sabato 7 febbraio 2009

UN MESE DI CRONACA SETTEMBRE 2008 NEWS MAFIA NOTIZIE

UN MESE DI CRONACA SETTEMBRE 2008 NEWS MAFIA NOTIZIE








30.09.2008
Arrestato il gruppo di fuoco responsabile della strage di Castel Volturno con una maxi-operazione di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza
Maroni: «Avevamo promesso di intervenire subito nel dare un duro colpo alla criminalità e alla camorra, abbiamo mantenuto l'impegno stanotte»







Una vasta operazione della Polizia di Stato di Caserta, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Anticrimine Centrale (DAC) e dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza, si è svolta durante la notte e le prime ore del mattino.
Gli agenti della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli su richiesta della D.D.A. partenopea nei confronti di oltre 100 tra capi e gregari del clan Schiavone di Casal di Principe egemone nella provincia casertana con diramazioni nazionali e internazionali.
L'operazione continua insieme ai finanzieri nel circondario casertano e napoletano e anche nel Basso Lazio e in Toscana, dove si sta procedendo al sequestro di beni mobili, immobili e società commerciali, riconducibili all’organizzazione camorristica, per un valore di oltre 100 milioni di euro.

Il ministro dell'Interno Maroni ha espresso la sua soddisfazione nel corso di un'intervista telefonica nella trasmissione televisiva 'Mattinocinque' in onda su 'Canale 5': «Oggi è una giornata da incorniciare» ha detto.
«Avevamo promesso di intervenire subito nel dare un duro colpo alla criminalità e alla camorra - ha poi proseguito il ministro - e abbiamo mantenuto l'impegno stanotte in un'operazione straordinaria di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza».
In Campania c'è, ha detto il ministro, «una zona bellissima e sfortunata che noi vogliamo riportare all'utilizzo e alla vita civile dei cittadini e per questo abbiamo dichiarato guerra alla camorra».

Venerdì il ministro Maroni parteciperà a un vertice a Caserta dove sarà deciso l'impiego e il dislocamento dei 500 militari in arrivo nella zona per le attività di controllo del territorio, di tutela dei cittadini e dei punti strategici individuati dai responsabili della sicurezza.

Alle 12 si è svolta a Palazzo Chigi una conferenza stampa con il ministro dell'Interno Maroni alla quale hanno preso parte i vertici delle forze dell'ordine: il capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, generale Gianfrancesco Siazzu e il comandante generale della Guardia di Finanza, generale Cosimo D'Arrigo.









CAMORRA, NAPOLITANO: ''VITTORIA DELLE ISTITUZIONI'
ROMA - ''La risposta data oggi all'aggressione della criminalita' organizzata dimostra la capacita', da parte delle forze dello Stato, di reazioni tempestive e concrete volte a riaffermare il primato delle Istituzioni e il principio della legalita'. Esse rappresentano il frutto di un intenso, quotidiano impegno investigativo e della elaborazione di piani di contrasto in stretta collaborazione tra i magistrati e le forze di polizia e in piena sinergia tra queste ultime'': lo afferma il il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Napolitano ha quindi espresso al Procuratore della Repubblica di Napoli, al Capo della Polizia e ai Comandanti Generali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza il suo piu' vivo compiacimento per le attivita' di indagine e gli interventi operativi che hanno portato alla cattura di esponenti di spicco dei gruppi criminali cui sono addebitati la strage avvenuta nel casertano nei giorni scorsi e altri gravissimi delitti di camorra. Ai clan camorristici sono stati inferti anche duri colpi attraverso consistenti sequestri di loro beni. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa del Quirinale.

MARONI: "INFERTO COLPO DURISSIMO"
"Questa notte abbiamo inferto un colpo durissimo al clan dei Casalesi". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, sottolineando che "tutte le strutture dello Stato hanno agito contemporaneamente". E' un "risultato eccezionale - ha aggiunto - dovuto all'intensificazione dell'azione di contrasto" dopo la strage di Castelvolturno.

"L'operazione di questa notte dimostra che lo Stato c'é, che interviene in modo efficace e vuole riprendere il controllo del territorio. La guerra contro la camorra - ha aggiunto - continuerà nel tempo finché non sarà vinta". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi sottolineando che l'operazione di stanotte è la "prima importante risposta che lo Stato dà a questa guerra dichiarata dalla camorra". Il titolare del Viminale ha poi ribadito che il risultato è arrivato grazie alla "piena e totale collaborazione tra magistratura, ministero dell'Interno, polizia, carabinieri e guardia di finanza". E' "la strada giusta - ha concluso Maroni - per combattere la camorra e vincere questa grande sfida di civiltà".

