martedì 23 febbraio 2010

Ricercato Scaglia, il re di Fastweb Manette per il senatore Di Girolamo


Ricercato Scaglia, il re di Fastweb
Manette per il senatore Di Girolamo


Maxi operazione di Gdf e Ros
sul riciclaggio di denaro sporco
Chiesto il carcere per 56 persone
Frodi per due miliardi di euro

ROMA


Silvio Scaglia, fondatore ed ex amministratore delegato di Fastweb, è ricercato dalla dda di Roma che ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto nell’ambito di una maxi-inchiesta sul riciclaggio di denaro sporco che ha condotto all'arresto di 56 persone. Il gip del tribunale di Roma, Aldo Morgigni, ha disposto la misura cautelare in carcere - sempre su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia - anche per il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl) e per il presidente, l’ad e alti funzionari della Telecom Italia Sparkle (società controllata al 100% da Telecom) in carica dal 2003 al 2006. Scaglia - che risulta tecnicamente latitante - ha fatto sapere che si trova all’estero per lavoro: ha incaricato i suoi difensori di concordare il suo interrogatorio e afferma la sua estraneità a qualunque reato.

False fatture di servizi telefonici
Le accuse contenute nella maxi-indagine sono molto pesanti: associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio ed al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un articolato sistema di frodi fiscali. Il mega riciclaggio di denaro sporco, per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro, è stato scoperto dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza: 56 le ordinanze di custodia cautelare in corso di esecuzione in varie località italiane ed estere. Il riciclaggio veniva realizzato attraverso la falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti nell’ambito di due successive operazioni commerciali a Fastweb e a Telecom Italia Sparkle rispettivamente dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl, nonchè da I-Globe e Planetarium, che avrebbero evaso il pagamento dell’Iva per circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all’estero.

La 'ndrangheta e l'elezione del senatore
Per il senatore Nicola Di Girolamo, l’accusa sarebbe posta in relazione alla sua elezione con il voto degli italiani residenti all’estero. La ’Ndrangheta, tramite emissari calabresi mandati in Germania, soprattutto a Stoccarda, avrebbe messo le mani sulle schede bianche per l’elezione dei candidati al Senato votati dagli italiani residenti all’estero e le avrebbero riempite con il nome di Nicola Di Girolamo. ’Sponsor’ di questa operazione di supporto nell’elezione del parlamentare, sarebbe stato l’imprenditore romano Mokbell, coinvolto anche lui dell’operazione ’Phunchard-Broker’. Mokbell, in passato, aveva fondato il movimento Alleanza Federalista del Lazio e poi un partito federalista.

Un'organizzazione internazionale
Alcuni indagati sono stati arrestati negli Usa, in Inghilterra e in Lussemburgo. L’organizzazione criminale transnazionale individuata dal Ros e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf riciclava centinaia di milioni di euro tramite una rete di società appositamente costituite in Italia e all’estero: enorme il giro d’affari complessivo, se si pensa che i capitali illeciti provenivano da una serie di operazioni commerciali fittizie di compra-vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale. Per realizzare la maxi-operazione di riciclaggio gli arrestati si sono avvalsi di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, tutte controllate dall’organizzazione.

Danni allo Stato per 365 milioni
I colletti bianchi delle società di telecomunicazioni sarebbero stati compiacenti nel favorire le operazioni di riciclaggio dell’organizzazione criminale la cui attività è stata fermata. Gli inquirenti calcolano che il riciclaggio abbia provocato un danno allo Stato italiano di oltre 365 milioni di euro derivanti dal mancato versamento dell’Iva attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per più di un miliardo e 800 milioni di euro da parte di «primarie società di telecomunicazioni».

Schede prepagate e siti inesistenti
Ed ecco come funzionava la frode. Le operazioni commerciali fittizie hanno riguardato la commercializzazione di schede prepagate che, tramite un codice, avrebbero dovuto consentire l’accesso a un sito internet di contenuti tutelati dal diritto di autore e in realtà inesistenti. La seconda operazione fittizia riguardava la commercializzazioni di servizi (del tipo "contenuti per adulti"), da realizzare attraverso un traffico telematico rivelatosi, anche in questo caso, inesistente.

lunedì 22 febbraio 2010

Processo "Sicania", ridotta la condanna per Fragapane





Processo "Sicania", ridotta la condanna per Fragapane

La Corte d'appello di Palermo ha ridotto la pena a Francesco Fragapane, imputato nel processo Sicania, scaturito dall'omonima operazione antimafia del 2006. In primo grado Fragapane era stato condannato a dieci anni, in appello la condanna si è ridotta a otto anni. Per il resto confermata la sentenza di primo grado, anche riguardo alle assoluzioni.

I giudici agrigentini avevano condannato Francesco Fragapane a 10 anni di reclusione, Giuseppe Antonio Fragapane a 9 anni, Giuseppe la Porta a 8 anni, tutti per associazione mafiosa, e Alfonso Milioto a 5 anni di carcere per illecita concorrenza aggravata. Vennero assolti Stefano Fragapane e Vincenzo Fragapane.

Smantellato clan alleato dei Casalesi In manette anche due poliziotti


Smantellato clan alleato dei Casalesi
In manette anche due poliziotti


CASERTA (22 febbraio) - Oltre duecento agenti della Squadra Mobile e della Polizia Stradale di Caserta stanno eseguendo dalle prime ore di oggi 30 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Napoli , su richiesta della Dda partenopea nei confronti di altrettanti esponenti del clan camorristico «Farina - Martino», alleato dei casalesi ed operante nella zona di Maddaloni.

Tra i destinatari dei provvedimenti, tutti indiziati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, figurano anche due poliziotti, accusati di rifornire l'organizzazione di ingenti quantitativi di hashish, cocaina ed ecstasy, che acquistavano nella zona di Secondigliano, a Napoli.

Droga, 57 arresti da Trento a Foggia coca dall'Olanda, eroina dai Balcani


Droga, 57 arresti da Trento a Foggia
coca dall'Olanda, eroina dai Balcani


ROMA (22 febbraio) - Associazione finalizzata al traffico internazionale di droga: è l'accusa per cui sono state emesse dal gip di Trento 57 ordinanze di custodia cautelare, da Trento a Foggia. Alcuni indagati sono stati raggiunti da un mandato di arresto europeo in Spagna, Francia e Belgio, mentre altre 13 persone sono state arrestate in flagranza.

Una struttura transnazionale individuata dal Ros e costituita da marocchini e albanesi movimentava ingentissimi quantitativi di hashish dal Marocco, cocaina dall'Olanda ed eroina dai Balcani in direzione dell'Italia, dove un pericoloso sodalizio affiliato alla Sacra Corona Unita brindisina smistava la droga nelle diverse regioni. In particolare, nel capoluogo lombardo, l'organizzazione disponeva di una rete di appartamenti per nascondere la droga e dare rifugio ai trafficanti stranieri.

Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Trento, Savona, Milano, Pavia, Bergamo, Novara, Genova, Aosta, Ancona, Terni e Foggia; quattro persone sono state catturate in Spagna, Francia e Belgio. Sequestrati complessivamente oltre 7 quintali di hashish, 15 chili di eroina e numerose campionature di cocaina.

L'operazione, sottolineano al Ros, è la prosecuzione di indagini che nell'ottobre 2008 portarono a 34 ordinanze di custodia cautelare: mentre nella prima fase è stata disarticolata la componente locale dell'organizzazione che faceva capo a Giulio Andrisano, esponente della Sacra corona unita brindisina, la seconda si è sviluppata soprattutto sul fronte internazionale, in collaborazione con la Dcsa e la Guardia Civil spagnola, approfondendo i rapporti tra la Scu e un'organizzazione maghrebina, radicata in Lombardia e facente capo al narcotrafficante marocchino Abderrahim Benkhadda.

Questi, secondo i carabinieri, era in grado di approvvigionarsi - tramite un connazionale, ritenuto il capo della struttura transnazionale - di «ingentissimi quantitativi» di hashish in Marocco, cocaina dall'Olanda ed eroina attraverso la rotta balcanica: droga che veniva poi commercializzata sui mercati lombardo, piemontese, trentino, laziale e pugliese.

Secondo il Ros, l'organizzazione importava mensilmente tra i 100 e i 600 chili di hashish e cocaina (parte dei quali destinati al mercato francese), utilizzando auto o camion appositamente predisposti. Il 7 febbraio scorso sono stati sequestrati nel porto spagnolo di Barcellona 75 chili di hashish nascosti nel doppiofondo di una vettura.

A Milano la droga veniva occultata in una officina e in una rete di appartamenti messi a disposizione da cittadini italiani per dare rifugio ai trafficanti clandestini.

L'organizzazione criminale - di cui è stata accertata la disponibilità di armi ed il ricorso ad azioni violente nei confronti di gruppi rivali e clienti insolventi - riforniva «qualificate componenti» della criminalità pugliese, tra cui il gruppo che fa capo ai pregiudicati Aldo Abbate e Angelo Notarangelo, detto 'u cintaridd', ritenuti esponenti di spicco della criminalità foggiana.

domenica 21 febbraio 2010

Il team di YouTube elogia liliumjoker (Vittime della Mafia)



Caro liliumjoker,

Il tuo video VITTIME DELLA MAFIA - Victims of the Mafia è diventato popolare su YouTube e tu sei idoneo per richiedere la partecipazione al Programma partner di YouTube .

Speriamo di aggiungere presto il tuo video al Programma partner di YouTube. Grazie e buona fortuna!

Il team di YouTube




liliumjoker un marchio una garanzia, da anni incontrastato numero 1 su tutto ciò che riguarda le Vittime Della Mafia, latitanti, boss e criminali di grosso calibro, dai video alle foto cliccate e ricercate un po’ da tutto il mondo; anche quest’anno come ogni anno ha ricevuto decine e decine di proposte per sponsorizzare sul proprio sito i migliori provider internazionali.

Nonostante le proposte sono state sempre molto allettanti ed economicamente molto sostanziose liliumjoker ha sempre rifiutato con determinazione.

Anche You Tube ha elogiato la mia serietà e la mia professionalità per i video che ho caricato sul mio canale liliumjoker di You Tube e ho rifiutato la loro proposta di partecipazione al programma partner di You Tube.

Angelo Vaccaro Notte

sabato 20 febbraio 2010

Vittime della Mafia Milano, 20 marzo 2010



Per una migliore visualizzazione clicca sull'immagine

Vittime della Mafia Milano, 20 marzo 2010




XV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

La XV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si celebrerà in Lombardia, a Milano, sabato 20 marzo 2010.

Milano sarà protagonista dei giorni del 19 (con l'incontro tra i familiari delle vittime e a seguire momento ecumenico di ricordo delle vittime) e del 20 (con la marcia al mattino e i seminari e il concerto al pomeriggio).

Sarà come sempre importante coinvolgere tutta la rete di Libera, gli studenti, la cittadinanza e le associazioni piccole e grandi.

Il tema che porremo al centro della Giornata, sarà la dimensione finanziaria delle mafie. Troppo spesso si licenzia frettolosamente ancora oggi il problema mafie come qualcosa che riguarda solo alcune regioni del Sud Italia. Sappiamo per certo che non è così, che oggi le mafie investono in tutto il mondo e che nel Nord Italia ci sono importanti cellule di famigerati clan, che riciclano denaro sporco, investono capitali nell'edilizia e nel commercio, sono al centro del narcotraffico, sfruttano attraverso lavoro nero.
La corruzione, oggi nuovamente a livelli altissimi come sottolineato dalla Corte dei Conti, è un fenomeno presente in misura crescente dove ci sono maggiori possibilità di business: è dunque il Nord tutto a doversi guardare da questi fenomeni di penetrazione di capitali illeciti.

