lunedì 19 luglio 2010

Borsellino, in pochi per ricordare la strage di via D’Amelio


Indifferenza per Paolo Borsellino

PALERMO - Nel giorno dell'anniversario della strage mafiosa via D'Amelio è deserta, una decina di persone partecipa al presidio organizzato nel luogo dell'eccidio dall'associazione "19 luglio", iniziativa che apre le manifestazioni in memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta.

Ma anche oggi - ieri la marcia delle "Agende rosse" aveva avuto una scarsissima adesione -, i palermitani hanno scelto di restare a casa. "Questo era solo un presidio - commenta Marco Bertelli, dell'associazione '19 luglio' - sono certo che il resto della giornata andrà diversamente. A partire della 12, quando dovrebbero arrivare gruppi di studenti che verranno intrattenuti in giochi e spettacoli".

Nel pomeiggio alle 16.55, ora della strage, minuto di silenzio in via D'Amelio. Alle 18 un corteo, a cui hanno aderito dodici associazioni nazionali e cittadine, tra le quali anche "Libera", arriverà all'albero Falcone, altro luogo simbolo di Palermo.

Alle 20.30, infine, fiaccolata dell'associazione "Giovane Italia" a cui parteciperanno il presidente della Camera Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri ed il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

E Rita Borsellino, sorella di Paolo, giunta in via D'Amelio, sbotta: "Mi sono stufata di contare le persone e di fare i confronti con l'anniversario della morte di Falcone. La vera antimafia comunque si fa ogni giorno senza stare attenti ai numeri".

A proposito delle statue che raffigurano Paolo Borsellino e Giovanni Falcone danneggiate nei giorni scorsi e riparate, Rita Borsellino ha sottolineato: "È una dimostrazione di quanto Giovanni e Paolo facciano ancora paura se c'è chi si scaglia contro delle statue".

Sulla partecipazione delle istituzioni alle manifestazioni per la strage di via D'Amelio, Rita Borsellino ha osservato: "La loro indifferenza è forse da attribuire alla paura di ricevere delle contestazioni da parte della società civile. Comunque proprio nelle istituzioni e negli alti vertici ci sono personaggi che hanno perso il diritto di piangere Paolo".

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