SEQUESTRATI BENI A CASALESI PER OLTRE 100 MLN
L'operazione anticamorra di stanotte ha portato al sequestro di beni appartenenti al clan dei Casalesi per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Sono state sequestrate - sottolinea il ministro - 48 società, 148 veicoli, 134 immobili e 13 cavalli".

IN CASA LATITANTI FUCILI AGGUATO IN CASERTANO
Nella villetta in cui sono stati arrestati Francesco Cirillo e Giovanni Letizia i carabinieri hanno recuperato due kalashnikov che "quasi certamente sono le armi con cui è stata compiuta la strage degli immigrati a Castelvolturno". Lo ha detto il comandante generale dei Carabinieri Gianfrancesco Siazzu che nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi ha ricostruito l'arresto dei tre latitanti (oltre a Cirillo e Letizia, è finito in manette anche Oreste Spagnuolo). Cirillo e Letizia, ha sottolineato Siazzu "sono ritenuti con quasi assoluta certezza" i componenti del gruppo di fuoco che ha sparato contro gli immigrati, mentre al momento su Spagnuolo "non ci sono elementi per dire che abbia partecipato alla strage". Nel corso delle perquisizioni, ha aggiunto il comandante dell'Arma, sono state sequestrate anche una pistola Beretta 98 F (la versione civile dell'arma in dotazione alle forze dell'ordine), un fucile a pompa, delle casacche e delle palette con la scritta carabinieri, alcuni lampeggianti. Si tratta di "uno dei successi - ha concluso Siazzu - che fanno ritenere che le forze dell'ordine, al di là di alcune critiche, sono efficienti. E' una tappa dell'attività investigativa, che continuerà con la massima attenzione".

STANATI KILLER CASALESI, 107 ARRESTI NEL CLAN
Tre presunti killer della strage di Castel Volturno (Caserta), nella quale furono uccisi sei immigrati africani, stanati nel loro nascondiglio in provincia di Napoli. E ancora, 107 arresti di appartenenti al clan dei Casalesi, tra i quali la moglie del super boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Due importanti operazioni delle forze dell'ordine, quasi in contemporanea, hanno segnato oggi una vittoria dello Stato, in quella che ha definito il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, "una giornata da incorniciare".

Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia, accusati di essere componenti di un gruppo di fuoco al centro di una serie di agguati, sono stati bloccati dai carabinieri del comando provinciale di Caserta in due villini, tra Monterusciello e Quarto, nella zona flegrea. Nelle due residenze blindate sono state trovate armi, parrucche, ma anche pettorine delle forze dell'ordine. I tre non hanno opposto resistenza: Cirillo si è perfino complimentato con le forze dell'ordine. Oltre 500 tra poliziotti e militari della Guardia di Finanza sono stati invece impegnati nell'esecuzione di oltre 100 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 76 notificate in carcere, ed emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea.

Tra gli arrestati anche Giuseppina Nappa, 48 anni, moglie di Francesco Schiavone, detto Sandokan, in carcere da circa 10 anni ed ancora ritenuto dalle forze dell'ordine a capo del clan dei Casalesi. L'accusa nei suoi confronti è di ricettazione, per aver percepito lo stipendio che l'organizzazione assicurava mensilmente ai familiari degli affiliati detenuti. Nella sua abitazione di Casal di Principe, sempre nel Casertano, è stato arrestato anche un avvocato, Mario Natale, nei cui confronti l'accusa è di estorsione. Sequestrati beni mobili e immobili e società riconducibili al clan camorristico per un valore di oltre 100 milioni di euro.

REDINI CLAN ANCORA IN MANO A SANDOKAN
Dalle indagini che hanno portato oggi all'emissione di 107 ordinanze di custodia cautelare in carcere è emerso che le redini del clan dei Casalesi sono ancora saldamente in mano a Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan, nonostante sia in carcere da diversi anni per scontare numerosi ergastoli. Secondo gli inquirenti, alla direzione del clan partecipano la moglie del boss, Giuseppina Nappa, arrestato nel blitz della scorsa notte, i nipoti, Nicola Panaro (latitante), Sebastiano Panaro, Vincenzo Schiavone e il boss Mario Caterino, attualmente latitante e di recente condannato all'ergastolo al processo Spartacus. E' emerso anche che il nucleo decisionale dell'organizzazione è a Casal di Principe e che il clan ha diramazioni in tutta la provincia di Caserta che è controllata da ben 8 gruppi criminali.