Milano è la città in cui fu ucciso nel 1979 Giorgio Ambrosoli, avvocato esperto in liquidazioni coatte amministrative, che stava indagando sui movimenti del banchiere siciliano Michele Sindona.

Milano è la città in cui il 27 luglio del 1993 ci fu una delle bombe che esprimevano l'attacco diretto allo Stato da parte della mafia: la strage di via Palestro, nei pressi del Padiglione di Arte Contemporanea. Ci furono cinque morti.

Milano è infine la città in cui si terrà l'Expo nel 2015, una manifestazione che attrarrà ingenti capitali e su cui sarà importante vigilare al fine di non consentire l'infiltrazione delle mafie.

Per tutte queste ragioni e per molte altre, ci ritroveremo il 20 marzo 2010 a Milano, per celebrare la XV Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno, in ricordo delle vittime delle mafie.

Milano 20 Marzo 2010 : XV giornata della
memoria e dell'impegno in ricordo dell e vittime delle mafie
Vogliamo ricordarli tutti. Quelli di cui conosciamo il nome e quelli di cui non siamo ancora riusciti a trovare informazioni sufficienti.
A tutte le vittime della violenza mafiosa va il nostro omaggio e la nostra promessa di impegno.



EMANUELE NOTARBARTOLO.
EMANUELA SANSONE.
LUCIANO NICOLETTI.
ANDREA ORLANDO.
JOE PETROSÌNO.
LORENZO PANEPINTO.
MARIANO BARBATO.
GIORGIO PECORARO.
BERNARDINO VERRO.
GIORGIO GENNARO.
GIOVANNI ZANGÀRA.
COSTANTINO STELLA.
GIUSEPPE RUMORE.
GIUSEPPE MONTICCIOLO.
ALFONSO CÀNZIO.
NICOLÒ ALONGI.
PAOLO LI PUMA.
CROCE DI GANGI.
PAOLO MIRMINA.
GIOVANNI ORCEL.
STEFANO CARONÌA.
PIETRO PONZO.
VITO STASSI.
GIUSEPPE CASSARÀ.
VITO CASSARÀ.
GIUSEPPE COMPAGNA.
DOMENICO SPATOLA.
MARIO SPATOLA.
PIETRO SPATOLA.
PAOLO SPATOLA.
SEBASTIANO BONFIGLIO.
ANTONINO SCUDERI.
ANTONINO CIOLÌNO.
SANTI MILISENNA.
ANDREA RAJA.
CALOGERO COMAIANNI.
NUNZIO PASSAFIUME.
FILIPPO SCIMONE.
CALCEDONIO CATALANO.
AGOSTINO D’ALESSANDRO.
CALOGERO CÌCERO.
FEDELE DE FRANCISCA.
MICHELE DI MICELI.
MARIO PAOLETTI.
ROSARIO PAGANO.
GIUSEPPE SCALÌA.
GIUSEPPE PUNTARELLO.
ANGELO LOMBARDI.
VITTORIO EPIFANI.
VITANGELO CINQUEPALMI.
IMERIO PICCINI.
ANTONINO GUARISCO.
MARINA SPINELLI.
GIUSEPPE MÌSURACA.
MARIO MÌSURACA.
GAETANO GUARINO.
PINO CAMILLERI.
GIOVANNI CASTIGLIONE.
GIROLAMO SCACCIA.
GIUSEPPE BIONDO.
GIOVANNI SANTANGELO.
VINCENZO SANTANGELO.
GIUSEPPE SANTANGELO.
GIOVANNI SEVERINO.
PAOLO FARINA.
NICOLÒ AZOTI.
FIORENTINO BONFIGLIO.
MARIO BOSCONE.
FRANCESCO SASSÀNO.
EMANUELE GRECO.
GIOVANNI LA BROCCA.
VITTORIO LEVICO.
ACCURSIO MIRAGLIA.
PIETRO MACCHIARELLA.
NUNZIO SANSONE.
EMANUELE BUSELLINI.
MARGHERITA CLESCERI.
GIOVANNI GRIFÒ.
GIORGIO CUSENZA.
CASTRENZE INTRAVÀIA.
VINCENZINA LA FATA.
SERAFINO LASCÀRI.
GIOVANNI MEGNA.
FRANCESCO VICÀRI.
VITO ALLOTTA.
GIUSEPPE DI MAGGIO.
FILIPPO DI SALVO.
VINCENZO LA ROCCA.
VINCENZA SPINA.
PROVVIDENZA GRECO.
MICHELANGELO SALVIA.
GIUSEPPE CASÀRRUBEA.
VINCENZO LO IACONO.
GIUSEPPE MANÌACI.
CALOGERO CAJOLA.
VITO PIPITONE.
LUIGI GERONAZZO.
EPIFANIO LI PUMA.
PLACIDO RIZZOTTO.
GIUSEPPE LETIZIA.
CALOGERO CANGELOSI.
MARCANTONIO GIACALONE.
ANTONIO GIACALONE.
ANTONIO DI SALVO.
NICOLA MESSINA.
CELESTINO ZAPPONI.
GIOVANNI TÀSQUIER.
CARLO GULINO.
FRANCESCO GULINO.
CANDELORO CATANESE.
MICHELE MARINARO.
CARMELO AGNONE.
QUINTO REDA.
CARMELO LENTINI.
PASQUALE MARCONE.
ARMANDO LODDO.
SERGIO MANCINI.
ANTONIO BUBÙSA.
GABRIELE PALANDRANI.
GIOVAN BATTISTA ALCE.
ILARIO RUSSO.
GIOVANNI CALABRESE.
GIUSEPPE FIORENZA.
SALVATORE MESSINA.
FRANCESCO BUTIFAR.
ANTONIO SANGÌNITI.
FILIPPO INTILE.
SALVATORE CARNEVALE.
GIUSEPPE SPAGNUOLO.
PASQUALE ALMERICO.
ANTONINO POLLÀRI.
VINCENZO DI SALVO.
VINCENZO SÀVOCA.
ANNA PRESTIGIACOMO.
GIUSEPPINA SÀVOCA.
VINCENZO PECORARO.
ANTONINO PECORARO.
ANTONINO DAMANTI.
COSIMO CRISTINA.
PAOLO BONGIORNO.
PAOLINO RICCOBONO.
GIACINTO PULEO.
ENRICO MATTEI.
GIUSEPPE TESAURO.
MARIO MALAUSA.
SILVIO CORRAO.
CALOGERO VACCARO.
PASQUALE NUCCIO.
EUGENIO ALTOMARE.
GIORGIO CIACCI.
MARINO FARDELLI.
CARMELO BATTAGLIA.
GIUSEPPE PIANI.
NICOLA MIGNOGNA.
FRANCESCO PIGNATARO.
GIUSEPPE BURGIO.
SALVATORE SUROLO.
ORAZIO COSTANTINO.
GIOVANNI DOMÉ.
MAURO DE MAURO.
PIETRO SCAGLIONE.
ANTONINO LORUSSO.
VINCENZO RICCARDELLI.
GIOVANNI SPAMPINATO.
GIOVANNI VENTRA.
DOMENICO CANNATA.
PAOLO DI MAIO.
ANGELO SORINO.
EMANUELE RÌBOLI.
CALOGERO MORREALE.
GAETANO CAPPIELLO.
FRANCESCO FERLAÌNO.
DOMENICO FACCHÌNERI.
FRANCESCO FACCHÌNERI.
TULLIO DE MICHELI.
GERARDO D’ARMINIO.
GIUSEPPE MUSCARELLI.
PASQUALE CAPPUCCIO.
CATERINA LIBERTI.
SALVATORE FALCETTA.
CARMINE APUZZO.
SALVATORE LONGO.
SALVATORE BUSCEMI.
FRANCESCO VINCI.
MARIO CERETTO.
ALBERTO CAPUA.
VINCENZO RANIERI.
VINCENZO MACRÌ.
ROCCO GATTO.
STEFANO CONDELLO.
VINCENZO CARUSO.
PASQUALE POLVERINO.
ANTONIO CUSTRA.
GIUSEPPE RUSSO.
FILIPPO COSTA.
ATTILIO BONINCONTRO.
DONALD MACKAY.
MARIANGELA PASSIATORE.
STEFANO CONDELLO.
UGO TRIÒLO.
GIUSEPPE IMPASTATO.
ANTONIO ESPOSITO FERRAIÒLI.
SALVATORE CASTELBUONO.
GAETANO LONGO.
PAOLO GIORGETTI.
ALFONSO SGROI.
FILADELFIO ÀPARO.
MARIO FRANCESE.
MICHELE REÌNA.
GIORGIO AMBROSOLI.
BORIS GIULIANO.
CALOGERO DI BONA.
CESARE TERRANOVA.
LENIN MANCUSO.
GIOVANNI BELLISSIMA.
SALVATORE BOLOGNA.
DOMENICO MARRARA.
VINCENZO RUSSO.
GIORGIO GIULIANO.
LORENZO BRUNETTI.
ANTONINO TRIPÒDO.
ROCCO GIUSEPPE BARILLÀ.
CARMELO DI GIORGIO.
PIERSANTI MATTARELLA.
GIUSEPPE VALARIOTI.
EMANUELE BASILE.
GIANNINO LOSARDO.
PIETRO CERULLI.
GAETANO COSTA.
CARMELO JANNÌ.
DOMENICO BENEVENTÀNO.
MARCELLO TORRE.
VINCENZO ABATE.
GIUSEPPE GIOVINAZZO.
CIRO ROSSETTI.
VITO JEVOLELLA.
SEBASTIANO BOSIO.
ONOFRIO VALVOLA.
LEOPOLDO GASSANI.
GIUSEPPE GRIMALDI.
VINCENZO MULÈ.
DOMENICO FRANCAVILLA.
MARIANO VIRONE.
ANGELO DI BARTOLO.
GIUSEPPE SALVIA.
MARIANO MELLONE.
FRANCESCO BORRELLI.
LUIGI D’ALESSIO.
ROSA VISONE.
SALVATORE STALLONE.
ANTONIO FONTANA.
NICOLÒ PIOMBINO.
ANTONIO SALZÀNO.
PIO LA TORRE.
ROSARIO DI SALVO.
GENNARO MUSELLA.
GIUSEPPE LALA.
DOMENICO VECCHIO.
RODOLFO BUSCEMI.
MATTEO RIZZUTO.
SILVANO FRANZOLIN.
SALVATORE RAÌTI.
GIUSEPPE DI LAVORE.
ANTONINO BURRAFATO.
SALVATORE NUVOLETTA.
ANTONIO AMMÀTURO.
PASQUALE PAOLA.
PAOLO GIACCONE.
VINCENZO SPINELLI.
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA.
EMANUELA SETTI CARRARO.
DOMENICO RUSSO.
CALOGERO ZUCCHETTO.
CARMELO CERRUTO.
SIMONETTA LAMBERTI.
GIULIANO PENNACCHIO.
ANDREA MORMILE.
LUIGI CAFIERO.
ÀNTIMO GRAZIANO.
GENNARO DE ANGELIS.
ANTONIO VALENTI.
LUIGI DI BARCA.
GIUSEPPE CASO.
FRANCESCO GIULIANO.
LUIGI CANGIANO.
GIANGIACOMO CIACCIO MONTALTO.
PASQUALE MANDATO.
SALVATORE POLLARA.
MARIO D’ALEO.
GIUSEPPE BÒMMARITO.
PIETRO MORÌCI.
BRUNO CACCIA.
ROCCO CHINNICI.
SALVATORE BARTOLOTTA.
MARIO TRAPASSI.
STEFANO LI SACCHI.
SEBASTIANO ALÒNGHI.
FRANCESCO BUZZÌTI.
FRANCESCO IMPOSÌMATO.
DOMENICO CÈLIENTO.
ANTONIO CRISTIANO.
GIUSEPPE FRANCESE.
NICANDRO IZZO.
FABIO CORTESE.
SALVATORE MUSARÒ.
OTTAVIO ANDRIOLI.
GIOACCHINO CRISAFULLI.
GIUSEPPE FAVA.
RENATA FONTE.
CRESCENZO CASÌLLO.
GIOVANNI CALABRÒ.
COSIMO QUATTROCCHI.
FRANCESCO QUATTROCCHI.
MARCELLO ANGELINI.
SALVATORE SCHIMMENTI.
GIOVANNI CATALÀNOTTI.
ANTONIO FEDERICO.
PAOLO CANALE.
GIOVANBATTISTA ALTOBELLI.
LUCIA CERRATO.
ANNA MARIA BRANDI.
ANNA DE SIMONE.
GIOVANNI DE SIMONE.
NICOLA DE SIMONE.
LUISELLA MATARAZZO.
MARIA LUIGIA MORINI.
FEDERICA TAGLIALATELA.
ABRAMO VASTARELLA.
PIER FRANCESCO LEONI.
SUSANNA CAVALLI.
ANGELA CALVANESE.
CARMINE MOCCIA.
VALERIA MORATELLO.
FRANCO PUZZO.
MICHELE BRESCIA.
SANTO CALABRESE.
ANTIOCO COCCO.
VINCENZO VENTO.
PIETRO BUSETTA.
SALVATORE SQUILLACE.
MARIO DIANA.
PIETRO PATTI.
GIUSEPPE MÀNGANO.
GIOACCHINO TAGLIALATELA.
SERGIO COSMAI.
GIOVANNI CARBONE.
BARBARA RIZZO ASTA.
GIUSEPPE ASTA.
SALVATORE ASTA.
BEPPE MONTANA.
ANTONINO CASSARÀ.
ROBERTO ANTIOCHIA.
GIUSEPPE SPADA.
ENRICO MONTELEONE.
GIANCARLO SIANI.
BIAGIO SICILIANO.
GIUDITTA MILELLA.
