martedì 8 marzo 2011

Operazione "Crimine 2": il "modello" 'ndrangheta all'estero, 41 arresti

Le cosche di 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria avevano replicato il loro modello organizzativo nel nord Italia, in particolare in Lombardia, ed all’estero
 
 
Operazione questa mattina dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del R.O.S., unitamente alla Squadra Mobile della locale Questura, per l'esecuzione di 41 ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. presso il Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 41 appartenenti alle cosche della 'ndrangheta della provincia. L'accusa è di associazione di tipo mafioso ed altri reati.


L'operazione, denominata «Crimine 2», è la naturale prosecuzione dell’attività «Crimine », dello scorso 13 luglio, nel corso della quale furono eseguiti 304 provvedimenti cautelari in coordinazione tra le Dda di Reggio Calabria e di Milano, che ha permesso di delineare l’esistenza della organizzazione 'ndrangheta avente base strategica nella provincia di Reggio Calabria, con attive ramificazioni sia nel nord Italia, in particolare in Lombardia, sia all’estero, dove è stato replicato il modello organizzativo calabrese da parte di quelle articolazioni che risultano dipendenti dai vertici decisionali presenti nel territorio reggino. L’odierno provvedimento riguarda gli indagati di appartenenza alla 'ndrangheta nelle sue diverse articolazioni territoriali, non destinatari del precedente fermo di indiziato di delitto emesso nel luglio 2010.

Un'operazione, che rappresenta un «passaggio fondamentale», secondo la definizione di magistrati ed investigatori, nel contrasto contro la criminalità organizzata calabrese e le sue ramificazioni nel nord del Paese, ed in particolare in Lombardia, ed all’estero. I provvedimenti restrittivi che sono in esecuzione riguardano gli affiliati alla 'ndrangheta indagati nell’operazione Il Crimine nei confronti dei quali non era stato disposto l'arresto.

COINVOLTO EX SINDACO DI UNA CITTA' AUSTRALIANA

C'è anche l’ex sindaco della città australiana di Stirling, Tony Vallelonga, tra le 41 persone coinvolte nell’operazione 'Crimine 2' condotta dai carabinieri e dalla polizia su direttive della Dda di Reggio Calabria. Vallelonga, originario di Nardodipace (Vibo Valentia), era emigrato in Australia oltre 30 anni fa ed è stato sindaco di Stirling per nove anni, dal 1996 al 2005. Vallelonga, nel corso delle indagini, è stato anche intercettato mentre discuteva degli assetti operativi della 'ndrangheta in Australia con il boss di Siderno (Reggio Calabria), Giuseppe Commisso, detto 'u mastru. L’indagine ha accertato la presenza di 'locali' della 'ndrangheta in Australia, dove il gruppo criminale era denominato Thunder Bay, ed in Canada, e in particolare a Toronto, costituiti da cosche della Locride.

In Germania, i carabinieri, hanno arrestato, tra gli altri, il boss Bruno Nesci, capo del «locale» costituito dalle cosche della 'ndrangheta. Proprio in Germania gli investigatori hanno documentato una riunione tra affiliati con esponenti della criminalità organizzata calabrese provenienti dalla Svizzera. L’indagine, inoltre, ha consentito di accertare i collegamenti della 'ndrangheta a Torino, dove la criminalità calabrese era rappresentata da Giuseppe Catalano e Francesco Tamburi e da Genova, con la presenza di altri due esponenti di spicco della criminalità calabrese, Domenico Belcastro e Domenico Gangemi.

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