LATITANTI ARRESTATI PER OMICIDI E STRAGE IMMIGRATI
Oreste Spagnuolo, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia, arrestati all'alba di oggi dai carabinieri di Caserta sono quasi certamente collegati alla strage degli immigrati verificatesi a Castel Volturno (Caserta): le armi ritrovate oggi in loro possesso sono le stesse utilizzate e al pari di due moto ritrova sempre nell'operazione di stamattina. In particolare Cirillo e Spagnuolo sono ritenuti responsabili della strage degli immigrati, mentre al vaglio degli inquirenti é la posizione di Letizia. Gli inquirenti hanno definito i tre come appartenenti ad un vero e proprio 'gruppo di fuoco' capeggiato da Giuseppe Setola, ancora latitante: un gruppo che avrebbe firmato una lunga lista di omicidi, da quello dell'imprenditore Domenico Noviello a Raffaele Granata, gestore di un lido balneare, nonché a diversi attentati ai danni degli immigrati.

IN UN LIBRO MASTRO STIPENDI AD AFFILIATI
Nel corso dell'operazione di stanotte contro il clan dei Casalesi è stato sequestrato un manoscritto a Vincenzo Schiavone, soprannominato 'copertone', uno degli esponenti di spicco della cosca, tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare: dalle indagini su questo che è considerato un 'libro mastro' del clan, gli investigatori della Squadra Mobile di Caserta hanno ricostruito la contabilità dell'organizzazione, ovvero gli stipendi versati mensilmente agli affiliati, alle vedove, agli altri familiari e ai parenti dei detenuti. Tra gli elementi che hanno consentito di ricostruire tale contabilità vi sono anche diversi 'pizzini' relativi alle attività commerciali e imprenditoriali sottoposte a estorsione. Gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa per illustrare i particolari dell'inchiesta, hanno sottolineato che il solo gruppo Schiavone pagava 'stipendi' per oltre 5 milioni di euro all'anno. Per procurarsi il denaro necessario - hanno spiegato gli investigatori - erano organizzate estorsioni a tappeto.

FINI: AZIONE DA RICORDARE, OGGI INFERTO DURO
Desidero esprimerLe i miei più vivi complimenti unitamente al mio plauso più intenso per la brillante operazione condotta questa mattina dalle Forze dell'ordine contro la camorra. Sono convinto che la giornata odierna sarà ricordata come quella di una importante vittoria riportata dallo Stato contro il crimine organizzato. L'azione di oggi ha inferto un duro colpo ai nemici della legalità e della civiltà, consolidando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella legge". Lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini in un messaggio inviato al ministro dell'Interno Roberto Maroni. "La legittima soddisfazione per il successo odierno - prosegue Fini - deve essere di incitamento per proseguire con determinazione la lotta alle organizzazioni criminali e per l'affermazione dell'autorità dello Stato democratico in nome dei valori sanciti dalla Costituzione."













1. FOGGIA: PREGIUDICATO UCCISO IN SPARATORIA, AVEVA PRECEDENTI PER MAFIA


FOGGIA: PREGIUDICATO UCCISO IN SPARATORIA, AVEVA PRECEDENTI PER MAFIA Foggia, 27 set. (Adnkronos) - Un pregiudicato foggiano sessantenne, Antonio Bernardo, con precedenti per mafia, e' stato ucciso questa sera nel capoluogo dauno in una sparatoria. Sull'episodio indaga la Squadra Mobile della Questura. Â (27/09/2008 - 21:26:00)
27/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

2. MAFIA: ARRESTI PALERMO, OGGI L'INTERROGATORIO DEL PROCURATORE SPORTIVO


MAFIA: ARRESTI PALERMO, OGGI L'INTERROGATORIO DEL PROCURATORE SPORTIVO GIOVANNI PECORARO E' ACCUSATO DI CONCORSO ESTERNO Palermo, 26 set. - (Adnkronos) - Verra' interrogato questa mattina, al carcere Ucciardone di Palermo, dal gip Silvana Saguto, Giovanni Pecoraro, 47 anni, il procuratore sportivo arrestato martedi' mattina con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, con ...
26/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

3. MAFIA: NAPOLITANO, RAFFORZARE CULTURA LEGALITA' PER SCONFIGGERE VIOLENZA


MAFIA: NAPOLITANO, RAFFORZARE CULTURA LEGALITA' PER SCONFIGGERE VIOLENZA 'IN PARTICOLARE NEI GIOVANI, E' CONDIZIONE NECESSARIA' Roma, 25 set. - (Adnkronos) - "Rinnovare il ricordo di chi si e' sacrificato per la difesa dei valori di giustizia, democrazia e liberta' rappresenta non solo una doverosa espressione di vicinanza a coloro che hanno subito la perdita dei propri cari, ma anche ...
25/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

