martedì 3 gennaio 2012

P3, associazione segreta: chiesto giudizio per Dell’Utri, Verdini e altri 18

Richiesto il processo anche per Carboni. I pm: «Volevano condizionare il funzionamento degli organi costituzionali»

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, del senatore Marcello Dell’Utri nell’ambito dell’inchiesta sulla P3 e di Flavio Carboni. Sono accusati, assieme ad altre 18 persone, di associazione segreta «volta a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali».


Venti rinvii a giudizio. Per la procura romana la richiesta di rinvio a giudizio nasce dalla violazione della legge Anselmi sulle società segrete e associazione per delinquere sono i principali reati contestati. Per lo stesso reato rischiano il processo anche l’imprenditore Flavio Carboni e Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli e Pasquale Lombardi, ex giudice tributario.

L’inchiesta sarda sull’eolico. Nel filone d’inchiesta legato al business dell’eolico in Sardegna chiesto il processo anche per il governatore della Regione, Ugo Cappellacci, che è accusato di abuso d’ufficio in merito alla nomina di Ignazio Farris all’Agenzia regionale per l’ambiente della Sardegna.

P3, associazione segreta. Flavio Carboni, uomo d’affari, Pasquale Lombardi, ex giudice tributario, Arcangelo Martino imprenditore, Denis Verdini, parlamentare coordinatore del Pdl e Marcello Dell’Utri, senatore Pdl per la Procura di Roma devono essere processati per aver violato la legge Anselmi sulle società segrete e per associazione per delinquere attraverso la costituzione, l’organizzazione e la direzione della P3. Un sodalizio impegnato «a realizzare una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso d’ufficio, illecito finanziamento dei partiti, diffamazione e violenza privata». Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pubblico ministero Rodolfo Sabelli hanno tirato le somme della clamorosa indagine che ha rivelato una serie di imbarazzanti situazioni e qual era l’obiettivo della P3, cioè quello «di condizionare il funzionamento degli organi costituzionali». E perciò hanno chiesto al gup di rinviare a giudizio 20 persone.

L’elenco delle richieste di rinvio a giudizio. Le altre persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono Fabio Porcellini e Alessandro Fornari (imprenditori indicati come finanziatori), Ignazio Farris (presidente di Arpa Sardegna), Pinello Cossu (presidente del consorzio Tea impegnato nell’attività di risanamento ambientale), Marcello Garau (dirigente Tea), Antonella Pau (indicata come prestanome di Carboni), Maria Scanu Concas (moglie di Carboni e sua prestanome), Stefano Porcu (direttore di banca), Giuseppe Tomassetti (prestanome di Carboni) e Pierluigi Picerno (imprenditore e indicato come finanziatore).

Gli altri filoni dell’indagine. Accanto a questo filone principale ce n’è un altro che a vario titolo è entrato nell’indagine. Si tratta in particolare di Nicola Cosentino, accusato di diffamazione e violenza privata nei riguardi di Stefano Caldoro, per aver, secondo l’accusa, tentato di indurlo a ritirarsi dalla competizione elettorale che poi lo ha visto essere eletto governatore della Campania, del deputato del Pdl Massimo Parisi, imputato per finanziamento illecito dei partiti, del governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, accusato di abuso d’ufficio, dell’ex primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, imputato di corruzione, e di Ernesto Sica, imputato di violenza privata e diffamazione sempre nei riguardi di Stefano Caldoro.

Archiviazione per Caliendo. Dal fascicolo principale è stata stralciata la posizione dell’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo inizialmente coinvolto nell’indagine ma risultato poi completamente estraneo ai fatti tanto che per lui è in arrivo una richiesta di archiviazione.

I tentativi di influenzare le scelte. Tra i tentativi di influenzare la Corte Costituzionale c’è il giudizio sul Lodo Alfano, l’intervento al Csm per pilotare l’assegnazione di incarichi direttivi, gli interventi sulla Corte di cassazione per risolvere in una certa maniera il cosiddetto Lodo Mondadori, il tentativo di screditare il candidato Caldoro al governo della Campania nonchè l’intervento a Milano in favore dell’accoglimento di un ricorso riguardante la lista Pro Lombardia di Roberto Formigoni.

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