CARMINE TRIPÒDI.
GRAZIELLA CAMPAGNA.
MORELLO ALCAMO.
GIUSEPPE MACHÈDA.
ROBERTO PARISI.
PAOLO BOTTONE.
GIUSEPPE PÌLLARI.
FILIPPO GEBBIA.
ANTONIO MORREALE.
FRANCESCO ALFANO.
ANTONIO PIANESE.
VITTORIO ESPOSITO.
SALVATORE BENIGNO.
CLAUDIO DOMINO.
FILIPPO SALSONE.
NICOLA RUFFO.
ANTONIO SABIA.
GIOVANNI GIORDANO.
NUNZIATA SPINA.
ANTONIO BERTUCCIO.
FRANCESCO PRÈSTIA.
DOMENICA DE GIROLAMO.
LUIGI STAIÀNO.
MARIO FERRILLO.
SALVATORE LEDDA.
GIOVANNI GARCEA.
GIUSEPPE RECHICHI.
ROSARIO IÒZIA.
GIUSEPPE CUTRONÈO.
ROSARIO MONTALTO.
SEBASTIANO MÒRABITO.
ANTONIO CIVININI.
CARMELO IANNÒ.
CARMELO GANCI.
LUCIANO PIGNATELLI.
GIOVANNI DI BENEDETTO.
COSIMO ALEO.
ANIELLO GIORDANO.
MICHELE PIRÒMALLI.
GIUSEPPE INSÀLACO.
GIUSEPPE MONTALBANO.
NATALE MONDO.
DONATO BÒSCIA.
FRANCESCO MEGNA.
ALBERTO GIÀCOMELLI.
ANTONINO SAETTA.
STEFANO SAETTA.
MAURO ROSTAGNO.
LUIGI RANIERI.
CARMELO ZACCARELLO.
GIROLAMO MARINO.
ANIELLO CORDASCO.
GIULIO CAPILLI.
PIETRO RAGNO.
ABED MANYAMI.
ANTONIO RAFFAELE TALLÀRICO.
FRANCESCO CRISOPÙLLI.
GIUSEPPE CARUSO.
FRANCESCO PEPI.
MARCELLA TASSONE.
NICOLA D’ANTRASSI.
VINCENZO GRASSO.
PAOLO VINCI.
SALVATORE INCÀRDONA.
ANTONINO AGOSTINO.
IDA CASTELLUCCI.
GRAZIA SCIMÈ.
DOMENICO CALVIELLO.
ANNA MARIA CÀMBRIA.
CARMELA PANNONE.
PIETRO GIRO.
DONATO CAPPETTA.
CALOGERO LÒRIA.
FRANCESCO LONGO.
GIOVANBATTISTA TEDESCO.
COLIN WINCHESTER.
GIACOMO CATALANO.
GIUSEPPE GIOVINAZZO.
PIETRO POLARA.
NICOLINA BISCOZZI.
GIUSEPPE TALLÀRITA.
NICOLA GIOITTA IÀCHINO.
EMANUELE PIAZZA.
GIUSEPPE TRAGNA.
MASSIMO RIZZI.
GIOVANNI BONSIGNORE.
ANTONIO MARINO.
ROSARIO LIVATINO.
ALESSANDRO ROVETTA.
FRANCESCO VECCHIO.
ANDREA BONFORTE.
GIOVANNI TRÈCROCI.
SAVERIO PURITA.
ANGELO CARBOTTI.
DOMENICO CATALANO.
MARIA MARCELLA.
VINCENZO MICÈLI.
ELISABETTA GAGLIARDI.
GIUSEPPE ORLANDO.
MICHELE ARCANGELO TRIPÒDI.
PIETRO CARUSO.
NUNZIO PANDOLFI.
ARTURO CAPUTO.
ROBERTO TÌCLI.
MARIO GRECO.
ROSARIO SCIÀCCA.
GIUSEPPE MÀRNALO.
FRANCESCO OLIVIERO.
COSIMO DISTANTE.
ANGELO RAFFAELE LONGO.
CATALDO D’IPPOLITO.
RAFFAELA SCORDO.
CALOGERO LA PIANA.
EMILIO TACCÀRITA.
VALENTINA GUARINO.
ANGELICA PÌRTOLI.
GIUSEPPE SCEUSA.
SALVATORE SCEUSA.
VINCENZO LEONARDI.
ANTONIO CARLO CORDOPÀTRI.
ANGELO RICCARDO.
DEMETRIO QUATTRONE.
ANDREA SÀVOCA.
DOMENICO RANDÒ.
SANDRA STRANIERI.
ANTONIO SCOPELLITI.
LIBERO GRASSI.
FABIO DE PANDI.
GIUSEPPE ALIOTTO.
ANTONIO RAMPINO.
SILVANA FOGLIETTA.
SALVATORE D’ADDARIO.
RENATO LIO.
GIUSEPPE LEONE.
FRANCESCO TRAMONTE.
PASQUALE CRISTIANO.
STEFANO SIRAGUSA.
ALBERTO VARONE.
FELICE DARA.
VINCENZO SALVATORI.
SERAFINO OGLIÀSTRO.
VITO PROVENZANO.
GIUSEPPE GRIMALDI.
SALVATORE TIENI.
NICOLA GUERRIERO.
GIUSEPPE SORRENTI.
ANTONIO VALENTE.
NUNZIANTE SCIBELLI.
VINCENZO GIORDANO.
SALVATORE VINCENZO SURDO.
SALVATORE AVERSA.
LUCIA PRECENZANO.
PAOLO BORSELLINO.
ANTONIO RUSSO.
ANTONIO SPARTÀ.
SALVATORE SPARTÀ.
VINCENZO SPARTÀ.
FORTUNATO ARENA.
CLAUDIO PEZZUTO.
SALVATORE MINEO.
ALFREDO AGOSTA.
GIULIANO GUAZZELLI.
GIOVANNI FALCONE.
FRANCESCA MORVILLO.
ROCCO DI CILLO.
ANTONINO MONTINARO.
VITO SCHIFANI.
PAOLO BORSELLINO.
AGOSTINO CATALANO.
EDDIE COSÌNA.
EMANUELA LOI.
VINCENZO LI MULI.
CLAUDIO TRAÌNA.
RITA ÀTRIA.
PAOLO FICALÒRA.
LUIGI SÀPIO.
EGIDIO CAMPANIELLO.
GIORGIO VILLÀN.
PASQUALE DI LORENZO.
GIOVANNI PANUNZIO.
GAETANO GIORDANO.
GIUSEPPE BORSELLINO.
SAVERIO CIRRINCIÒNE.
ANTONIO TAMBORÌNO.
MAURO MANIGLIO.
RAFFAELE VITIÈLLO.
EMANUELE SAÙNA.
ANTONINO SIRAGUSA.
LUCIO STIFANI.
GIOVANNI LIZZIO.
BEPPE ALFANO.
ADOLFO CARTISANO.
PASQUALE CAMPANELLO.
VINCENZO D’ANNA.
VINCENZO VITALE.
GENNARO FALCO.
NICOLA REMONDINO.
DOMENICO NICOLÒ PANDOLFO.
MAURIZIO ESTATE.
FABRIZIO NENCIONI.
ANGELA FIUME.
NADIA NENCIONI.
CATERINA NENCIONI.
DARIO CAPOLICCHIO.
CARLO LA CATENA.
STEFANO PICÈRNO.
SERGIO PASOTTO.
ALESSANDRO FERRARI.
MOUSSAFIR DRISS.
DON GIUSEPPE PUGLISI.
RAFFAELE DI MERCURIO.
ANDREA CASTELLI.
ANGELO CARLISI.
RICCARDO VOLPE.
ANTONINO VASSALLO.
FRANCESCO NAZZARO.
LORIS GIAZZON.
GIORGIO VANÒLI.
GIOVANNI MILÈTO.
VINCENZO GARÒFALO.
GIOVANNI LÌZZIO.
ANTONINO FAVA.
DON GIUSEPPE DIANA.
ILARIA ALPI.
MIRAN HRÒVATIN.
ENRICO ÌNCOGNITO.
LUIGI BODENZA.
IGNAZIO PANEPINTO.
MARIA TERESA PUGLIESE.
GIOVANNI SIMONETTI.
SALVATORE BÈNNICI.
CALOGERO PANEPINTO.
FRANCESCO MANISCALCO.
NICHOLAS GREEN.
MELCHIORRE GALLO.
GIUSEPPE RUSSO.
COSIMO FABIO MAZZOLA.
GIROLAMO PALAZZOLO.
LEONARDO CÀNCIARI.
LILIANA CARUSO.
AGATA ZUCCHERO.
LEONARDO SANTORO.
PALMINA SCAMARDELLA.
ANTONIO NOVELLA .
FRANCESCO ALOI.
FRANCESCO BRUNO.
ANGELO CALABRÒ.
FRANCESCO BRUGNANO.
GIUSEPPE DI MATTEO.
FRANCESCO MARCONE.
SERAFINO FAMÀ.
GIOACCHINO COSTANZO.
PETER IWULE ONJEDEKE. (PITER IVUL ONIEDEK)
FORTUNATO CORREÀLE.
ANTONINO BUSCÈMI.
GIUSEPPE MONTALTO.
GIUSEPPE CÌLIA.
GIUSEPPE GIAMMONE.
GIOVANNI CARBONE.
CLAUDIO MANCO.
FRANCESCO TAMMÒNE.
ANTONIO BRANDI.
ANTONIO MONTALTO.
EPIFANIA COCCHIÀRA.
GIAMMATTEO SOLE .
GENOVESE PAGLIUCA.
GIUSEPPE PUGLISI.
ANNA MARIA TORNO.
GIOVANNI ATTARDO.
DAVIDE SANNÌNO.
SANTA PUGLISI.
SALVATORE BOTTA.
SALVATORE FRAZZÈTTO.
GIACOMO FRAZZÈTTO.
MARIA ANTONIETTA SAVÒNA.
RICCARDO SALERNO.
GIOACCHINO BISCÈGLIA.
ROSARIO MINISTERI.
CALOGERO TRAMÙTA.
PASQUALE SALVATORE MAGRÌ.
CELESTINO FAVA.
ANTONINO MOIO.
RAFFAELE PASTORE.
GIUSEPPE LA FRANCA.
CIRO ZÌRPOLI.
GIULIO CASTELLINO.
AGATA AZZOLÌNA.
RAFFAELLA LÙPOLI.
SILVIA RUÒTOLO.
ANGELO BRUNO.
LUIGI CANGIÀNO.
FRANCESCO MARZANO.
ANDREA DI MARCO.
VINCENZO ARÀTO.
INCORONATA SOLLAZZO.
MARIA INCORONATA RAMELLA.
ERILDA ZTAUSCI.
ENRICO CHIARENZA.
SALVATORE DI FALCO.
ROSARIO FLAMINIO.
ALBERTO VALLEFUOCO.
GIUSEPPINA GUERRIERO.
LUIGI IOCULÀNO.
DOMENICO GERACI.
ANTONIO CONDELLO.
MARIANGELA ANSALÒNE.
GIUSEPPE BÌCCHERI.
GIUSEPPE MESSINA.
GRAZIANO MUNTONI.
GIOVANNI GARGIULO.
GIOVANNI VOLPE.
GIUSEPPE RADÌCIA.
ORAZIO SCIÀSCIO.
GIUSEPPE IÀCONA.
DAVIDE LADINI.
SAVERIO IERÀCI.
ANTONIO FERRARA.
SALVATORE OTTONE.
EMANUELE NOBILE.
ROSARIO SALERNO.
STEFANO POMPEO.
FILIPPO BASILE.
HISO TELARAY.
MATTEO DI CÀNDIA.
VINCENZO VACCARO NOTTE.
LUIGI PULLI.
RAFFAELE ARNESÀNO.
RODOLFO PATÈRA.
ENNIO PETROSINO.
ROSA ZAZA.
ANNA PACE.
MARCO DE FRANCHIS.
ANTONIO LIPPIELLO.
SALVATORE VACCARO NOTTE.
ANTONIO SOTTILE.
ALBERTO DE FALCO.
FERDINANDO CHIAROTTI.
FRANCESCO SCERBO.
GIUSEPPE GRANDOLFO.
DOMENICO STANÌSCI.
DOMENICO GULLACI.
MARIA COLANGIÙLI.
HAMDI LALA.
GAETANO DE ROSA.
SAVERIO CATALDO.
DANIELE ZOCCOLA.
SALVATORE DE ROSA.
GIUSEPPE FALANGA.
LUIGI SEQUINO.
PAOLO CASTALDI.
GIANFRANCO MÀDIA.
VALENTINA TERRACCIÀNO.
RAFFAELE IÒRIO.
FERDINANDO LIGUORI.
GIUSEPPE ZIZÒLFI.
TINA MOTOC.
MICHELE FAZIO.
CARMELO BENVEGNA.
STEFANO CIARAMELLA.
FEDERICO DEL PRETE.
TORQUATO CIRIÀCO.
MAURIZIO D’ELÌA.
HUSAN BALIKÇI . (USAN BALICHKI)
DOMENICO PACÌLIO.
GAETANO MARCHITELLI.
CLAUDIO TAGLIATATELA.
PAOLINO AVELLA.
MICHELE AMICO.
GIUSEPPE ROVESCIO.
BONIFACIO TILOCCA.
ANNALISA DURANTE.
STEFANO BIONDI.
PAOLO RODÀ.
GELSOMINA VERDE.
DARIO SCHERILLO.
MATILDE SORRENTINO.
FRANCESCO ESTÀTICO.
FABIO NÙNNERI.
MASSIMILIANO CARBONE.
PEPE TUNEVIC.
ANTONIO LANDIERI.
FRANCESCO GRAZIANO.
FRANCESCO ROSSI.
ATTILIO ROMANÒ.
FRANCESCO FORTUGNO.
GIUSEPPE RICCIO.
DANIELE POLIMENI.
GIANLUCA CONGIUSTA.
CARMELA FASANELLA.
ROMANO FASANELLA.
DOMENICO DE NITTIS.
EMILIO ALBANESE.
SALVATORE BUGLIONE.
DANIELE DEL CORE.
LORIS DI ROBERTO.
RODOLFO PACÌLIO.
MICHELE LANDA.
ANTONIO PALUMBO.
ANNA POLITIKOVSKAJA. (POLITOSCAJA)
LUIGI SICA.
FRANCESCO GÀITO.
UMBERTO IMPRÒTA.
GIUSEPPE VEROPALUMBO.
MARIO COSTABILE.
DOMENICO NOVIELLO.
MARCO PITTONI.
RAFFAELE GARGIULO.
RAFFAELE GRANATA.
GENNARO CORTUMACCIO.
GIUSEPPE MINÒPOLI.
LORENZO RICCIO.
RAFFAELE MANNA.
NICOLA SARPA.
SAMUEL KWAKU. (WAKU)
CRISTOPHER ADAMS.
ERIC AFFUM YEBOAH.
KWAME ANTWI JULIUS FRANCIS.
EL HADJI ABABA.
ALEX GEEMES. (ALEX GIMES)
FRANCESCO ALIGHIERI.
GABRIELE ROSSI.
FELICIA CASTANIÈRE.


