccaro Notte e famiglia, per congratularsi dell’operato delle forze dell’ordine, che la giustizia DIVINA e TERRENA alla fine trionfa su tutto.













News IL SINDACO : IL NOSTRO è UN PAESE SERENO





INTERVISTA integrale 8 Febbraio 2000

IL SINDACO: IL NOSTRO è UN PAESE SERENO



Sant’Angelo Muxaro. 8 Febbraio 2000

Oggi pomeriggio ai funerali di Salvatore Vaccaro Notte ci sarà anche il sindaco del paese,Giuseppe Tirrito.
Ma non sarà lutto cittadino.
Perchè?
“Non serve l’ufficialità. Questo delitto è un lutto cittadino nei cuori di tutti noi. Ogni altra iniziativa si presterebbe a strumentalizzazioni”.
Ma si tratterebbe di una persona che ha pagato con la vita per aver contrastato condizionamenti mafiosi…
”Si , ho sentito questa ipotesi. Ma guardi che Sant’Angelo è un paese tranquillo,un’isola felice. La mafia cerca di infiltrarsi laddove c’è business e dove ci sono amministrazioni corrotte ed a S.Angelo non c’è né questo né quello”.
Allora come si possono giustificare due delitti in tre mesi? (dovevano essere tre)
”Nessuno al momento sa dare una spiegazione. Il movente potrebbe essere qualcosa di futile,od invece qualcosa di grosso. Saranno gli inquirenti a dare risposte concrete. Certo,però,se si pensa al business guardando all’attività di pompe funebre che svolgeva Vincenzo Vaccaro Notte io credo che si rischi di sbagliare. Di agenzie infatti ce ne sono ben tre,e con una media in paese di venti morti l’anno si tratterebbe di gestire un affare da trenta milioni da dividere in tre. Troppo poco per giustificare tanta violenza,per un delitto che,comunque,nulla ha a che vedere con la politica”.
Cosa vuol dire?
”Che si è ricordato il fatto che Vaccaro Notte sia stato consigliere comunale da AN. Nei paesi piccoli i partiti non sempre rispecchiano scenari nazionali. Prenda la mia giunta come esempio:è sostenuta da Forza Italia nonostante io sia un diessino”

Alfonso Bugea

08:36 PM - Thursday 23 November 2006 - Invia un commento


I PIDOCCHI SCORTATI
LO STATO CONCEDE UNA SCORTA AI “PIDOCCHI”




I pidocchi hanno paura di altri pidocchi, adesso tremano e tanti altri non riescono a dormire dopo la notizia che alcuni pidocchi appartenenti alla cosca sono disposti a collaborare e a chiarire molti fatti criminosi che si sono verificato nell’hinterland Agrigentino, con precisione a Sant’Angelo Muxaro ,Raffadali Santa Elisabetta e dintorni.
Qualcosa si muove, il mosaico dell’assassinio dei miei fratelli incomincia ad essere molto più chiaro.. non fu solo la cosca dei pidocchi ad essere partecipe, ma anche un altro gruppo di “LARVE” della sottospecie minore ( VERMYS INUTILIS ) avrebbe fatto parte fornendo informazioni sugli spostamenti sia dei miei fratelli che quelli miei, in cambio hanno ricevuto soldi e qualcuno un lavoro, questa è certa sporcizia che ancora oggi circola a Sant’Angelo Muxaro e dintorni.
MORTI DI FAME, PIDOCCHI, STRACCIONI, SACCHINARI… per pochi spiccioli si sono venduti la dignità e l’onestà….un pugno di “CORNUTI” come si dice in gergo paesano… ma come fate a camuffare il vostro vile comportamento, puzzate di fogna, gente come voi va isolata!!!!!
Alcuni familiari di questa “ SPORCIZIA O PENTITI ” prima camminavano armati e in gruppi, adesso con i pannoloni e carta igienica!!!!! Ogni minimo rumore o la presenza di qualche estraneo li spinge urgentemente ad avere contatto con la loro origine, cioè la “FOGNA” accettate un mio consiglio “IMPICCATEVI” !!!!!!!



I miei fratelli non sono” ombre ” hanno un’anima ma soprattutto la mia famiglia ha una grande dignità

Angelo Vaccaro Notte


04:05 PM - Tuesday 21 November 2006 - Invia un commento

" PUCYS INUTILIS "
IL PENTITO FORSE SI è PENTITO

DI FARE IL PENTITO



Da Voxpopoli: Pressioni interne alla disonorabilità della propria sporcizia familiare , mantengono il fiato sospeso la cittadinanza onesta che non vede l’ora di liberarsi di certa FETENZIA !!!!!!!!!!!
Si aspettano ulteriori sviluppi nei prossimi giorni !!!


Angelo Vaccaro Notte
09:03 AM - Tuesday 14 November 2006 - Invia un commento
Commento senza titoloVai avanti Angelo fagli vedere chi a veramente le "PALLE" . Sei forte sono un pugno di PIDOCCHI . Un tuo ammiratore 6 un MITO
Anonymous - 04:22 PM - Wednesday 29 November 2006
SUMMIT tra MAFIOSI GANG CLAN BANDA




SUMMIT tra MAFIOSI
alcuni affiliati della cosca dei pidocchi, prima di essere arrestati.




10:21 PM - Jul. 22, 2008 -

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