4. MAFIA: ARRESTI PALERMO, DA BOSS LO PICCOLO INTERESSI ECONOMICI NEL VENETO


MAFIA: ARRESTI PALERMO, DA BOSS LO PICCOLO INTERESSI ECONOMICI NEL VENETO Palermo, 24 set. - (Adnkronos) - I capi mafia Sandro e Salvatore Lo Piccolo, arrestati nel novembre scorso dopo una lunga latitanza, avevano interessi economici nel Veneto, in particolare a Chioggia. E' quanto emerge dall'operazione antimafia che all'alba di oggi ha portato all'arresto di due persone, l'avvocato ...
24/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

5. CAMORRA: MARONI, PARLAMENTO RIFLETTA SU DOMICILIARI AD ACCUSATI DI MAFIA


CAMORRA: MARONI, PARLAMENTO RIFLETTA SU DOMICILIARI AD ACCUSATI DI MAFIA 'SOLO A CASTELVOLTURNO BENEFICI CONCESSI A 118 PERSONE' Roma, 24 set. (Adnkronos) - Dopo la strage di Castelvolturno (Caserta) il Parlamento dovrebbe ''fare una riflessione'' sugli arresti domiciliari concessi agli indagati per fatti di criminalita' organizzata ''e studiare con il governo un'iniziativa che sia ...
24/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

6. MAFIA: ARRESTI PALERMO, L'AVVOCATO SI VOLEVA INTESTARE APPARTAMENTO LO PICCOLO


MAFIA: ARRESTI PALERMO, L'AVVOCATO SI VOLEVA INTESTARE APPARTAMENTO LO PICCOLO Palermo, 24 set. - (Adnkronos) - L'avvocato Marcello Trapani, il legale dei Lo Piccolo finito all'alba di oggi in carcere con l'accusa di associazione mafiosa, si sarebbe impegnato con i due capimafia a "intestarsi fittiziamente" un appartamento. Una richiesta che sarebbe venuta da Calogero Lo Piccolo, ...
24/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

7. MAFIA: PALERMO, ORDINE AVVOCATI SOSPENDE LEGALE ARRESTATO


MAFIA: PALERMO, ORDINE AVVOCATI SOSPENDE LEGALE ARRESTATO IL PRESIDENTE SANSEVERINO PRESENTE ALLA PERQUISIZIONE DELLO STUIDO LEGALE Palermo, 24 set. - (Adnkronos) - L'Ordine degli avvocati di Palermo sospendera' a tempo indeterminato dalle funzioni di legale l'avvocato Marcello Trapani, arrestato oggi nell'ambito dell'operaizone antimafia della Guardia di FInanza. Ad annunciarlo ...
24/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

8. MAFIA: PALERMO, ARRESTATI AVVOCATO E PROCURATORE DI CALCIO


MAFIA: PALERMO, ARRESTATI AVVOCATO E PROCURATORE DI CALCIO Palermo, 24 set. - (Adnkronos) - Sono un avvocato e un procuratore di calcio, ritenuti vicini ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, i due uomini arrestati oggi dalla Guardia di Finanza a Palermo. In carcere sono finiti l'avvocato Marcello Trapani, 39 anni, legale della famiglia Lo Piccolo, accusato di associazione mafiosa, e ...
24/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

9. LECCE: CONDANNATO PER MAFIA, CONFISCA BENI DA 1 MLN


LECCE: CONDANNATO PER MAFIA, CONFISCA BENI DA 1 MLN Lecce, 24 set. (Adnkronos) - La Direzione Investigativa Antimafia di Lecce ha eseguito un decreto emesso dalla seconda sezione penale del Tribunale del capoluogo salentino, presieduto dal dottor Pellegrino, che stabilisce la confisca di un'azienda per il commercio all'ingrosso di abbigliamento, di un appartamento e di quattro ...
24/09/2008 - http://www.adnkronos.com/

10. MAFIA: LEGALE CONTRADA CHIEDE DETENZIONE DOMICILIARE A PALERMO


MAFIA: LEGALE CONTRADA CHIEDE DETENZIONE DOMICILIARE A PALERMO Palermo, 23 set. - (Adnkronos) - La detenzione domiciliare di Bruno Contrada, l'ex 007 che sta scontando una condanna definitiva a dieci anni per mafia, a Palermo e' stata chiesta, con un'istanza, dal suo legale, Giuseppe Lipera. Attualmente Contrada e' ai domiciliari presso la casa della sorella Anna a Varcaturo, nel ...
23/09/2008 - http://www.adnkronos.com/







S.Margherita Belice, manifestazione contro la mafia







Una manifestazione contro la mafia si terrà nei giorni 3, 4 e 5 ottobre prossimi a Santa Margherita Belice denominata "Santa Margherita di Belice, città contro la mafia. Qui i mafiosi non hanno cittadinanza". A organizzarla i giovani del Movimento Giovanile Trasversale che, dopo il successo riscontrato nella passata edizione, hanno deciso di ripeterla.