...E TUTTI GLI ALTRI DI CUI NON SIAMO ANCORA RIUSCITI A
CONOSCERE IL NOME.

Mafia, due arresti tra i 100 latitanti più pericolosi


Mafia, due arresti tra i 100 latitanti più pericolosi

Le forze dell'ordine oggi hanno arrestato in due diverse operazioni due dei 100 latitanti considerati più pericolosi. Continua a leggere questa notizia

Nel Napoletano è stato arrestato dai carabinieri il latitante Pasquale Giovanni Vargas, affiliato al clan dei Casalesi e condannato in via definitiva nel processo Spartacus a 12 anni di carcere per associazione a delinquere di tipo mafioso, mentre a Santo Domingo è stato catturato dalla polizia Saverio Loconsolo, affiliato al clan Cassotta di Melfi, ricercato per associazione mafiosa, estorsione ed usura.

Le operazioni hanno ottenuto il plauso del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che in una nota ha espresso anche a nome del "governo e degli italiani i più vivi complimenti" a carabinieri e polizia per gli arresti, sottolineando che il contrasto al crimine è "un capitolo fondamentale del programma di governo".

Il premier ha ricordato inoltre che sono state arrestate 4.592 persone e sequestrati "beni e denaro per un valore complessivo di 7.597 milioni di euro", ribadendo che "nessun governo nella storia della nostra Repubblica ha mai condotto una lotta così decisa ed efficace nei confronti della criminalità organizzata".

VARGAS NASCOSTO A GIUGLIANO

L'Arma di Napoli ha reso noto che Vargas, 43 anni e latitante dal giugno 2005, si nascondeva in un'abitazione di Giugliano, non molto distante dal suo comune di residenza e roccaforte del clan, Casal di Principe in provincia di Caserta.

Con lui c'era una donna incensurata, proprietaria dell'appartamento, ora indagata per favoreggiamento e concorso in ricettazione di armi, visto che in una stufa è stata trovata una Beretta con tre caricatori che risulta rubata nel 1997.

Secondo gli inquirenti, Vargas sarebbe il luogotenente di Francesco Bidognetti, uno dei capi storici del cartello di clan dei Casalesi e attualmente punto di contatto tra il superlatitante Michele Zagaria e altre frange del clan. È ritenuto dalle forze dell'ordine uno dei killer e degli estorsori operanti a Casal di Principe, Mondragone e Castelvolturno, anche se non è stato finora condannato per questi reati.

LOCONSOLO IN SPIAGGIA

Loconsolo è stato invece arrestato dagli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) della polizia a Santo Domingo su una spiaggia mentre prendeva il sole, dopo un periodo di pedinamenti, secondo quanto si legge in una nota. Il mandato di cattura internazionale nei suoi confronti era stato emesso nell'aprile del 2009 dalla Procura di Potenza.

"Con gli arresti di oggi è stato inferto un altro durissimo colpo ai clan mafiosi, risultato del lavoro incessante delle forze di polizia, della magistratura e del governo, che sta facendo della lotta alla criminalità organizzata la suo priorità", ha commentato in una nota il ministro dell'Interno Roberto Maroni.

"Altri due pericolosi criminali sono stati assicurati alla giustizia. Due nomi in meno sull'elenco dei cento più pericolosi latitanti", ha aggiunto in un altro comunicato il Guardasigilli Angelino Alfano.

venerdì 19 febbraio 2010

"Scacco matto", 120 anni di carcere per 11 persone


"Scacco matto", 120 anni
di carcere per 11 persone


Il gup di Palermo ha condannato undici persone a complessivi 120 anni di carcere al termine del processo denominato "Scacco matto", celebrato con il ritro abbreviato. Tutti gli imputati rispondevano di associazione mafiosa perchè accusati dalla Dda di Palermo di far parte delle cosche mafiose di Sciacca, Ribera e del Belice.

