giovedì 9 gennaio 2014

Diciotto anni di carcere più una supermulta: duro colpo al boss Iamonte di Melito


E dovrà risarcire il testimone

Verdetto dei giudici di Reggio Calabria nel processo incentrato sullo sfruttamento degli immigrati da parte della 'ndrangheta: i braccianti agricoli dovevano pagare per i permessi di soggiorno falsi. Il capocosca dovrà pagare una sanzione da 1,6 milioni di euro. E Saverio Foti riceverà sessantamila euro
 
di MICHELE INSERRA
REGGIO CALABRIA - E' giunto al capolinea il processo “Leone” contro gli esponenti della cosca Iamonte di Melito Porto Salvo. Il collegio (Natina Praticò presidente) ha condannato a 18 anni di reclusione il boss Antonino Iamonte (il pm Antonio De Bernardo ne aveva chiesti 21) e una multa da capogiro da un milione e seicentomila euro di multa. Nove anni sono stati invece inflitti a Guido Brusaferri più una sanzione pecuniaria di 180mila euro. Domenico Tomasello, infine, ha incassato a nove anni e 1.800 euro di multa.Inoltre sia Iamonte che Tomasello sono stati condannati al risarcimento danni nei confronti del testimone di giustizia Saverio Foti, che dai due imputati dovrà ottenere rispettivamente diecimila e cinquantamila euro, oltre al pagamento delle spese legali per circa 12 mila euro.

L'inchiesta era incentrata sullo sfruttamento di immigrati: in particolare un gruppo di braccianti agricoli indiani erano costretti a pagare dai dieci ai diciottomila euro per permessi di soggiorno che poi risulteranno completamente falsi. 

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