lunedì 18 novembre 2013

Operazione anti Scu

46 arresti a Brindisi sequestrato un milione

 
BRINDISI – I carabinieri di Brindisi hanno dato esecuzione stamani a 46 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari ed eseguito un sequestro da 1mln a carico di persone di un’associazione per delinquere di tipo mafioso attiva nel sud della provincia. Si tratta di presunti affiliati a una frangia della Sacra Corona Unita. Alle persone arrestate, a vario titolo, è contestata anche l’accusa di aver trafficato e smerciato droga per sovvenzionare i detenuti e le loro famiglie.
Gli arrestati dovranno inoltre rispondere di danneggiamento anche con esplosivi in seguito a estorsione, pestaggi e possesso di armi. L’operazione è stata chiamata Game Over. Tra gli arrestati, a quanto si è appreso, anche il terzo complice dell’omicidio di Gianluca Saponaro, avvenuto nel giugno 2010 a Cellino San Marco, che all’epoca dei fatti era minorenne.

Il gruppo, operante per lo più nei comuni di San Pietro Vernotico, Cellino San Marco, nel Brindisino, ma anche in provincia di Lecce, smerciava ingenti quantitativi di cocaina e hashish e aveva come referente Raffaele Renna, detto 'Puffo', affiliato al boss Francesco Campana. Arrestati anche Cristian Tarantino e Domenico D’Agnano, detto 'Neronè e Jonni Serra detto 'Pecorà. Del sodalizio fanno parte anche alcune donne. I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dal gip Carlo Cazzella su richiesta della Dda di Lecce.

I fatti contestati risalgono agli anni 2009, 2010, 2011. Si tratta del seguito delle due operazioni 'Fire' e 'New Fire', sempre per associazione mafiosa, in cui furono catturati e condotti in carcere (sono stati anche condannati) i cosiddetti «nipotini di Riina». L’attività di indagine è stata eseguita con intercettazioni ambientali ma anche con l’apporto delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia tra cui Ercole Penna. Disposto anche il sequestro di beni per un milione di euro: si tratta, in particolare, di due attività commerciali e libretti postali avvolti dai sigilli sulla base di un’indagine patrimoniale condotta ai sensi della normativa antimafia.

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