In particolare, 21 anni sono stati inflitti a Gino Guzzo, di Montevago, ritenuto il reggente della cosca del Belice, 13 anni e 8 mesi a Paolo Capizzi, di Ribera, 12 anni a Franco Capizzi, anche lui di Ribera, 11 anni e 4 mesi ciascuno a Accursio Dimino, di Sciacca e a Salvatore Imbornone, di Ribera, 10 anni a Antonio Pumilia e Antonino Gulotta, 9 anni e 8 mesi a Raffaele Sala, 8 anni e 8 mesi a Girolamo Sala e un anno e 7 mesi a Antonino Montalbano. Condannato a 4 anni e 8 mesi, infine, Calogero Rizzuto, arrestato nell'ambito dell'operazione e divenuto poi collaboratore di giustizia.

mercoledì 17 febbraio 2010

ITALIA che frana, MAIERATO NON C'È PIÙ


ITALIA che frana,
MAIERATO NON C'È PIÙ

di Claudio Fabretti


L’inverno più lungo. Almeno rispetto al recente passato. Di stagioni così rigide, infatti, se ne vedono una ogni 20-25 anni. Con freddo e piogge persistenti, almeno fino a marzo, al punto da arrivare a insinuarsi fin sotto la primavera. Per tutto il mese, si susseguiranno le perturbazioni e, anche se le temperature gradualmente saliranno, non mancheranno ancora «episodi freddi con perturbazioni frequenti».
L’analisi è firmata dal climatologo Giampiero Maracchi, già direttore dell’Istituto di biometeorologia Ibimet del Cnr di Firenze. «Complessivamente è un inverno abbastanza persistente - sostiene Maracchi - e non un fenomeno temporaneo. Un inverno come questo arriva ogni 20-25 anni e le caratteristiche sono molto simili all’inverno dell’85». Nelle prossime settimane sarà soprattutto il centro-sud a essere investito dal maltempo. E’ emergenza in Calabria, dove il territorio continua a franare e sono previste nuove piogge che potrebbero ulteriormente aggravare una situazione già drammatica.
Insomma, per l’uscita dal “vortice polare” c’è da aspettare ancora, anche se nella marcia di avvicinamento all’equinozio di primavera del 21 marzo la situazione comincerà a ribaltarsi.
Con il freddo, torna in auge anche l’influenza. Si temono nuovi picchi, con bambini e anziani osservati speciali. Ed è proprio di ieri la notizia che - secondo una delle sezioni italiane della Cochrane Collaboration - gli studi sull’efficacia dei vaccini per l’influenza sugli anziani andrebbero rivisti e integrati con ricerche più ampie.

DISAGI SULLA A3 Disagi anche oggi per il traffico veicolare sulle due principali arterie del versante tirrenico che attraversano la Calabria, a causa delle piogge delle scorse ore. È ancora chiusa al traffico la corsia nord del tratto dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria compreso tra gli svincoli di Falerna e Rogliano, dove sono in corso da parte dell'Anas le verifiche tecniche sui dissesti provocati dalle piogge degli ultimi giorni. I mezzi pesanti che viaggiano in direzione nord vengono deviati con uscita dall'autostrada allo svincolo di Falerna, con rientro allo svincolo di Cosenza nord-Rende, attraverso le strade statali 107 e 18. I veicoli leggeri, invece, possono proseguire fino ad Altilia, percorrere un breve tratto della strada statale 616, la strada provinciale 245 per poi rientrare in autostrada a Rogliano. Anche la statale 18 è chiusa al traffico all'altezza del comune di Cetraro a causa di un costone pericolante. È probabile che la chiusura al traffico si protrarrà per la necessità di mettere in sicurezza l'area. I veicoli leggeri in transito nella zona possono utilizzare un percorso alternativo che attraversa il centro abitato di Cetraro. Per quanto riguarda i mezzi pesanti, quelli diretti a nord vengono deviati all'altezza di Paola sulla statale 107 e successivamente sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria allo svincolo di Rende-Cosenza nord, mentre quelli in direzione sud devono proseguire da Lagonegro sull'autostrada.

BERTOLASO IN CALABRIA Il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso si recherà nel pomeriggio in Calabria per un sopralluogo nelle zone colpite nei giorni scorsi dalla frana di Maierato. Lo ha annunciato nell'Aula della Camera, impegnata nell'esame del decreto legge sulla Protezione civile, chiedendo di poter lasciare Montecitorio in tarda mattinata al termine della discussione generale sul provvedimento.«Il Dipartimento -ha spiegato Bertolaso- è stato presente dai primi minuti della vicenda, ci sono dei tecnici della nostra struttura presenti sia in Calabria che in Provincia di Messina, il professor De Bernardinis sta andando sul posto, dopo aver lavorato in coordinamento con le due realtà regionali. Ho parlato con i vari sindaci dei Comuni interessati della Calabria, questa mattina mi sono sentito prestissimo con il presidente Loiero, gli ho detto che avevo questo importante impegno istituzione (l'esame del decreto legge sulla Protezione civile n.d.r.)». «Siccome sono abituato a seguire punto per punto tutti i lavori dei provvedimenti che mi riguardano, così come ho fatto in Senato ritenevo di essere qui presente oggi e nei giorni prossimi secondo quello che è il calendario che voi deciderete, ma se siete d'acordo penso di poter rimanere qui questa mattina per ascoltare il dibattito generale, poi all'interruzione della mattina recarmi in Calabria per fare un sopralluogo e vedere esattamente quali altri interventi devono essere adottati con immediatezza, per poi magari riferire anche domani al mio rientro su quelli che sono gli esiti di questo sopralluogo e i primi interventi urgenti che il Governo intende sicuramente porre in essere».


MAIERATO SCIVOLA ANCORA Nuovi scivolamenti a valle del costone da cui si è staccata la frana che ha portato all'evacuazione dei 2.300 abitanti di Maierato, si sono verificati nella notte. Si dovrebbe trattare, secondo quanto ha spiegato il prefetto di Vibo Valentia Luisa Latella dopo una riunione con i tecnici, di movimenti di assestamento. Tuttavia, da stamani riprenderanno i sopralluoghi su tutta l'area interessata, condotti, oltre che dai vigili del fuoco, dai tecnici della Protezione civile nazionale giunti ieri sera in Calabria. Il Prefetto, sino alla mezzanotte di ieri, ha presieduto un vertice nel corso del quale è stata fatta una ricognizione di tutti i punti di crisi della provincia. A preoccupare sono soprattutto le condizioni del tempo: al momento non sta piovendo, ma le previsioni della protezione civile indicano pioggia per tutto il giorno. Un'eventualità che potrebbe aggravare la situazione. Nel pomeriggio, a Maierato, è in programma un nuovo vertice nel corso del quale sarà fatto il punto della situazione e sarà deciso se mantenere lo stato di evacuazione di tutto il paese o consentire il ritorno, almeno parziale, degli abitanti.

SOPRALLUOGO IN CALABRIA Un nuovo sopralluogo sarà eseguito questa mattina a Maierato, il centro del vibonese evacuato per una grossa frana. Ieri sera sono arrivati gli esperti della Protezione civile nazionale, che affiancano i rappresentanti della Commissione grandi rischi e gli organismi regionali. La notte è trascorsa tranquilla, le forze dell'ordine hanno presidiato il centro abitato contro possibili episodi di sciacallaggio. La Prefettura di Cosenza ha richiesto l'invio urgente di tecnici della Commissione Grandi Rischi e di un Team del Dipartimento della Protezione Civile per monitorare la situazione. La provincia bruzia è una delle più flagellate dall'ondata di maltempo, con quasi 200 frane segnalate. La Ss 283 delle Terme è rimasta bloccata a causa di una slavina che ha ricoperto l'asfalto nel Comnune di San Marco Argentano, diverse strade provinciali sono chiuse, la Ss 18 è minacciata da una parete debole del costone nel Comune di Cetraro e il Santuario di Sant'Umile a Bisignano rischia di rimanere coinvolto in una frana sottostante molto vicina. Oggi le condizioni atmosferiche sembrano peggiorare, confermato anche dal bollettino meteo.

«LA MONTAGNA VENIVA GIÙ» «Ho visto la montagna venire giù lentamente, sembrava una colata di lava. Solo a ripensarci mi torna la paura». Antonia chiude gli occhi ripensando a quei momenti. Poi sospira guardandosi intorno, seduta su una branda nel palazzetto dello sport di Vibo Valentia. Antonia è una dei 2.300 abitanti di Maierato, piccolo centro a meno di dieci chilometri da Vibo Valentia, evacuato totalmente dopo che un costone della collina che sovrasta il paese è venuto giù trascinando con sè case di campagna, strade e acquedotto. La sua casa non ha avuto danni, così come le altre, ma il sindaco, Sergio Rizzo, non ha voluto correre rischi ed ha mandato via tutti. Anche perchè da stamani ha ripreso a piovere con insistenza, con il rischio concreto di nuovi crolli. Insieme agli altri compaesani, la donna condivide paura, disperazione e ansia per un futuro che al momento si presenta incerto, con il rischio di poter perdere tutto quanto ha costruito nel corso di una vita. Antonia sperava di potersi trasferire nella sua casa di campagna, ma anche quella è stata evacuata e così è stata costretta ad andare nel palazzetto dello sport, allestito dalla Prefettura di Vibo per ospitare 190 persone. In realtà, all'interno, ne sono arrivate solo 17 e cinque, dopo qualche ora, se ne sono andate per sistemarsi a casa di parenti ed amici. Una soluzione adottata dalla grande maggioranza degli abitanti di Maierato. Altri 220, invece, sono stati ospitati nella scuola di polizia, alle porte di Vibo. «Li ci sono i mie parenti», racconta la donna per spiegare perchè, insieme alla madre, al fratello ed ai tre figli, passerà la notte nel palazzetto. «Ci accontenteremo - prosegue sorridendo - l'importante è che stiamo tutti bene. Ringrazio Dio per come è andata. Quando si è staccata la frana ero alla finestra. Ho visto tutta quella terra scendere e sono rimasta terrorizzata. Ci hanno spiegato che sotto la terra scorre l'acqua per cui è pericoloso restare in paese». Meno sorridente e ugualmente impaurito è Alex, un ragazzo polacco che vive a Maierato da cinque anni. Insieme alla fidanzata, stamani, si è presentato al centro di raccolta, organizzato dal Comune nel piazzale di un centro commerciale, alla periferia del paese, con tutte le sue cose racchiuse in un paio di valigie ed alcuni sacchetti sistemati su un furgoncino. Per lui i volontari della protezione civile hanno trovato una sistemazione nella scuola di polizia. «In paese - dice in un buon italiano - sta scendendo tutto. Non so proprio cosa possa accadere». Non tutti, però, hanno lasciato la loro abitazione senza protestare. Sono stati gli anziani, soprattutto, i più riottosi. «Non voglio lasciare la mia casa - dice Maria - sono disperata. Non voglio lasciare le mie cose». Poi, dopo che i poliziotti la convincono a uscire di casa, li guarda e, con fare deciso, dice: «voglio tornare al più presto». Più che un auspicio, un'esortazione.

FRANA SULL'ADRIATICA Una frana, provocata dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi, ha ostruito in serata parte della carreggiata della Statale Adriatica tra Fosso Sejore e Pesaro. Una corsia è stata chiusa al traffico e si sta valutando l'ipotesi di chiudere del tutto la strada. La frana ha un fronte di una decina di metri ed è caduta dal Colle Ardizio; è costituita principalmente da roccia arenaria. Sul posto, i tecnici dell'Anas, i vigili del fuoco e la polizia stradale.