Nomi prestigiosi prenderanno parte a questa edizione: Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato dalla mafia, Antonio Ingroia, sostituto procuratore a Palermo, Salvatore Vella, titolare dell'operazione "Scacco Matto", Gioacchino Genchi, vicequestore aggiunto a Palermo, e ancora Enzo Guidotto, Sonia Alfano, Pino Masciari e Benny Calasanzio. Previsto anche un incontro-dibattito con le scolaresche che si terrà nei locali dell'aula consiliare di Santa Margherita Belice.

"E' passato un anno - dichiarano i responsabili del Movimento Giovanile Trasversale - dalla splendida manifestazione antimafia organizzata da noi giovani del Movimento Giovanile Trasversale. Non potevamo non esserci quest'anno. Non potevamo lasciare da soli i magistrati, le forze dell'ordine, specialmente dopo l'ultima operazione risalente a luglio denominata "Scacco Matto" condotta magistralmente dal Pm Salvatore Vella e che ha portato in galera una trentina di persone".







DELITTI DI MAFIA

Processo Sicania 2 Turco si astiene







E’ cominciato con un rinvio preliminare al 7 ottobre prossimo, il processo contro

sei imputati coinvolti nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale

antimafia di Palermo e sfociata, il 12 luglio dello scorso anno, nell’operazione

denominata «Sicania 2». Sul banco degli imputati siedono Carmelo Milioto, 28

anni, Salvatore Fragapane, 51 anni, Stefano Fragapane, 29 anni, e Giuseppe Fanara,

51 anni, tutti di Santa Elisabetta, nonché Francesco Leto, 73 anni, di

Sant’Angelo Muxaro, e Giuseppe Brancato, 49 anni di Canicattì. Il rinvio è stato

causato alla richiesta di astensione del giudice a latere Luisa Turco che in

passato aveva giudicato alcuni degli odierni imputati per fatti di mafia nel

contesto di un altro procedimento penale. Al presidente della Corte d’Assise,

Franco Marino, non è rimasto altro da fare che rinviare l’udienza nell’attesa

della nomina di un sostituto della Turco. Il blitz «Sicania 2» consentì di fare luce

sugli omicidi di Filippo Cuffaro, Vincenzo Vaccaro Notte, Salvatore Vaccaro

Notte, Salvatore Oreto e Giuseppe Alongi, nonché sui tentati omicidi di Salvatore

Grassonelli e Silvio Cuffaro. Altri 4 imputati, Raffaele Fragapane, 30 anni, di

Santa Elisabetta, Pasquale Vella, 44 anni, di Raffadali, Roberto Voto D’Alessandro,

39 anni, di Sant’Angelo Muxaro, e Vincenzo Licata, 52 anni, di Grotte, sono

stati processati con l’abbreviato.







19 settembre 2008

DARIO BROCCIO








Anniversario Livatino, Morto perché aveva

toccato il nodo mafia-politica









Palermo, 19 settembre 2008 - “Rosario Livatino morì perché era un giudice integerrimo e capace che faceva il proprio dovere, come lo fanno oggi tanti magistrati impegnati contro la mafia in Sicilia e le altre organizzazioni criminali nel resto del Paese. Morì soprattutto perché con le sue inchieste era andato a toccare gli intrecci, ancora oggi vivi, fra mafia e politica”. Così il senatore del Pd Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione Antimafia, parla del giudice Rosario Livatino, il magistrato siciliano ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990.
E aggiunge: “Ricordare oggi Livatino significa per la politica lavorare per garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, per darle le risorse e gli strumenti necessari perché svolga con sempre maggiore efficacia la propria azione. Ma significa anche non cercare sempre di screditare i magistrati impegnati in prima linea, come ha più volte fatto qualche esponente delle istituzioni, nel passato come nel presente, solo per il fatto che portano avanti inchieste scomode per alcuni settori della politica”.







Mafia, il pg chiede 8 anni per il senatore Mannino







PALERMO (19 settembre) - Otto anni di carcere per l'ex ministro Calogero Mannino, oggi senatore dell'Udc, è la condana chiesta dal sostituto procuratore generale di Palermo, Vittorio Teresi. Mannino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e secondo il pg sarebbe colpevole per i fatti avvenuti dal 1981 in poi. Per i precedenti ha chiesto ai giudici della corte d'appello l'assoluzione.

Per Mannino si tratta del quarto processo. Nel 2005 la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza di condanna a 5 anni e 4 mesi inflitta dalla Corte d'Appello di Palermo. Alla prossima udienza, prevista per il 3 ottobre, toccherà alla parte civile e poi alla difesa.







