giovedì 11 luglio 2013

Uccide l’ex davanti al figlio di due anni

Una donna di 26 anni accoltellata dall’ex convivente di 36. Lei lo aveva più volte denunciato per stalking.
La madre: ce l’avete sulla coscienza

 
Uccisa a coltellate sotto gli occhi del figlio di due anni, in casa dei genitori a Palermo. Quello di Rosi Bonanno, 25 anni, è un delitto che poteva essere evitato. In via Occhiuta nella borgata di Villagrazia, dove la ragazza si era trasferita dopo aver interrotto la relazione con l’omicida, Benedetto Conti, 36 anni, c’è spazio solo per rabbia e dolore.

Conti non si era rassegnato alla fine del rapporto e stamattina è andato in quell’abitazione per cercare di convincere - per l’ennesima volta -la donna a tornare con lui. La discussione è presto sfociata in una lite, e l’uomo ha colpito Rosi più volte con un coltello . Poi è scappato. Sono scattate immediatamente le ricerche della polizia, che lo ha rintracciato e fermato poco dopo Villabate, poco fuori Palermo. L’uomo era stato denunciato sei volte dalla vittima per stalking, ma questo non è bastato a evitare la tragedia.

Piange la madre di Rosy : «E’ un delitto annunciato. Si sapeva che finiva così». Non si dà pace, Teresa Matassa, per la morte della figlia di 26 anni. Mesi di botte, insulti e minacce, raccontano i familiari della ragazza. Conti dopo il delitto è fuggito. La polizia lo ha fermato a Villabate, un comune alle porte della città. Agli agenti che lo hanno ammanettato ha detto di aver ingerito del veleno per topi per suicidarsi: è stato allora accompagnato in ospedale per una lavanda gastrica. A scoprire il cadavere è stato il padre della donna assassinata. Lei abitava infatti con i genitori da alcuni mesi dopo la separazione. Ma era un continuo calvario. Conti non accettava questa situazione e andava quotidianamente dai suoceri. «L’assistente sociale, la polizia sapevano tutto - si sfoga Matassa -, da tempo denunciamo violenze, minacce, intimidazioni. Ora che mia figlia è morta venite tutti ma l’avete sulla coscienza, questa non è giustizia, dov’era la legge?».

La madre racconta che Rosy aveva lasciato l’uomo lo scorso gennaio. «Era un inferno - continua - mia figlia era in pericolo. Lo abbiamo detto alle forze dell’ordine, all’ assistenze sociale ma non è accaduto nulla. Ci ha bruciato la macchina, ci ha lasciato una bottiglia piena di benzina davanti alla porta di casa. Una vita impossibile. Voleva che Rosy tornasse con lui, la ricattava per via del figlio. Ora l’ha uccisa e l’avete tutti sulla coscienza». Il delitto ha provocato sdegno in città. Insorgono le consigliere comunali: «Questo ennesimo femminicidio è il segnale che ormai sono improrogabili azioni concrete a sostegno delle donne che subiscono ogni forma di violenza». A sala delle Lapidi ricordano «sono state votate all’unanimità tre mozioni: la prima che prevede l’adesione del consiglio comunale alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne; la seconda che impegna il Comune a sottoscrivere la Carta per le Pari Opportunità e l’uguaglianza sul lavoro e la terza che affronta il tema delle pubblicità lesive della dignità della donna». Le consigliere hanno deciso di inviare una lettera aperta alla presidente della Camera, Laura Boldrini, «perché si faccia portavoce presso il Governo e i deputati tutti per l’elaborazione e la stesura definitiva di un disegno di legge che tuteli le donne da ogni forma di violenza, e inasprisca le pene per coloro i quali compiono tali reati». 

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