SETTE COMUNI SU 10 A RISCHIO Suona forte l'eco dell'allarme per la fragilità del suolo italiano: il territorio è a rischio sbriciolamento nel 70% dei comuni, di questi uno su quattro non sembra aver voglia di prendere delle iniziative, soprattutto nel campo della prevenzione. E in Calabria, come in Umbria, l'intera popolazione vive su una zona 'rossà in quanto a sicurezza idrogeologica che manca nel 100% dei comuni. La fotografia di una situazione così critica dal punto di vista idrogeologico è stata scattata appena nel dicembre scorso da Legambiente e dalla Protezione civile con lo studio 'Ecosistema rischio 2009' nell'ambito di 'Operazione fiumì attraverso il monitoraggio di oltre 1700 comuni classificati ad alto rischio dal ministero dell'Ambiente e dall'Upi, l'Unione delle province italiane. Dallo studio emerge che il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il territorio nazionale: sono ben 5.581 i comuni a rischio idrogeologico, il 70% del totale dei comuni italiani, di cui 1.700 a rischio frana, 1.285 a rischio di alluvione e 2.596 a rischio sia di frana sia di alluvione. Sette comuni su 10 sono zone rosse: in particolare, le regioni con la più alta percentuale di comuni a rischio, pari al 100%, sono la Calabria con 409 comuni, l'Umbria con 92 comuni e la Valle d'Aosta con 74 comuni. Le Regioni con più 'tenutà sono la Puglia con il 19% (48 comuni) dei comuni a rischio idrogeologico e la Sardegna con l'11% (42 comuni). Sono al nord i due comuni migliori nella prevenzione delle frane e delle alluvioni: a Canischio (Torino), e Palazzolo sull'Oglio (Brescia) cui va il primato nazionale di 'Ecosistema rischio 2009' e la bandiera 'Fiume sicurò. I peggiori sono sette comuni, soprattutto calabresi e campani, tra cui Acquaro (Vv), Polla (Sa), Quarto (Na), e Vejano (Vt) nel Lazio. Le migliori città sono Cagliari e Perugia, mentre non raggiunge la sufficienza Roma, e chiude la classifica Palermo. In questo contesto così disegnato, secondo lo studio sono ancora troppe le amministrazioni comunali italiane che tardano a svolgere un'efficace ed adeguata politica di prevenzione, informazione e pianificazione d'emergenza: oltre un comune su quattro non fa praticamente nulla per prevenire i danni derivanti da alluvioni e frane. Delle 1.485 amministrazioni comunali italiane, nel 79% dei comuni sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana e nel 28% dei casi sono presenti in tali zone interi quartieri. Migliore è la situazione per l'organizzazione del sistema locale di protezione civile. L'82% dei comuni si è dotato di un piano di emergenza in caso di frana o alluvione.

COLDIRETTI: CALABRIA A RISCHIO Il cento per cento dei comuni della Calabria si trova su un territorio considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all'agricoltura. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla situazione idrogeologica in Calabria . La situazione della Calabria è considerevolmente più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove - precisa la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70% del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità. In Italia - afferma Coldiretti - l'elevato rischio idrogeologico non è certamente estraneo al fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all'agricoltura che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27% negli ultimi 40 anni. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è necessario intervenire per invertire una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che - precisa la Coldiretti - si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge. I forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poichè - conclude la Coldiretti - i terreni non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.

UN'ABITANTE: «SCIVOLA TUTTO» «Non so cosa possa succedere. In paese sta scivolando tutto». Alex è un giovane polacco che da cinque anni vive a Maierato. Adesso, insieme alla fidanzata, sta aspettando il suo turno al centro di raccolta allestito dal Comune nel parcheggio di un centro commerciale alla periferia del paese per sapere dove dovrà andare. Con un amico ha portato via tutte le sue cose a bordo di un furgoncino. In attesa di dare il suo nominativo ai volontari della Protezione civile, racconta quello che ha visto. «È stato spaventoso - dice - la montagna è venuta giù improvvisamente, sembrava un fiume in piena. Io abito vicino la zona della frana e sono rimasto terrorizzato. Non so come andrà a finire». A poca distanza da Alex c'è un altro giovane, Francesco, in compagnia di alcuni amici. Lui andrà ad abitare temporaneamente a casa di conoscenti. «Abito a meno di 200 metri dalla frana - racconta - e la paura è stata tanta. Quella è una zona in cui piccole frane si verificano da decenni. Il problema è che nessun coltiva più il terreno e poi quando piove si verificano questi disastri. Speriamo che tutto finisca presto».

ANCORA PIOGGIA Tonnellate e tonnellate di terra coprono quella che fino a ieri era una vallata. Il costone staccatosi da una collina a Maierato ha lambito decine di abitazioni, mettendo a rischio anche gli edifici che si trovano alla sommità e che potrebbero scivolare a valle nel caso in cui la frana riprendesse a muoversi. Un rischio che appare concreto, visto oltretutto che sulla zona da stamane ha ripreso a piovere con una certa insistenza. Nessuno, al momento, è in grado di fare previsioni ma la paura tra gli abitanti che ormai hanno lasciato il paese è tanta. La frana ha un fronte di un paio di chilometri ed ha travolto strade e acquedotto, tanto che il paese è completamente privo di acqua. Si tratta di uno spettacolo impressionante. «Stavamo verificando - ha raccontato il sindaco, Sergio Rizzo - una piccola frana che aveva ostruito una strada quando all'improvviso è venuto giù tutto. È stato spaventoso. Non ci aspettavamo una cosa del genere». Adesso a Maierato si attende l'arrivo della Commissione Grandi rischi per una valutazione degli interventi più urgenti.

MAIERATO PAESE FANTASMA È un paese fantasma Maierato, dopo lo sgombero ordinato dal sindaco, Sergio Rizzo, di tutti gli oltre duemila abitanti a causa della frana caduta ieri. Le strade sono deserte, le finestre delle case tutte serrate. In giro si vedono solo poliziotti e carabinieri che suonano casa per casa per accertarsi che tutti se ne siano andati, e gli ultimi ritardatari che con buste, valigie, trolley portano via le cose necessarie per affrontare un allontanamento che non si sa quanto dovrà durare. L'operazione di sgombero, partita stamane, è andata avanti senza problemi. Alcuni anziani hanno fatto un pò di resistenza dopo una vita passata nel paese, ma alla fine anche loro si sono convinti che abbandonare Maierato in questo momento è la cosa migliore. Per i più anziani si è reso necessario l'intervento delle ambulanze del 118.

EVACUATO MAIERATO L'evacuazione in massa di tutti gli abitanti di Maierato, paese di 2.300 persone in provincia di Vibo Valentia, è in corso da stamani, dopo che ieri un intero costone della montagna che si trova a ridosso del centro è franato mettendo in pericolo numerose abitazioni. La decisione è stata presa a scopo precauzionale dal sindaco, Sergio Rizzo, che ha definito lo scenario «apocalittico». «La frana - ha detto il sindaco - minaccia una parte importante del paese e vista l'incertezza delle condizioni meteo abbiamo deciso di non rischiare». Le prime 300 persone sono state allontanate dalle loro abitazioni già ieri sera, ma da stamani è cominciato lo sgombero di tutto il paese. Gli sfollati saranno sistemati nella scuola di polizia e nel palazzetto dello sport di Vibo Valentia. Inoltre sono stati allestiti punti di raccolta in varie scuole dei paesi della provincia.

UN'ANZIANA «VOGLIO RESTARE» «Sono disperata. Non voglio lasciare la mia casa. Voglio restare». Maria, un' anziana donna che abita a Maierato, non si dà pace. La sua casa è nelle vicinanze della montagna franata e adesso è costretta ad andarsene perchè c'è il rischio che possa crollare. «Non voglio andarmene - dice - non voglio lasciare le mie cose. Prego il Signore che non succeda niente». Per convincerla ad andarsene sono dovuti intervenire i poliziotti e i volontari della protezione civile che stanno cercando di far capire, soprattutto agli anziani, che il rischio è troppo elevato, visto anche che per oggi si prevedono nuove piogge che potrebbero fare ampliare il fronte della frana. «Sono molto triste e preoccupata - dice Maria dopo essersi convinta - e voglio tornare al più presto».

UNA FRANA SPAVENTOSA Un'intera montagna è venuta giù a Maierato a causa di una frana provocata dalle piogge abbondanti delle ultime ore. Nel centro del vibonese si sono vissuti momenti da incubo. Lo smottamento ha reso necessaria l'evacuazione di 200 persone. Il video è stato trasmesso ta Tg1 e Tg5. Dalla tarda mattinata di oggi le attenzioni della Protezione civile si erano concentrate nella zona a valle del centro del vibonese, dove nel primo pomeriggio erano state fatte evacuare a scopo precauzionale nove famiglie. Sul posto sono intervenuti volontari di tre associazioni di protezione civile che hanno attuato il monitoraggio della frana che ha portato a valle masse di terra e fango sommergendo case e spaccando strade. Le persone evacuate sono state sistemate nei locali della Scuola di Polizia a Vibo Valentia. Nel caso dovesse essere necessario per ulteriori evacuazioni il Comune di Vibo Valentia ha messo a disposizione il palazzetto dello Sport. In prefettura è stata costituita un'unità di crisi che segue l'evolversi della situazione. «È impressionante - ha detto l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco - quello che abbiamo potuto vedere dall'elicottero. Adesso, però, bisogna capire la natura della frana e la sua evoluzione» È emergenza, comunque, in tutta la Calabria dopo giorni di pioggia incessante che ha provocato danni ingenti. Hanno dovuto lasciare le loro case, per la minaccia di smottamenti alcune famiglie a Mendicino (Cosenza) e a Gimigliano (Catanzaro), mentre proprio alle porte del capoluogo di regione, a Germaneto, i tecnici del Comune e della Protezione civile stanno valutando la necessità di procedere allo sgombero di altre 30 famiglie da alcune abitazioni minacciate da un nuovo fronte franoso che ha già reso impraticabile una strada. Ad Acri e Castiglione Cosentino, in provincia di Cosenza, i vigili del fuoco hanno raggiunto alcune abitazioni isolate a causa di smottamenti che hanno ostruito le strade, mentre a Bisignano è in pericolo il Santuario dedicato a Sant'Umile la cui chiesa è stata dichiarata inagibile. Il bollettino delle frane è aggiornato ormai di ora in ora. Nella sola provincia di Cosenza se ne contano ormai 180 con l'interessamento di 27 arterie tra provinciali ed ex statali completamente «off-limits». A pagare lo scotto maggiore è la fascia che va da Aiello Calabro a Roggiano Gravina. Difficoltà anche per il Basso Ionio con interruzioni a Campana, Pietrapaola, Paludi. Nell'hinterland cosentino il discorso non cambia a Castiglione Cosentino, Zumpano, Rovito e San Pietro in Guarano. Nel catanzarese, dove la ricognizione è in corso, il transito è bloccato sulle provinciali a Tiriolo, Gimigliano per i problemi di stabilità del ponte sul fiume Corace, Soveria Simeri e Guardavalle nella zona ionica del soveratese. Tempi lunghi si prospettano, invece, per il ripristino della strada Janò-Magisano che dal capoluogo conduce nella zona della Presila, chiusa ormai da quasi venti giorni per un vasto movimento franoso che minaccia due quartieri di Catanzaro. Rubinetti a secco da ieri per diverse decine di migliaia di persone a Catanzaro e nell'hinterland costiero per la rottura della condotta idrica che alimenta per almeno due terzi l'acquedotto cittadino, dovuta alla piena del fiume Alli. Gli ospedali e le cliniche del capoluogo sono riforniti di acqua dalle autobotti della Protezione civile regionale. Anche a Cosenza una frana ha investito una condotta provocando disagi per la riduzione della portata nel centro cittadino. In Sila la neve ha raggiunto i tre metri di altezza. I parlamentari Gentile e Pittelli, del Pdl, hanno invocato la dichiarazione dello stato di calamità e l'intervento del governo. Il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha convocato, per domani, una riunione straordinaria dell'esecutivo sulle conseguenze del maltempo. Oggi una tregua nel maltempo, ma per domani le previsioni parlano di nuove piogge e temporali.

