giovedì 30 gennaio 2014

Froda il Fisco per vent’anni evaso il valore della mini Imu

Proprietario di immobili e società, ha nascosto 270 milioni


grazia longo
Roma
Tra case, terreni, yacht e società fasulle è riuscito ad evadere al fisco, in 20 anni, la bellezza di 270 milioni di euro. «Mister mini Imu», all’anagrafe Giovanni De Pierro, nato a Napoli 64 anni fa, residente a Roma nonostante risulti emigrato a Barcellona, è stato smascherato ieri mattina da procura e Guardia di Finanza.

E poiché appena l’altro ieri le Fiamme gialle hanno recuperato altri 154 milioni riconducibili a imprenditori accusati di reati fiscali, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone giustamente osserva: «In due giorni siamo arrivati a sequestri per 424 milioni di euro, importo pari alla mini Imu per la quale il Parlamento ha discusso tanto negli ultimi mesi. Se si riuscisse a fare una seria lotta all’evasione...».  

Grazie alla nuova strategia attivata da Pignatone per aggredire i patrimoni «di soggetti socialmente pericolosi, anche se non mafiosi, c’è stato un incremento dell’800 per cento dell’ammontare dei beni sequestrati». E il generale Ivano Maccani, comandante provinciale della Finanza, ribadisce che dall’inizio dell’anno nella Capitale sono finiti sotto sequestro beni per 480 milioni di euro. In tutto il 2013 l’ammontare complessivo fu di 500 milioni. La volontà del procuratore è quella di continuare in questa direzione.

Nel caso di «Mister mini Imu», le indagini sono decollate anche grazie alla differenza di quanto denunciato sulla dichiarazione dei redditi rispetto al tenore di vita. Basti pensare che De Pierro nel 2011 dichiarò solo 86 mila euro, 149 mila nel 2010 e 178 mila nel 2009. Peccato che grazie a un sistema di scatole cinesi e di prestanome in realtà possedesse 14 società estere, con sedi tra il Regno Unito e il Costa Rica, 15 società-consorzi, con sedi in Italia come quella di facchinaggio per l’aeroporto di Linate.

E ancora: 174 unità immobiliari (fabbricati e terreni, tra cui la discarica di Borgo Montello, Latina, oggetto di diverse indagini da più autorità giudiziarie, tra le quali la Dda della procura della Repubblica di Napoli per l’interramento, negli Anni Ottanta, di fusti contenenti rifiuti chimici, altamente tossici, ad opera del clan dei Casalesi); 32 autoveicoli, due yacht di oltre 20 metri; numerosi conti correnti. Tutto, senza mai un versamento di tasse e contributi, per un valore di 270 milioni di euro.

De Pierro è indagato per aver organizzato un gruppo dedito all’appropriazione indebita, alla truffa di enti pubblici, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio di capitali illeciti, al trasferimento fraudolento di valori e alla perpetrazione di reati tributari.
 

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