Omicidio del favarese Costanza,

Putrone in aula accusa gli imputati







Gli abbiamo teso un tranello prendendo appuntamento con una scusa. Dopo avergli sparato una prima volta, abbiamo cercato di strangolarlo con una corda e infine gli abbiamo esploso un colpo di grazia alla testa”. Un racconto tanto dettagliato quanto agghiacciante che ha ricostruito il delitto del favarese Antonio Costanza, ucciso il 25 giugno del 1995 perché ostile ai Fragapane. In particolare sarebbe stato eliminato perché ritenuto un “traditore” che aveva fatto arrestare i capimafia Salvatore Fragapane e Leoluca Bagarella. A parlare, collegato da un sito riservato, è stato l’ex boss Luigi Putrone. Cappellino bianco in testa e maglietta con le maniche corte. Il pentito appare di spalle con a fianco il suo avvocato. Rivela di essere ancora detenuto e racconta con naturalezza particolari atroci dell’esecuzione avvenuta durante la sanguinaria guerra di mafia esplosa in quegli anni in provincia.

Quattro gli imputati davanti alla Corte di assise di Agrigento presieduta da Antonina Sabatino (a latere Silvia Franzoso). Sono il grottese Giovanni Aquilina, il sabettese Giuseppe Fanara, l’empedoclino Giuseppe Gambacorta e il corleonese Leoluca Bagarella. Il quinto imputato, il favarese Giuseppe Vetro, è deceduto nei giorni scorsi. Dopo un rinvio per problemi tecnici sul collegamento il collaboratore di giustizia ha continuato nel pomeriggio a rispondere alle domande del Pm Fulantelli. “Ne abbiamo discusso il giorno prima io, Vincenzo Licata (condannato all’ergastolo col rito abbreviato insieme ad Arturo Messina, deceduto nei mesi scorsi ndr), Fanara, Gambacorta e Leonardo Fragapane. Ci siamo dati appuntamento e l’abbiamo fatto salire in auto. A un certo punto Fanara gli ha sparato un primo colpo col proiettile che è uscito dal finestrino. Leonardo Fragapane – ha aggiunto ancora Putrone – ha cercato di strangolarlo con una corda. Non eravamo certi che fosse morto e a quel punto Gambacorta gli ha sparato in testa. L’abbiamo caricato dentro il cofano della sua stessa auto, una Fiat Uno. Ero insieme a Fanara, Gambacorta e Fragapane che aveva portato le armi. È stato a quel punto - rivela ancora il pentito - che ci siamo dati appuntamento con Licata e siamo andati, verso le dieci di sera, con due auto vicino alla sua cava sulla strada Agrigento-Palermo. Lì abbiamo trovato Aquilina che aveva già fatto due buche con un escavatore. In una abbiamo messo l’auto, nell’altra il cadavere di Costanza. Sempre Aquilina le ha ricoperte e ce ne siamo andati”. Putrone rivela poi il “grado” che Aquilina e Licata (il primo lavorava nell’impresa del secondo) in quel periodo, nel 1995, possedevano nell’organigramma di Cosa Nostra: “Erano avvicinati e non ancora uomini di onore”. Il pentito empedoclino ricostruisce il sopralluogo segreto che fece insieme ai carabinieri per indicare il posto, fra Grotte e Campofranco, dove erano sotterrati Costanza e l’auto. “Avevo un riferimento approssimativo di circa 50 metri. Mi fecero vedere prima delle foto doveva avevano scavato per trovare il cadavere – ha detto – ma si erano sbagliati e gliene indicai un altro”. L’avvocato Anna Americo, difensore di Aquilina (nel collegio anche i colleghi Brucale, Gaziano, Mormino, Cacciatore e Contato), ha contestato a Putrone alcune contraddizioni. In precedenti verbali avrebbe detto di essere stato lui (e non Aquilina,) a scavare le buche. “E’ stato un lapsus – ha risposto – perché io non so usare l’escavatore”. Prossima udienza il 2 ottobre per l’eventuale esame degli imputati.



Gerlando Cardinale


Pubblicato sul Giornale di Sicilia 19 settembre 2008







ARRESTATO BOSS PELLE, DECISE

STRAGE DI NATALE A S. LUCA

PAVIA - Francesco Pelle, considerato uno dei boss della 'ndrangheta calabrese, e' stato arrestato a Pavia. Pelle, 32 anni, era latitante dal 30 agosto dello scorso anno ed era ricercato per la strage di Natale a San Luca in cui rimase uccisa Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta, ritenuto uno dei capi dell'omonima cosca.

Il delitto, secondo l'accusa, fu deciso da Francesco Pelle per vendicare un tentativo omicidio nel quale perse l'uso delle gambe. L'omicidio di Maria Strangio sarebbe all'origine della strage di Duisburg, nella quale furono uccise sei persone ritenute vicine ai Pelle-Vottari, decisa per vendetta dalla cosca avversaria dei Nirta-Strangio.