San Fratello sprofonda: «E non ci sono rimedi»




San Fratello sprofonda: «E non ci sono rimedi»

San Fratello non sarà ricostruita. La politica prende tempo ma il verdetto dei tecnici è chiaro. «Per quello che sappiamo, sarà difficile recuperare l’abitato interessato dalla frana». Di più non dice Giovanni Arnone, ma è abbastanza. Il capo di gabinetto dell’assessorato al territorio della Regione Sicilia è infatti l’uomo del Pai. È nato nel suo ufficio il Piano di assetto idrogeologico che fotografa, comune per comune, il rischio di frane e alluvioni in tutta l’isola. Il destino del paesino dei Nebrodi, che ancora ieri è stato battuto dalle piogge, è scritto qui, negli archivi di via Ugo La Malfa, periferia industriale di Palermo.

Mentre lassù, oltre Cefalù e Sant’Agata di Militello, dove si alleva il cavallo sanfratellano e si parla un antico dialetto gallo-italico, i vigili del fuoco cercano di far capire agli abitanti di via Cirino Scaglione che chi abita nei numeri pari deve abbandonare la propria casa mentre nei numeri dispari si continua a stendere i panni e a cucinare le gnuchiattuli, negli uffici dell’assessorato al territorio parlano i documenti. San Fratello, come altri 90 comuni del Messinese (che in totale ne conta 108) molto prima che la terra iniziasse a scivolare era già un’area R4.

Per chi ha dimestichezza con la geologia, significa massimo rischio idrogeologico: vivere con la spada di Damocle di una frana o di un’alluvione che prima o poi spazzerà via case, risparmi, affetti, talvolta la stessa vita. Tutto in pochi minuti, o secondi. Nell’isola, secondo la Regione, ci sono poco meno di 32mila frane e 294 comuni R4 su 390. «Ma è una stima per difetto – puntualizza Arnone – perchè noi abbiamo usato una metodologia di rilevazione che considera solo i terreni in cui la frana è già nota e non, come avviene in altre aree d’Italia, anche i terreni circostanti». Per quanto le stime “difettino” il Ministero dell’Ambiente considera “pericoloso” quasi il 6 per cento dell’isola.




«Una frana si attiva quando si rompe l’equilibrio tra il peso del terreno e la pressione neutra che spinge dal basso» spiega Arnone e si capisce che 1.100 millimetri di pioggia caduti sui Nebrodi in sei mesi, contro una media annuale di 800, rappresentano un cospicuo fattore di squilibrio, soprattutto se sommati alla particolare intensità delle precipitazioni, come fanno notare all’Ente Parco. Certo, pioveva anche nel 1100, quando gli antichi sanfratellesi, racconta il geologo Francesco Bellitto, decisero di edificare la città sulla dura roccia del monte San Fratello, lo stesso dove sorge ancora il Santuario dei tre santi.

Sconfitti dai saraceni, traslocarono poco lontano, dove nel 1922 l’abitato fu colpito da una prima frana. L’esodo creò Acquedolci com’è oggi, tuttavia non bastarono due leggi di Mussolini per convincere tutti i sanfratellesi ad allontanarsi dalla raccafert, la cittadella. Non a caso, in via La Malfa si pesano le parole: «Per spostare un comune serve un piano regionale di delocalizzazione» mette le mani avanti Arnone. Il quale però ammette che anche Alcara Li Fusi, a pochi chilometri da San Fratello, è minacciata. «Servirebbero troppi milioni per metterla in sicurezza» sentenzia.

L’assessore Roberto Di Mauro, che dopo la tragedia di Favara ha promosso un disegno di legge per la sicurezza degli immobili dei centri storici, vorrebbe spendere subito i 160 milioni di euro che arriveranno da Bruxelles attraverso i fondi Fas e spera di ottenere una parte del miliardo previsto dall’accordo Stato-Regioni per la difesa del suolo. Briciole, rispetto al fabbisogno: per riparare l’intero territorio siciliano secondo la Giunta Lombardo servirebbero circa quattro miliardi di euro (che diventano otto se si considerano i casi R3 e le coste) «e il ministero dell’Ambiente dispone di 200 milioni all’anno per questi interventi, sedici dei quali sono destinati alle emergenze siciliane» commenta Arnone.

A dire il vero, qualche finanziamento-tampone è partito nei mesi scorsi da Palermo, ma è arrivato decisamente tardi: 2,5 milioni per la frazione Zappa di Raccuja (evacuata) e cinque per San Fratello, un minibudget che adesso non si sa neppure come utilizzare. «Con la nuova frana a sud-est – ammettono in Regione – il comune è letteralmente circondato dal dissesto, perchè un altro fronte, finora in sonno, si trova a nord del paese e non mancano altri piccoli fenomeni franosi». Tra frane vecchie e nuove, San Fratello è in una morsa.



Stato d'emergenza per le frane

Emergenza frane su Nebrodi e Madonie e la terra non si ferma. Le colline fanno paura ed all'orizzonte c'è un'altra ondata di maltempo che potrebbe aggravare la situazione. Situazione drammatica a San Fratello, in provincia di Messina, dove il paese è stato spazzato da un movimento franoso che ha costretto gli organi preposti a far evacuare oltre 1500 persone.

Nel corso di una riunione straordinaria convocata in nottata per affrontare le problematiche connesse al grave dissesto idrogeologico del comune di San Fratello, la Giunta regionale ha deliberato la dichiarazione dello stato di calamità per il comune dei Nebrodi e per numerosi centri della provincia di Messina. Analogo provvedimento riguarda anche parte della provincia di Palermo interessata da fenomeni di dissesto.



La Giunta ha deliberato, così come aveva già annunciato il governatore Raffaele Lombardo, che aveva presieduto un vertice nella zona colpita dalla frana, la contestuale richiesta al Consiglio dei ministri dello stato di emergenza in considerazione della rilevanza che ha assunto il dissesto idrogeologico in entrambe le province. Il governo regionale ha altresì individuato una posta finanziaria da dedicare alle prime azioni volte a sollevare lo stato di grave disagio della popolazione interessata dalle frane.



LA MAPPA DEI CENTRI COLPITI. Maggiormente colpita la provincia di Messina ed in particolare il versante tirrenico-nebroideo. I centri messinesi colpiti sono: Tusa, Pettineo, Motta D'Affermo, Reitano, Santo Stefano di Camastra, Mistretta, Capizzi, Caronia, Acquedolci, San Fratello, Cesarò, S. Teodoro, S Agata di Militello, Militello Rosmarino, Alcara Li Fusi, Galati Mamertino, Longi, Frazzanò, Mirto, Caprileone, Tortorici, Torrenova, S. Marco d'Alunzio, Santa Domenica Vittoria, Floresta, Ucria, Raccuja, Sinagra, Castell'Umberto, S. Salvatore di Fitalia, Capo d'Orlando, Naso, Gioiosa, Piraino, Patti, Brolo, Sant'Angelo di Brolo, Librizzi, Montalbano, Ficarra, Tripi, Basicò, Falcone, Montagnareale, Oliveri, San Piero Patti, Castel di Lucio ed Antillo.

In provincia di Palermo: Palermo, Altofonte, Monreale, Villabate, Ficarazzi, Altavilla Milicia, Belmonte Mezzagno, S. Cristina Gela, Piana degli Albanesi, S. Cipirello, S. Giuseppe Jato, Partinico, Balestrate, Trappeto, Cinisi, Capaci, Campofelice di Roccella, Collesano, Termini Imerese, Lascari, Cefalù, Alia, Montemaggiore Belsito, Mezzojuso, Campofelice di Fitalia, Villafrati, Castronovo di Sicilia, Bisacquino, Corleone, San Mauro Castelverde, Pollina, Castelbuono, Sclafani Bagni, Caltavuturo, Polizzi Generosa, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Roccapalumba, Valledolmo e Lercara.




SAN FRATELLO: NOTTE A MONITORARE LA FRANA. E' stata una notte tranquilla quella trascorsa a San Fratello. Gli abitanti rimasti nel paese dei Nebrodi interessato da uno smottamento che ha lasciato senza casa 1.500 persone hanno continuato a controllare la frana, nella speranza che non si muovesse ancora.

I segnali, anche artigianali, come due chiodi piantati tra i bordi di una frattura uniti da un filo, lasciati su terreni, strade e palazzine evidenziano che non ci sono stati cambiamenti rispetto a ieri e che la frana, al momento, è ferma.

Le attese e i timori sono legati al maltempo. Dopo il sole di ieri, oggi a San Fratello è ripreso a piovere, per il momento in maniera leggera, e la temperatura si è abbassata. Ma sono le previsioni e l'allerta meteo che prevede temporali in Sicilia a preoccupare gli abitanti del paese: temono infiltrazioni d'acqua nella frattura, che potrebbe così riprendere a camminare, trascinandosi altre case.

La zona di potenziale pericolo è stata sgomberata due giorni fa con un'ordinanza del sindaco, Salvatore Sidoti Pinto. Sul posto operano forze dell'ordine, protezione civile, regionale e nazionale, e volontari.

SGOMBERI ANCHE A RACCUJA. Sono 21 le famiglie che hanno dovuto lasciare le loro case nella frazione Zappa del comune di Raccuja. La grave situazione di pericolo nella borgata, a causa della frana che nei giorni scorsi ha ripreso il suo corso minacciando di trascinare a valle le abitazioni, ha indotto il sindaco Cono Salpietro Damiano a firmare le ordinanze di sgombero immediato.

Alcune famiglie hanno trovato ospitalità presso amici e parenti, per gli altri il Comune ha disposto l'alloggio in pensione completa presso un'azienda agrituristica di Raccuja.

"Il Comune - spiega il sindaco - sta effettuando una ricerca di case libere ed in buone condizioni da poter mettere a disposizione delle famiglie che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni".

martedì 16 febbraio 2010

MAFIA: A PALERMO MARONI CONSEGNA VILLA RIINA A ORDINE GIORNALISTI


MAFIA: A PALERMO MARONI CONSEGNA VILLA RIINA A ORDINE GIORNALISTI

"La sottrazione dei beni alla mafia ha un duplice valore: simbolico, perché dà ai cittadini il segnale che lo Stato va fino in fondo e concreto perché sottrae risorse economiche ai clan che hanno bisogno di denaro per governare l'Antistato". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenendo, a Palermo, alla cerimonia di consegna all'Ordine dei giornalisti siciliani di un immobile confiscato ai costruttori mafiosi Sansone.

Si tratta di una villa immersa nel verde del complesso residenziale in cui trascorse gli ultimi tempi della latitanza il boss Totò Riina, che venne arrestato a pochi metri dalla nuova sede dell'ordine. "Questa diventerà la nostra casa - ha detto il presidente dell'ordine regionale Franco Nicastro che ha ringraziato il ministro e ha voluto ricordare i tanti giornalisti morti nell'adempimento del proprio dovere - questo posto sarà un presidio di legalità e un luogo di recupero della memoria".

Alla cerimonia hanno partecipato anche il capo della polizia Antonio Manganelli, il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Lorenzo del Boca, esponenti delle forze dell'ordine e il sindaco di Palermo Diego Cammarata.




