giovedì 19 aprile 2012

Casalesi, rubata la mano d'oro dalla tomba di don Diana

Rubate le ostie nella sua parrocchia La Dda: «È un furto gravissimo, qualunque ne sia la matrice»


CASERTA - Ignoti hanno rubato la mano d'oro posta sulla tomba a Casal di Principe a ricordo di don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso dai casalesi il 19 marzo di 20 anni fa.

Secondo furto. Non solo. In serata si è appreso che i ladri hanno fatto incursione anche nella parocchia dove don Diana esercitava il ministero. Sono scomparse ostie consacrate con il calice e le pissidi. Due furti che sanno di sfregio, per la coincidenza temporale di due episodi che colpiscono la memoria del sacerdote. Si indaga oltre il semplice furto-

Mano d'oro. La mano d'oro, donata nel 2009 da don Ciotti, fu collocata in occasione del 15esimo anniversario dell'uccisione del sacerdote, massacarato con un colpo di pistola alla bocca dai sicari mentre si trovava in sacrestia nel giorno della festa di San Giuseppe. I ladri avrebbero sfondato la porta di ingresso della cappella con un calcio portando via la preziosa mano d'oro.

Gravissimo . «Il furto nella cappella intitolata a don Peppe Diana è gravissimo, qualunque ne sia la matrice. Don Diana infatti è un simbolo di riscatto per una terra martoriata; è una figura che a distanza di 18 anni dà ancora molto fastidio». È quanto ha affermato il pubblico ministero della Dda di Napoli Cesare Sirignano in visita questa mattina all'Istituto Alberghero di Castel Volturno in merito al furto avvenuto nella cappella del cimitero di Casal di Principe dove riposa la salma del prete ucciso dai Casalesi il 19 marzo del 1994.

Il fratello. Parole di condanna anche da Emilio Diana, fratello dell'ex parroco della chiesa di San Nicola di Bari. «Sono cose che non dovrebbero accadere e che io e la mia famiglia condanniamo; è probabile però che siano stati dei ladri comuni a rubare, forse avevano bisogno di soldi in quanto hanno asportato solo la targa d'oro incastonata nel marmo e un calice. C'erano anche altri oggetti di minor valore che non sono stati presi. Ciò che conta comunque è la grande attenzione che c'è attorno alla figura di mio fratello e che noi continueremo a far crescere con numerose iniziative. Ogni giorno tante scolaresche vengono a visitare la cappella; ai ragazzi dobbiamo far capire il senso del suo messaggio».
La targa d'oro a forma di mano del diametro di sette centimetri era stata donata ai familiari di don Diana da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, in occasione del diciassettesimo anniversario della morte di don Diana.

Il dono. Don Ciotti aveva ricevuto il premio, denominato «Follaro d'Oro» dall'associazione Capua Nova ma aveva voluto donarlo ai genitori del prete in segno di riconoscenza. Dai primi accertamenti sembra che il furto sia avvenuto due notti fa in quanto già ieri qualcuno ha notato la porta della cappella aperta ma ha pensato che all'interno si stessero facendo delle pulizie. Stamattina, un militante del comitato Don Diana che stava accompagnando in visita alla cappella alcune scolaresche ha notato che il cancello era aperto contattando immediatamente Emilio Diana; è stato quest'ultimo ad accorgersi che la targa non c'era più.

Coincidenze. «Ma ci sono troppe strane coincidenze - spiega don Franco Picone parlando dei due furti - i ladri mi sembra abbiano voluto fare un gesto doppiamente simbolico: hanno colpito don Diana e la fede cristiana portandosi via le ostie consacrate; di solito rubano le pissidi ma poi gettano le ostie, noi invece non siamo riusciti a trovarle da nessuna parte. Oggi poi è 19 aprile, esattamente 18 anni e un mese dopo il tragico omicidio di don Peppe. Sono indignato e preoccupato».

Tracce. Tracce significative non sono state rinvenute dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe: tra l'altro le chiavi del tabernacolo, usate dai ladri per portarsi via le pissidi, sono troppo piccole per potervi trovare impronte digitali. È probabile che i ladri abbiano agito verso le 15, quando don Franco ha aperto la chiesa.

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