mercoledì 2 marzo 2011

Gheddafi "Se la Nato attacca, migliaia di morti"

Gheddafi a Berlusconi: io sono la Libia Poi: bagno di sangue se ci attaccate E promette amnistia a chi lascia le armi

TRIPOLI - Terzo intervento televisivo di Gheddafi dall'inizio della crisi. Ma soprattutto un impressionante colpo di coda nel pieno della sua controffensiva militare, con l'invio di una serie di messaggi trasversali all'Occidente.
Il tutto mentre i ribelli chiedono l'intervento dell'aviazione Onu contro le milizier di Gheddafi, «ma senza occupazione della Libia».

E' un braccio di ferro, dunque, che porta la Libia in una situazione di stallo delicatissima, con il vano appello del presidente della Commissione Ue Barroso «Gheddafi deve andarsene» a fronte del Raìs che nel suo discorso-fiume alla Tv libica dice che «ci saranno migliaia di morti se ci sarà un intervento militare degli Usa o della Nato in Libia»

Per il leader libico «il potere è nelle mani del popolo, sfido chiunque a dimostrare il contrario». E, rivolgendosi alla comunità internazionale, «non siamo un regime presidenziale - ha detto - il nostro sistema è diverso, tutto il potere è nelle mani dei comitati popolari. Il popolo è la guida del paese».

Il leader libico ne ha avuto per tutti, e ha riservato un attacco anche all'Italia: «Abbiamo costretto l'Italia ad inchinarsi, a scusarsi per il regime coloniale. Ora ci pentiamo del rapporto che abbiamo avuto con loro, l'italia dovrà pagare». E ha aggiunto: Berlusconi dice che io non rappresento più nulla in Libia, ma Berlusconi non sa che la famiglia Gheddafi "E' la Libia".

«Tutto quello che sta accadendo - ha continuato - è solo un insulto alla nostra storia», dando la responsabilità dei disordini che stanno spaccando il paese alla rete del terrore di Bin Laden.

«In America, Francia, ovunque se la gente attacca i depositi militari per rubare le armi verrebbe colpita», ha detto Gheddafi, facendo appello a Onu e Nato perchè creino delle commissioni di inchiesta per provare le stragi di civili, aggiungendo di vedere nelle false informazioni al riguardo «un complotto per prendersi il petrolio e la terra libica».

E ancora: «Il congelamento dei fondi all'estero non è altro che un furto dei soldi dei libici», ha gridato Gheddafi parlando ai suoi sostenitori a Tripoli. «Tutti i fondi libici all'estero vengono attribuiti a Gheddafi - ha affermato - dicono che ogni conto corrente libico sia mio. Fanno lo stesso con i fondi raccolti dall'ente caritatevole di mia figlia. Mentre io non ho nulla, e ho uno stipendio di 273 euro».

Nel suo discorso il leader libico Muammar Gheddafi ha promesso oggi un'amnistia a «tutti coloro che consegneranno le armi e torneranno alle loro case».

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