MARONI, AGGRESSIONE PATRIMONI BOSS E' PRIORITA'

"In 18 mesi sono stati sequestrati alle mafie 12 mila beni per un valore complessivo di 7 miliardi di euro e confiscati 3.800 per un valore di due miliardi di euro. Questo dimostra che l'aggressione ai patrimoni delle cosche è una priorità. Resta il problema di gestire i beni sottratti ai clan e passare in tempi brevi dal sequestro e dalla confisca al pieno utilizzo a fini istituzionali e sociali". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni intervenendo, a Palermo, alla cerimonia di consegna di una villa confiscata ai costruttori mafiosi Sansone all'Ordine dei giornalisti di Sicilia.

"Crediamo che gli assetti problematici della gestione dei beni - ha aggiunto - possano essere risolti grazie all'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati recentemente istituita. La prossima settimana andrò a Reggio Calabria, sede dell'Agenzia. Sono certo che sarà uno strumento utile".

"Voglio ricordare - ha concluso - che il nostro modello legislativo in materia di misure patrimoniali contro la mafia è apprezzato e studiato in molti Paesi europei".

MARONI, ESPORTARE MODELLO DI CONTRASTO PALERMITANO

Esportare il "modello Palermo" nella lotta a Cosa nostra e nell'aggressione ai patrimoni dei boss e nella loro assegnazione perché sia d'esempio: è la proposta del ministro dell'Interno Roberto Maroni. Dopo la cerimonia, Maroni ha incontrato, in prefettura, oltre al prefetto Giancarlo Trevisone, il capo della polizia Antonio Manganelli, magistrati e i vertici delle forze dell'ordine.

"Quella dei magistrati palermitani - ha spiegato - è un'eccellente prassi di contrasto alla criminalità organizzata anche per quanto concerne le misure patrimoniali ed è importante che venga esportata alla commissione nazionale per i sequestri e le confische". Maroni ha anche annunciato la costituzione, a Palermo, di un Tavolo permanente che servirà da occasione per fare il punto sulla lotta alla mafia. "Ho intenzione - ha concluso - di ripetere periodicamente incontri come questo come già facciamo a Bari, Caserta e Reggio Calabria".

SPEZIALE, BENI CONFISCATI TORNINO IN CIRCUITO LEGALE

"Sottrarre risorse alla criminalità per riconvertirle in centri di diffusione della legalità è l'obiettivo che deve essere perseguito per evitare che al danno della presenza criminale e mafiosa, che ha rubato all'economia risorse fondamentali per lo sviluppo, si aggiunga la beffa che le stesse risorse vengano vendute dallo Stato piuttosto che restituite al circuito legale dell'economia siciliana".

Lo ha detto il presidente della commissione regionale antimafia Lillo Speziale, dopo la cerimonia di consegna all'Ordine dei giornalisti siciliani di un immobile confiscato alla mafia. "Io sono convinto che il trasferimento dei beni mobili ed immobili ad oggi confiscati ma inutilizzati - sottolinea il parlamentare regionale - sia l'unica strada percorribile. Inammissibile la possibilità che i beni requisiti vengano venduti esclusivamente per risanare i conti dello Stato".

venerdì 12 febbraio 2010

Arrestati gli ultimi killer di Duisburg


Arrestati gli ultimi killer di Duisburg

Sono affiliati alla cosca Nirta-Strangio
REGGIO CALABRIA


Dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere e la chiusura del cerchio sulla strage di Duisburg, con l’arresto di altri due presunti killer, Sebastiano Nirta, 39 anni, e Giuseppe Nirta, 37 anni, che era già in carcere, dopo quello di Giovanni Strangio. L’operazione della squadra mobile della questura di Reggio Calabria, con il coordinamento della direzione distrettuale antimafia, guidata dal procuratore Giuseppe Pignatone, ed in collaborazione con inquirenti delle Germania, hanno assestato un duro colpo al clan Nirta-Strangio di San Luca.

Ordine di arresto anche per due donne, le sorelle Angela, 20 anni, e Teresa Strangio, 24 anni (quest’ultima si è resa latitante). Gli altri destinatari dei provvedimenti giudiziari sono Demetrio Colorisi, 27 anni, Giuseppe Caracciolo, 40 anni, Antonino Flaviano, 27 anni, tutti reggini; Giorgio Francesco Madeo, 27 anni, di Corigliano Calabro (Cosenza), Pietro Pratticò, 28 anni, e Giovanni Strangio, 31 anni (già arrestato il 12 marzo dello scorso anno). I due Nirta e Strangio sono ritenuti responsabili di concorso in omicidio pluriaggravato e considerati gli autori materiali della strage di Duisburg, in Germania, che costò la vita a sei persone. All’accertamento delle responsabilità dei due Nirta si è pervenuti a seguito di una attività della squadra mobile della questura di Reggio Calabria sui profili biologici repertati dalla polizia di Duisburg, ed in particolare sulla cosiddetta «traccia 13» rilevata da alcuni oggetti sequestrati sulla scena della strage e che fino a qualche giorno fa non era stata assegnata a nessuno degli attuali indagati.

Dalla comparazione è emerso il profilo di Sebastiano Nirta, mentre per quanto riguarda Giuseppe Nirta le comparazioni su impronte digitali che erano state rilevate in Germania hanno acclarato anche le sue responsabilità in merito alla partecipazione alla strage. Tutti i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata oggi, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, sono ritenuti anche responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e di concorso esterno nella stessa associazione, detenzione di armi da guerra ed esplosivi, ed indagati altresì di procurata inosservanza di pena, aggravata dalla circostanza di aver agevolato la cosca mafiosa Nirta-Strangio. Alle sorelle Strangio viene contestato anche il reato di intestazione fittizia di beni, perchè in concorso morale e previo accordo fra loto attribuivano a Giovanni Strangio la titolarità della pizzeria «Tony’s pizza» con sede Kaarst. In particolare Teresa Strangio, già sottoposta a misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, è anche la destinataria del decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria il 14 maggio del 2004, per il quale attribuiva la titolarità dell’esercizio commerciale tedesco al fratello. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche un funionario della polizia tedesca ed un magistrato tedesco.

mercoledì 10 febbraio 2010

Vittime delle foibe: il 10 febbraio l'Italia celebra il Giorno del Ricordo

Vittime delle foibe: il 10 febbraio l'Italia celebra il Giorno del Ricordo

Nella ricorrenza, con l’obiettivo di conservare la memoria di quelle vicende, vengono organizzati convegni, incontri, dibattiti e iniziative rivolte soprattutto ai giovani

Le chiamano ‘foibe’, sono cavità carsiche dell’Istria, voragini a strapiombo di origine naturale. Lì, alla fine della seconda guerra mondiale, furono gettati, anche vivi, migliaia di soldati e di civili. L’ondata di cieca violenza e di esecuzioni sommarie, che coinvolse partigiani, tedeschi, fascisti e l'esercito di Tito, durò fino al 1947.
Quando vennero definiti i confini, e l’Istria e la Dalmazia sono state cedute alla Jugoslavia, migliaia di istriani, fiumani e dalmati furono costretti all’esodo dalle loro terre.

Per conservare la memoria delle vittime delle foibe e della tragedia vissuta dagli esuli, la Repubblica italiana ha istituito nel 2005 il Giorno del Ricordo, una solennità civile che viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno. In occasione della ricorrenza vengono organizzati convegni, incontri, dibattiti e iniziative rivolte soprattutto ai giovani studenti.

La legge n. 92 del 30 marzo 2004, che ha istituito la ricorrenza civile, ha decretato anche la nascita del Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, con sede a Trieste, e l'Archivio museo storico di Fiume, con sede a Roma. Inoltre, sono previste iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, letterario e artistico e per preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate.

Durante le celebrazioni vengono consegnate, ai discendenti delle vittime che ne fanno richiesta, un'insegna metallica in acciaio brunito e smalto che reca la scritta ‘La Repubblica italiana ricorda’ e un diploma a titolo onorifico a firma del Presidente della Repubblica. Per la concessione di tale riconoscimento è stata istituita una commissione, presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri o da persona da lui delegata, che ha il compito di esaminare le domande.

domenica 7 febbraio 2010

Sant'Angelo Muxaro 10 Anni di silenzio e omertà o (Disonestà) VERGOGNA





Sant'Angelo Muxaro 10 Anni di silenzio e omertà o (Disonestà) VERGOGNA




Sono trascorsi 10 anni dall’assassinio dei miei fratelli ENZO e SALVATORE VACCARO NOTTE , il primo membro di Sant’Angelo Muxaro Giuseppe Aurelio Leto e un’altra fotocopia venuta male del precedente primo membro Giuseppe Tirrito nulla è cambiato niente è stato fatto solo chiacchiere inutili e insignificanti ( non sono le chiacchiere di carnevale ).

Siamo passati dalle allucinazione da ricovero ospedaliero di un sindaco orbo, fasullo e bugiardo che nella sua mente malata vedeva il paese in un’isola felice un’oasi (nella fogna) che ha trascinato questo paese allo spopolamento di una buona fetta della gioventù di Sant’Angelo Muxaro favorendo la crescita della COSCA dei PIDOCCHI e compagnia varia , riducendo al minimo il valore immobiliare di mercato portandolo alla fame.

L’attuale amministrazione comunale dopo diversi solleciti ( anche legali ) da parte mia di dedicare una via o una lapide ai miei fratelli sta valutando la mia proposta (da 5 anni ) mi risponde in una lettera da informazioni dell’Autorità Centrali dello stato gli hanno suggerito di essere cauti nell’intraprendere azioni di questo genere. (Ma chi saranno queste lampadine fulminate dello stato a sparare queste MINCHIATE ??? Sto aspettando ancora una risposta.)

A Sant’Angelo Muxaro per i morti innocenti di mafia ,devono passare almeno 10 anni dall’evento perché
Si possa fare qualcosa in loro memoria. Un paese senza memoria ,un paese muto , un paese complice della mafia , un paese dove tutto è presunto o virtuale…..
Sindaco le voglio RICORDARE che 10 anni sono passati e come PROMEMORIA le vorrei ricordarle a lei giunta e consiglio alcuni articoli dello STATUTO del Comune di Sant’Angelo Muxaro .



B) Obiettivi politico – sociali

Il comune si propone la tutela e la promozione della persona contro ogni forma di sopraffazione e violenza, ed assume quale obbiettivo fondamentale, nell’abito delle proprie competenze, la lotta al fenomeno mafioso.
a) a diffondere la consapevolezza della convivenza civile e dell’ordine democratico;
b) a favorire la diffusione di una cultura dei diritti e della legalità;
c) ad impedire la presenza di associazioni mafiose e di condizionamenti clientelari ed affaristici


L'unica a ricordare il coraggio dei FRATELLI Vaccaro Notte è Sonia Alfano Europarlamentare e Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia.

Dove sono finiti tutti quei “pseudo amici” politici FASULLI e azzeccagarbugli da strapazzo , sono morti anche loro? Tutte vittime di LUPARA POLITICA ( latitanti in poltrona )



A tutti i Sindaci dell’Agrigentino (con vittime innocenti di mafia) che non si sono mai degnati di partecipare alla giornata della memoria che si tiene ogni anno il 21 Marzo , Torino, Gela , Polistena ,Bari , Napoli chi li ha visti ??? Quest’anno a Milano , chi ricorderà i coraggiosi cittadini onesti, sindacalisti, sindaci, carabinieri, poliziotti, ecc.

Non partecipare a questo evento per mantenere viva la memoria di questi EROI VERI innocenti vittime della mafia, venite meno al vostro giuramento (nullo e fasullo) un consiglio al CONSIGLIO DIMETTETEVI.

Angelo Vaccaro Notte