I contorni dell' operazione devono ancora essere precisati dai vertici dell'Arma. Tuttavia si è appreso che Pelle era ricoverato in una clinica della città per sottoporsi a delle cure. Qui lo avrebbero trovato i carabinieri che, poi l'avrebbero accompagnato fuori dalla clinica su una carrozzella. Attualmente si troverebbe al comando provinciale dei carabinieri a Pavia.

Pelle, di 32 anni, detto 'Ciccio Pakistan', era latitante dal 30 agosto dello scorso anno. L'omicidio di Maria Strangio, secondo gli investigatori, sarebbe all'origine della strage di Duisburg, nella quale furono uccise sei persone ritenute vicine ai Pelle-Vottari, decisa per vendetta dalla cosca avversaria dei Nirta-Strangio. Pelle era ricercato nell'ambito di una operazione compiuta dai carabinieri e chiamata Fehida che nell'agosto del 2007 portò all'arresto di una trentina di esponenti delle famiglie della faida di San Luca.


ANSA

2008-09-18







"Marna", prima udienza








Prima udienza preliminare innanzi al Gup del Tribunale di Palermo del processo Marna, contro i clan di Realmonte, Porto Empedocle e Siculiana. Gli imprenditori Parte civile

La mattina del 29 ottobre del 2007. Il Procuratore di Palermo, Francesco Messineo. Poi ecco l’ aggiunto, Sergio Lari. Poi in Questura, ad Agrigento. Il capo della Squadra mobile, Salvatore Montemagno. Ed i sostituti della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Giuseppe Fici, Gianfranco Scarfo’ e Fernando Asaro. E’ il giorno del blitz antimafia ‘’Marna’’, che e’ la pietra bianca di Scala dei Turchi, la spiaggia tra Realmonte, Porto Empedocle e Siculiana, dove imperversano gli arresti. Oggi, quasi un anno dopo, la prima udienza preliminare. 18 indagati, innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Mario Conte. Poi un evento storico, senza precedenti, un’altra pietra, miliare, cardine. Gli imprenditori sono Parte civile. Sono gli stessi che hanno collaborato alle indagini, che hanno denunciato i ricatti e le estorsioni, e che adesso sono nell’Aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, insieme e contro gli imputati. L’inchiesta e’ costruita sulla fondamenta della dichiarazioni di Maurizio Di Gati e Luigi Putrone. E’ lui, Di Gati, l’ex Capo di Cosa nostra agrigentina, che rivela una estorsione di 75 mila euro che i fratelli Catanzaro avrebbero pagato per le attivita’ alla discarica di Siculiana. Giuseppe e Lorenzo Catanzaro confermano: ‘’ si’, abbiamo pagato 3 rate da 25 mila euro, alla famiglia di Siculiana, tramite Carmelo Infantino di Agrigento’’. Luigi Putrone, invece, ricorda: ‘’mi sono occupato solo io delle estorsioni a Porto Empedocle, a danno delle ditte Mirabile, Di Betta, Calabro’, Consiglio e Gaglio’’. L’ imprenditore agrigentino, Antonio Mirabile, della Sap, conferma le accuse e indica in Luigi Putrone e Giovanni Putrone di Porto Empedocle, e poi Dino Martino Vitello di Agrigento, i propri esattori. Cosi’ anche Vincenzo Consiglio dell’Iseda, e Giuseppe Gaglio della Icos. Poi anche Emilio Greco, di Gela, impegnato a costruire un Centro commerciale a Cammarata, in contrada Tumarrano, e che avrebbe pagato a Vincenzo Mangiapane il 3 per cento dell’importo dei lavori, con uno sconto dello 0, 50. Poi collabora un altro imprenditore della nettezza urbana, Gaspare Calabro’, che avrebbe pagato nelle mani di Francesco Gucciardo, 31 anni, ex Consigliere comunale ed imprenditore di Realmonte, tra i 2mila ed i 2mila e 500 euro all’anno, complessivamente circa 15mila euro, dal 2004 al 2007. Soldi per la famiglia mafiosa di Porto Empedocle, Realmonte e Siculiana, capeggiata da Gerlandino Messina, unico assente giustificato al processo di oggi perche’ latitante. Gli altri imputati sono da Siculiana Calogero Bruno, Pasquale Di Salvo, Bruno Doria, Roberto Renna, Giuseppe Lana, Pasquale Vento, Francesco Gucciardo e Gerlando Gucciardo. Poi da Realmonte Francesco Gucciardo, Calogero Iacono, Giuseppe Iacono, e Stefano Iacono. Poi da Agrigento Martino Dino Vitello e Carmelo Infantino, della frazione di Giardina Gallotti. Poi Giovanni Putrone, di Porto Empedocle, fratello di Luigi e Giuseppe. Poi Vincenzo Mangiapane, di Cammarata. Poi i pentiti, Maurizio Di Gati e Luigi Putrone.



17.09.2008 Angelo Ruoppolo











Circa 200 persone si sono mosse dal Policlinico: tra gli altri il senatore del Pd Giuseppe Lumia


Palermo, corteo per ricordare padre Pino Puglisi

Il parroco di Brancaccio venne ucciso il 15 settembre del 1993 in un agguato mafioso


Palermo, 13 set. - (Adnkronos) - E' partito dal Policlinico di Palermo il corteo di circa 200 persone per commemorare padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso il 15 settembre del '93 in un agguato mafioso. Si aprono cosi' le manifestazioni per commemorare 'padre 3P'. Il corteo, a cui partecipa tra gli altri il senatore del Pd Giuseppe Lumia, raggiungera' la tomba di don Puglisi. La commemorazione del parroco che si era ribellato a Cosa Nostra si concludera' lunedi' prossimo con la messa solenne in cattedrale.







» 2008-09-13 08:48
MAFIA: UCCISO PREGIUDICATO NEL SALENTO


PARABITA (LECCE) - Un pregiudicato, Giorgio Romano, di 51 anni, è stato trovato morto stamane in un capannone all'estrema periferia di Parabita, nel Salento.

L'uomo è stato ucciso con vari colpi di pistola - pare quattro - che lo hanno colpito in diversi punti del corpo. Indagano i carabinieri che ritengono possa trattarsi di un omicidio di mafia, perché Romano negli anni Ottanta e Novanta era legato al clan della Sacra corona unita (Scu) che faceva capo a Salvatore Padovano, ucciso esattamente una settimana fa a Gallipoli.

Sia Padovano sia Romano erano liberi dopo avere trascorso in carcere qualche decina di anni sulla base delle condanne ricevute per la loro attività con la Scu. A quanto si è saputo per ora, Romano sarebbe giunto con la sua auto intorno alle 6 al capannone, dove pare l'uomo lavorasse (circostanza che per il momento non è certa).

Ad attenderlo dovrebbe aver trovato i suoi aggressori, che gli hanno sparato e lo hanno ucciso. Sul luogo dell'omicidio sono stati recuperati quattro bossoli. Il cadavere è stato trovato circa un'ora dopo da persone che si recavano al lavoro e che hanno avvisato i carabinieri.











» 2008-09-11
Mafia: Baldinucci affidato a polizia


Ricopriva ruolo di rilievo in organizzazione tra Usa e Italia



(ANSA) - ROMA, 11 SET - E' rientrato in Italia, proveniente dagli Stati Uniti, il boss mafioso Giuseppe Baldinucci, palermitano di 65 anni.L'uomo e' stato affidato all'Interpol di Roma ed alla polizia italiana. Appartenente alla famiglia 'Vitale' della zona di Partinico, Baldinucci dovra' scontare la pena di 8 anni di reclusione inflittagli dalla Corte d'Appello di Palermo per associazione mafiosa.Risulta aver ricoperto un ruolo di rilievo nell'organizzazione mafiosa operante tra Usa e Italia.








» 2008-09-11 12:43
Mafia: polemica su targa per Salvo


In confessionale chiesa Palermo, parrocchiani vogliono rimozione



(ANSA) - PALERMO, 11 SET - Una targa in chiesa in memoria di Ignazio Salvo ha fatto storcere il naso a molti fedeli che hanno protestato. La targa si trova nella parrocchia 'Regina Pacis', a Palermo, su un confessionale donato dalla vedova e dai figli dell'esattore condannato per mafia e ucciso nel 1992. Sulla targa e' incisa la scritta 'Dono di fede e d'amore in perpetua benedizione e memoria di Ignazio Salvo'. I parrocchiani ne chiedono la rimozione, ma il parroco nicchia.








» 2008-09-09 19:19
Mafia: incendiata villa giudice


Giacomo Montalbano, ex gip a Palermo, ora a Caltanissetta



(ANSA) - PALERMO, 9 SET - Un attentato incendiario e' stato messo a segno ai danni del giudice Giacomo Montalbano, della Corte d'Appello di Caltanissetta.Il magistrato, fino a 3 anni fa Gip a Palermo, si e' sempre occupato di processi di mafia. L'attentato e' stato messo a segno nella casa di campagna del magistrato a una decina di chilometri da Palermo. Qualcuno dopo aver effettuato un buco nella rete di recinzione e' entrato nell'appezzamento di terreno appiccando il fuoco ad una pineta.

Nessun commento:

Posta un commento